3 Settembre 2020
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IL CROTONE È ANCORA UN CANTIERE APERTO MA STROPPA NON È PREOCCUPATO
Saremo competitivi. Alla seconda contro il “suo” Milan, ‘fa parte della mia vita’
di REDAZIONE
CROTONE – 3 SETTEMBRE 2020 – “Quello che mi preme, più che altro, è cercare di costruire la squadra, visto che ancora non lo siamo. Il calendario? Come si dice, prima o poi bisogna affrontarle tutte”.
Giovanni Stroppa, allenatore del Crotone, esprime le difficoltà generali di tutto il mondo del calcio in questo momento particolare nel quale l’emergenza sanitaria ha causato incertezze in ogni settore ed in vista della prima casalinga allo stadio ‘Ezio Scida’ – alla seconda giornata – contro il Milan.
Una gara particolare per Stroppa: “Io al Milan sono cresciuto. Fa parte della mia vita. Ci sono nato come calciatore ed ho iniziato lì a fare l’allenatore. Il Milan per me è qualcosa di speciale”.
Il Crotone, in ritiro in Sila fino a sabato, è ancora un cantiere aperto: “Mancano i giocatori, siamo in 14 di movimento, alcuni di questi tra l’altro sono destinati ad andare a giocare altrove, quindi il mio pensiero è sempre lì, costruire la squadra.
Quelli che ci sono si allenano benissimo, ma chiaramente non abbiamo il numero che ci possa permettere di fare allenamenti in costruzione della squadra. Purtroppo questo mercato per tutti va a rilento.
Abbiamo appena finito e stiamo ricominciando. Non avendo ancora metà della rosa a disposizione risulta difficile fare altri pensieri”. Anche per questo il tecnico non si sbilancia sulla collocazione del Crotone nel campionato.
“Pensare che tra poco più di venti giorni comincia la nuova stagione sembra inverosimile – dice -. La nostra volontà è di fare un campionato dignitoso e sicuramente prima della fine del mercato costruiremo una squadra competitiva, sono molto fiducioso in questo.
La volontà e il pensiero è di fare un bel campionato, soffrire il meno possibile, ma sappiamo che sarà un campionato difficile e complesso”.
Campionato difficile anche per l’emergenza sanitaria ed i vari protocolli anti covid che le squadre devono rispettare.
“Ormai – dice il tecnico – ci siamo abituati a tamponi, test sierologici. Mi piacerebbe rivedere la gente allo stadio per avere un ritorno alla normalità di questo sport”.