15 Maggio 2021
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LETTERE A TITO N. 329 – LA PRIMA ITALIA DEL PROF. FELICE CÀMPORA DI AMANTEA
Riceviamo e pubblichiamo:
BADOLATO (CZ) – 15 MAGGIO 2021 – Caro Tito, la recente istituzione al Comune di Squillace del “Centro Studi e Ricerche sulla Prima Italia” ha fatto rallegrare tutti coloro che amano la Calabria e in particolare l’Istmo Lamezia – Catanzaro, il luogo dove (3500 anni fa circa) è nato il nome “Italia” poi estesosi, nel corso dei secoli, fino alle Alpi, alla Sicilia, alla Sardegna e, per qualche periodo storico, anche alla Corsica.
Nelle precedenti lettere abbiamo evidenziato parecchie tematiche attinenti, mentre con vari “comunicati-stampa” cerco di attrarre l’interesse delle Istituzioni regionali, provinciali e comunali invitandoLe ad impegnarsi nella valorizzazione di tale risorsa che soltanto noi calabresi possiamo vantare.
Tra coloro che si sono detti lieti della nascita del suddetto Centro Studi di Squillace c’è il professore Felice Càmpora che già conosci per avertene riferito più volte, in particolare con la Lettera n. 16 del 14 gennaio 2013, n. 120 del 04 giugno 2015 e n. 170 del 08 marzo 2017. Alle ore 11.56 di lunedì 10 maggio 2021 ho ricevuto, via email, la seguente lettera da parte sua. Ti riporto il testo integrale, poiché mi sembra assai importante, specialmente per quanto stiamo facendo affinché sia conosciuto e valorizzato il fatto che il nome Italia e la prima Italia politica e civile siano nati in Calabria verso la metà del secondo millennio avanti Cristo.
LA EMAIL DI FELICE CAMPORA
Ciao, Mimmo! Sono sempre felice di ricevere da te notizie su questo antico amore che ci accomuna: le vicende della Prima Italia. Questa volta sono io a dartene una: l’uscita pochi giorni fa di un cd-audio con testi tratti dal racconto che tu ben conosci: “Italo re degli Enotri” stampato ormai nel lontano 2012. I testi sono letti da me e accompagnati con la chitarra, le musiche scritte ed eseguite sempre da me. E’ una “suite”, un’unica composizione composta di sei brani. Si possono ascoltare liberamente al seguente indirizzo: << https://felicecampora.bandcamp.com/track/italo-suite-upadish-male-aquila-verit-bambino-fluusai?from=fanpub_fnb_trk >>
Come ricorderai, le prime quaranta pagine del libro sono in lettura gratuita a questo secondo indirizzo web: << https://reader.ilmiolibro.kataweb.it/v/732378/italo732378 >>. E poi ti ricordo la mia “homepage” all’indirizzo << http://xoomer.virgilio.it/hdlcam/italo.htm >> dove si possono controllare molte informazioni sui temi, i personaggi, il quadro etnografico e una mappa dei luoghi protostorici descritti nel libro. Ci sono molte altre notizie e persino una decina di saggi brevi sui diversi aspetti del racconto.
Come scrivo nell’introduzione del libro, nelle mie visioni la protostoria italica è stata “… l’età dell’oro degli uomini naturali, dopo la quale essi cominceranno ad essere distratti e confusi da una misteriosa sete di ambigui saperi, che li renderà schiavi della mutevole conoscenza da fedeli compagni della terra che erano.” Questo convincimento è ben radicato dentro di me, e per questo il mio interesse e la mia passione per questo re leggendario e per il periodo in cui visse non morirà mai.
Se lo reputi conveniente, distribuisci questa notizia ai tuoi lettori; come puoi immaginare ne sarei felice, siamo in tanti a coltivare questi fenomeni che apparentemente appartengono al passato ma hanno un’enorme e materiale presenza nel nostro presente. Il tema dei rapporti tra questo tempo passato e il nostro presente è ben evidente nel mio racconto; ne è testimonianza ciò che la principale protagonista femminile dice allo stesso Italo a pagina 70: “… alcuni credono che queste storie siano leggenda senza materia, flebili presenze inventate da sognatori; che i personaggi di questi racconti non siano reali e veri, ma solamente il frutto della fantasia di narratori senza sonno.
Ma verrà un giorno in cui questi uomini torneranno tra di noi corposi e veri, in tutta la loro forza, e saranno artefici di cambiamenti belli e consonanti alle antiche tradizioni. Guarda: questo mio petto allatterà il loro ricordo. Prendilo, pesa i miei seni sulle tue mani, sostienili. Allo stesso modo di come tu ora sollevi questa vita mia, i saggi e potenti re della tradizione torneranno in vita e scacceranno i mercanti egoisti che vogliono l’oblio delle storie e delle leggende della tua terra.” – Grazie dell’attenzione e a presto. Tuo affezionatissimo sempre, Felice Campora.
IL CONVEGNO DI TREBISACCE (CS)
Caro Tito, come ho riportato nella Lettera n. 170 dell’8 marzo 2017, le donne della FIDAPA-BPW (distretto sud ovest Calabria – Campania) hanno organizzato un interessante convegno per sabato mattina 11 marzo 2017 intitolato “Nel Regno di Italo” all’Hotel Miramare di Trebisacce (costa jonica della provincia di Cosenza, lato nord della pianura di Sibari). Dalla locandina puoi evincere il programma, con i relatori e gli argomenti trattati sull’origine del nome Italia e sulla prima Italia politica e amministrativa di re Italo.
La scelta di Trebisacce per parlare di Prima Italia non è casuale, ma ha un concreto fondamento nel sito archeologico di contrada Broglio di quel territorio comunale, dove è stato rinvenuto un villaggio enotrio risalente almeno alla metà del secondo millennio avanti Cristo, proprio il periodo in cui è esistito Italo, re degli Enotri, dal quale è originata l’Italia.
Tra i relatori pure il nostro professore Felice Càmpora il quale ha parlato del suo romanzo “Italo re degli Enotri” (2012) che è stato letto, in alcuni passaggi significativi, da alunni degli istituti scolastici locali a cura di Tania Roseti. Costei ha voluto analizzare con più attenzione cinque temi che, a suo parere, sono fondanti della narrazione di Càmpora e cioè: i personaggi femminili e il ruolo della donna al tempo degli Enotri; l’istituzione dei sissizi; i sentimenti e l’eterno binomio bene/male; l’importanza delle storie e del racconto; la maturità di Italo.
Il convegno di Trebisacce può essere considerato una tappa importante nel cammino verso una maggiore e migliore conoscenza della Prima Italia. Cosa che si è prefissa pure il neonato “Centro Studi e Ricerche sulla Prima Italia” del Comune di Squillace, su proposta dell’assessore Franco Caccia, mutuata dai discorsi fatti soprattutto con me, con il prof. Armin Wolf, con il filosofo Salvatore Mongiardo e con l’avv. Giovanni Balletta (presidente dal 2004 dell’associazione culturale “Calabria Prima Italia” da me fondata nel 1988 e pensata fin dal maggio 1983 quando è iniziata la mia attività di diffusione delle tematiche sulla Prima Italia).
IL PROF. ALESSANDRO VANZETTI
Al convegno di Trebisacce dell’11 marzo 2017 ha partecipato pure il prof. Alessandro Vanzetti il quale (docente di Protostoria Europea all’Università La Sapienza di Roma e direttore scientifico del suddetto sito archeologico di Broglio) ha relazionato sul tema “Dagli Enotri al re Italo e all’Italìa, un processo di integrazione”.
Dalle ore 18.52 di giovedì 13 maggio 2021, per cinque minuti, ho avuto una molto utile conversazione telefonica con il prof. Vanzetti, cui ho chiesto la possibilità di farmi pubblicare quanto detto a Trebisacce, auspicando inoltre una sua qualche collaborazione con il Centro Studi sulla Prima Italia di Squillace. Si è detto disponibile in linea di massima, poiché ama molto la Calabria, non soltanto archeologicamente. Così, spero di poter partecipare ai nostri lettori, appena possibile, le preziose pagine che il prof. Vanzetti ha scritto su taluni determinanti aspetti della nascita dell’Italia nell’attuale territorio calabrese.
GIOIELLI DI CALABRIA
Pensando al poliedrico prof. Felice Càmpora, al prof. Alessandro Vanzetti e a tutti coloro che donano alla Calabria e alla cultura universale i loro studi e le loro creazioni artistiche, resto sempre più convinto (come ho espresso più volte a voce e per iscritto) che la nostra società italiana e calabrese, in particolare, hanno tanti e tali di quei gioielli che non ci possiamo permettere il lusso di non valorizzarli adeguatamente per il bene comune.
Quindi, mi auguro che coloro i quali hanno la responsabilità del bene comune si diano da fare per censire anagraficamente, chiamare a raccolta e sublimare l’Opera e la personalità di ognuno di questi gioielli. E’ ciò che da sempre sto cercando di fare io, pur con i limitatissimi miei mezzi complessivi (oggi pure con il tuo lodevolissimo aiuto).
SALUTISSIMI
Caro Tito, ti aggiorno (giusto per completare il quadro di Felice Càmpora come studioso e scrittore) su altre Opere pubblicate nel frattempo, oltre a quelle elencate nel foglio allegato. Nel fecondo anno 2019, ha dato alle stampe i seguenti titoli di narrativa per le edizioni “Il mio libro”: Viaggio nella nebbia (pagine 184), Indagine artificiale (180), La luce di Foos (164), Quel che resta (96).
E, poiché si dovrebbero somigliare parecchio per temi e modi di narrare, sto mettendo in contatto Felice con un altro nostro amico giornalista e prolifico scrittore, Raffaele Cardamone di Soveria Mannelli. Poi, per correttezza, è bene ed utile dire che il disegno di copertina del libro “Italo re degli Enotri” è di Max Rega, un grafico di professione. Il particolare imponente anima l’immagine della “suite” evidenziata sopra, al paragrafo uno.
Per il momento finisco qui, promettendoti (per quanto possibile) di tenerti aggiornato su questi amici così tanto lodevolmente “stakanovisti” e su altri “gioielli di Calabria”. In attesa di inviarti la “Lettera n. 330” ti ringrazio sempre tanto e sempre con riconoscenza e stima. Cordialità,
Domenico Lanciano