10 Aprile 2021
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PESTAGGIO A BADOLATO, SCALESE: «GOVERNO ASCOLTI GRIDO DOLORE LAVORATORI EXTRACOMUNITARI»
Il segretario generale della CGIL Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo: “Episodio racconta l’epilogo di una storia di ordinaria discriminazione razziale e odio etnico”
di REDAZIONE
PRESERRE (CZ) – 10 APRILE 2021 – «Un lavoratore aggredito dal proprio datore di lavoro nel momento in cui avanza la legittima richiesta di essere pagato, e con l’aggravante di essere un cittadino extracomunitario originario del Gambia.
Quanto è accaduto a Badolato racconta l’epilogo di una storia di ordinaria discriminazione razziale e odio etnico, un episodio di sfruttamento tra i tanti che negli ultimi anni come sindacato abbiamo registrato, combattuto e denunciato.
Nel ringraziare le forze dell’ordine per il prezioso lavoro di indagine e per l’arresto dei colpevoli, vogliamo rimarcare proprio alla vigilia della grande mobilitazione unitaria per i lavoratori del settore agricoltura che continueremo a vigilare affinché questi episodi non si ripetano: un impegno costante che diventa battaglia radicale al razzismo e al caporalato».
E’ quanto afferma il segretario generale della CGIL Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo, Enzo Scalese.
Che aggiunge: «I lavoratori del settore agricoltura in tutto il periodo della pandemia hanno contribuito, e continuano a mantenere, un settore fondamentale come quello dell’agro-alimentare ricevendo zero aiuti e zero diritti”.
“Per non parlare del fatto che migliaia di lavoratori provenienti dai Paesi extracomunitari continuano ad subire discriminazioni, senza nessuna tutela, come dimostra l’episodio di Badolato».
Ecco perché è importante scendere in piazza oggi, davanti alle sedi delle Prefetture, a sostegno della piattaforma rivendicativa per chiedere a Governo e Parlamento di modificare il decreto Sostegni che contiene gravi discriminazioni nei confronti del lavoro agricolo».
Poi conclude: «Il governo deve ascoltare il grido di rabbia e di dolore che viene da questi lavoratori che oggi si sentono dimenticati dopo essere stati, per tanti mesi, considerati essenziali.
E senza distinzione di colore della pelle e razza”.