12 Marzo 2019
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8 MARZO A BORGIA, NON SOLO MIMOSE
Iniziativa per ricordare le conquiste economiche, sociali e politiche che la donna ha ottenuto
di REDAZIONE
BORGIA (CZ) – 12 MARZO 2019 – Giornata internazionale della donna, una festa per fare baldoria con le amiche o una ricorrenza per fare il punto su decenni di battaglie per il raggiungimento della parità di genere?
Auguri e mimosa come cortese consuetudine, ma certamente l’8 Marzo diventa una occasione per ricordare e sottolineare le conquiste economiche, sociali e politiche che una donna ha ottenuto.
E’ quanto emerso nel corso dell’iniziativa organizzata nella Sala consiliare del Comune di Borgia, e voluta dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Elisabeth Sacco, alla presenza di autorevoli personalità nel campo della tutela dei diritti, della salute e della bellezza delle donne. Il titolo del confronto a più voci, moderato dalla giornalista Maria Rita Galati, che ha registrato un’ampia partecipazione (tante donne e pochi uomini purtroppo) è proprio dedicato al tema “Donna, unica come sei. Salute, bellezza e diritti”.
Con il sindaco Elisabeth Sacco, l’assessore alle Politiche sociali Irene Cristofaro – motore dell’iniziativa organizzata con il prezioso contributo dei ragazzi del Servizio civile nazionale che hanno realizzato il video introduttivo e pergamente ricordo per gli ospiti – l’assessore alle Politiche Giovanili Virginia Amato, la consigliera comunale Marta Cristofaro; la dottoressa in Medicina estetica e laser terapia, Teresa Lacava, la dottoressa in Dietistica Daniela Alcaro; la dottoressa in Pediatria, Nadia Severini; Elisabetta Maletta vice procuratore onorario presso la Procura della Repubblica di Catanzaro; l’avvocato del Foro di Catanzaro, Caterina Chiarella; l’avvocato Maria Teresa Petitto.
Gli interventi di natura giuridica sono curati dall’associazione culturale “Pondus” di Borgia. Il punto di partenza del dibattito è la considerazione su cui sembrano convenire tutte le relatrici al tavolo: l’8 marzo ha uno scopo ben preciso, aiuta le donne – e non solo – a ricordare che la figura femminile ha lottato a lungo nel corso della storia per ottenere gli stessi diritti dell’uomo, aiuta la donna a sentirsi fiera di essere donna.
Purtroppo però, questa ricorrenza è spesso travisata e colta come un’occasione per passare una serata all’insegna del divertimento e del libero arbitrio.
“Sono tra quelle che quando pensano all’8 Marzo parlano di ricorrenza – ha esordito il sindaco Elisabeth Sacco, che ha voluto fare un plauso ai ragazzi del Servizio civile e ringraziare l’assessore Cristofaro per l’organizzazione -. E penso che non abbiamo bisogno di fiori ma di uomini perbene, come ho scritto su FB.
Se nel 2019 dobbiamo ancora parlare di ‘Festa della donna’, qualcosa ancora non va bene. Io associo questa giornata al 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, che auspico sempre venga cancellata: significherebbe che non ce n’è più bisogno. Sono rammaricata dalla scarsa presenza maschile: non abbiamo bisogno di dirci le cose tra donne, ma di parlare del nostro valore a chi cerca di sminuirlo”.
Ed Elisabeth Sacco, che è il primo sindaco donna di Borgia, rimarca proprio come sia la sfera politica soprattutto ad attuare le maggiori discriminazioni nei confronti delle donne.
“E’ giusto che ci facciamo gli auguri per questa ricorrenza – ha detto l’assessore Irene Cristofaro – è un modo per rimarcare l’importanza delle conquiste che abbiamo raggiunto fino ad oggi. Così come è vero che insieme non ci batte nessuno, e troppo spesso ce lo dimentichiamo.
La donna è tutto: diamo la vita, combattiamo ogni giorno, siamo capaci di affrontare e superare ostacoli enormi con la forza dell’amore. Abbiamo una marcia in più, e non è una ‘a’ al posto della declinazione al maschile che ci serve per distinguerci”.
Di diritti conquistati a costo di sangue e sacrifici, di diritti negati, e battaglie combattute e da combattere ha parlato la giovane e grintosa Virginia Amato, un’altra esponente della Giunta dalle quota al contrario, quella guidata dal sindaco Sacco.
“Mezzo secolo fa le donne afghane perseguivano una carriera nel campo della medicina, uomini e donne si mescolavano nei teatri e nei campus. La gente comune aveva senso di speranza e la convinzione che l’educazione avrebbe potuto offrire opportunità a tutti – afferma – tre decenni di guerra hanno distrutto tutto.
Porto questo esempio per riflette sul fatto che ciò che è stato conquistato con anni di dure lotte, come in Afghanistan, può essere perso un pochi attimi, con una scelta sbagliata. I diritti non basta conquistarlo, bisogna saperli mantenere”.