18 Febbraio 2021
52
OSANNAPLES, IL NUOVO ROCKUMENTARY DI DEBORAH FARINA AL SEEYOUSOUND INTERNATIONAL FILM FESTIVAL
Presentazione In anteprima mondiale il 25 febbraio 2021 sulla piattaforma streaming Playsys.tv
di REDAZIONE
PRESERRE (CZ) – 18 FEBBRAIO 2021 – Era il 1971 quando, con la pubblicazione del 33 giri L’Uomo, gli Osanna scrivevano un nuovo importante capitolo del progressive rock italiano.
Nel 2021, il gruppo di Lino Vairetti celebrerà 50 anni si carriera con tre pubblicazioni: il nuovo album dal titolo Il Diedro del Mediterraneo, il libro Sulle note di un veliero scritto da Franco Vassia (uscite previste a luglio 2021).
Celebrazione che è annunciata dall’uscita dell’imminente film documentario Osannaples, selezionato alla settima edizione del Seeyousound International Film Music Festival di Torino (quest’anno incentrato sul focus Black LivesMatter). Inserito nella sezione “Into the groove”, dedicata alle produzioni dalla vena mainstream, tra nuove tendenze e nomi cult della storia della musica mondiale, il film sarà visibile giovedì 25 febbraio in anteprima assoluta nella versione director’scut.
“Osannaples” è il nuovo documentario di M. Deborah Farina (già autrice e studiosa di cinema con all’attivo molte pubblicazioni tra cui un manuale del cinema rock e i lungometraggi “Paranoyd”, “Anarchitaly” e “Down by Di Leo”), e si presenta come un vero rockumentary sulla storia degli Osanna.
La storica band partenopea di progressive-rock è stata antesignana nella nascita del Naples power e nella costruzione della controcultura musicale della Napoli degli anni ’70 ed ancora oggi è un punto di riferimento per gli amanti del genere.
Questo di Deborah Farina è stato un lavoro lunghissimo ed elaborato, durato circa tre anni tra scrittura, produzione e post produzione. Quasi interamente realizzato dalla stessa regista, con l’appoggio produttivo del suo protagonista: Lino Vairetti, co-fondatore degli Osanna con Danilo Rustici.
Il sottotitolo “L’uomo del prog tra avanguardia e rivoluzione”, mette in evidenza la volontà di creare una sintesi tra il passato e il presente, resa possibile attraverso il percorso ‘filmico’ reale e onirico dello stesso Vairetti. Un intento che si completa con la celebrazione del cinquantennale della carriera della band a partire dal 1971, data di pubblicazione del loro primo album L’uomo.
A quel concept avrebbero fatto seguito, fino al 1978, Palepoli, la cui figura del vecchio incensiere è emblematicamente presente nel documentario, Milano calibro 9, Landscape of life e Suddance.
Osannaples, sarà visibile in diretta il 25 febbraio, dalle ore 18, sulla nuova piattaforma a tema musicale playsys.tv. Alla presentazione del film saranno presenti Deborah Farina, Lino Vairetti e parte delle due line up protagoniste, dagli Osanna storici Lello Brandi (basso), Massimo Guarino (batteria) e Danilo Rustici (chitarra) agli Osanna attuali Gennaro Barba (batteria), Pasquale Capobianco (chitarra), Nello D’Anna (basso), Sasà Priore (tastiere), Irvin Vairetti (tastiere, synt, voce).
Girato completamente in Campania (tra Napoli, Castel Volturno, Pozzuoli, Oliveto Citra e Castelvicita), con l’immancabile stile del cinema diretto, cifra stilistica della regista, Osannaples porta alla luce le radici sulle quali sarebbe cresciuto, esponenzialmente, il Naples Power.
Si assiste, da una parte, al graduale allontanamento dei giovani musicisti ‘alternativi’ dell’epoca dalla secolare tradizione melodica partenopea, esemplificata nei Festival di Napoli, dall’altra al fondamentale apporto dato dalla musica black, soul, rithm’n’blues portata e suonata, nel Dopoguerra, dagli angloamericani stanziali alla base Nato di Bagnoli.
«Attraverso una accurata ricerca antologica, il film – dichiara la regista – ricostruisce il periodo storico, sia da un punto di vista sociale che politico, restituendo una brillante e nostalgica ricostruzione del tempo.
I filmati ‘vintage’, per la maggior parte inediti, alternati alle immagini contemporanee, accanto alle voci dei diffusori e teorici dell’allora nascente movimento, tra i quali Raffaele Cascone a Renato Marengo, si mescolano a momenti di intensa astrazione psichedelica in cui ogni musicista della band, truccato e con il saio addosso, appare come un antico sacerdote, guardiano del tempo e dello spazio nel quale naviga e si muove.
Tutto in una architettura filmica di sperimentazione, file rouge dell’intero documentario; qui gli Osanna, si pongono come assoluti innovatori sia nella veste primaria di musicisti, sia in quella di organizzatori, nonché talent scout di future superstar partenopee. Da ricordare che fu loro l’idea e la realizzazione del celebre raduno ‘hippie’ Be-in nel 1973, sulla collina dei Camaldoli. ».
Osannaples, oltre a voler storicizzare la nascita e lo sviluppo di un fenomeno apparentemente locale, si apre al macrocosmo del mondo del progressive attraverso le testimonianze dei suoi maggiori protagonisti sia a livello nazionale che internazionale tra i quali David Jackson (Van DerGraaf Generator), David Cross (King Crinsom), Carl Palmer (Emerson Lake and Palmer), Gianni Leone (Balletto di Bronzo), Vittorio De Scalzi (New Trolls), Aldo Tagliapietra (Orme) ed Enzo Vita (Rovescio della Medaglia).
Brevi accenni di un’epoca a cui si mescolano i ricordi di chi c’era: da Fabrizio D’Angelo a Enzo Petrone, da Gianni Guarracino a Paolo Raffone, da Gino Aveta a Guido Bellachioma, da Tonino Di Ronza a Pino Tuccimei, da Franco Vassia a Giorgio Verdelli.
Fino ai camei di Giampiero Ingrassia nel prologo di “Therewill be time” e di Pino Mauro in un lontano Festival di Napoli, i Syndone con l’esecuzione di “A’ zingara”, Vincenzo Zitello, Daniele Sanzone (A67)- Interessanti le performance attoriali di Luciano Barbarisi (l’Incensiere), di Antonio Perotti (iI Re), Carlo Alberto Puca (il Potere), Daniela Lammoglia (Pulcinella), l’omaggio a Beppe Palomba.
Leastbutnot last, la voce divertita del giovane Pino Daniele a suggellare, tra metamorfosi, paradossi e felicità, la grande bellezza di quel tempo passato, ma sempre presente e vivo, come la musica e la creatività degli Osanna.