“SCOSSONE” AL COMUNE DI SQUILLACE: CINQUE INDAGATI
Squillace, il municipio
Inchiesta della Procura di Catanzaro. Tra le persone raggiunte dall’avviso di garanzia anche il sindaco
Fonte: Giorgio CURCIO (CORRIEREDELLACALABRIA.IT)
SQUILLACE (CZ) – 13 NOVEMBRE 2021 – Il sindaco di Squillace, Pasquale Muccari, insieme al segretario comunale, Giuseppina Ferrucci, Gregorio Talotta e Francesco Guerino Caccia, consigliere comunale di Squillace, avrebbe favorito la vittoria di un concorso in Comune per la selezione e l’assunzione a tempo determinato di un funzionario tecnico di categoria D.
Cinque indagati
È questa l’accusa formulata nell’inchiesta della Procura di Catanzaro, firmata dal sostituto procuratore Graziella Viscomi, insieme al procuratore Nicola Gratteri e all’aggiunto Giancarlo Novelli, e che conta cinque persone indagate.
Oltre al sindaco Muccari e alla Ferrucci, ci sono anche Gregorio Talotta (cl. ’78), il vincitore della selezione, Francesco Guerino Caccia (cl. ’63), subentrato alla carica di assessore e Nicola Anania (cl. ’56).
La selezione in Comune
Secondo l’ipotesi accusatoria, il primo cittadino di Squillace, su suggerimento di Caccia, avrebbe indotto un aspirante (ora deceduto) a rinunciare alla partecipazione alla selezione, promettendo «futuri conferimenti di incarico professionale». L’intento – secondo l’accusa – era quello di favorire Gregorio Talotta che, in qualità di assessore, avrebbe lasciato l’incarico allo stesso Caccia, così come è avvenuto effettivamente il 13 settembre 2017.
L’aspirante Talotta, infatti, nella graduatoria finale per la selezione, aveva un divario di 7,50 punti dal “rivale” ed era chiaro – secondo l’accusa – che, anche in caso di esito positivo al colloquio finale, avrebbe comunque perso. Inoltre anche la Ferrucci, su istigazione di Muccari, secondo l’ipotesi accusatoria avrebbe incontrato l’aspirante partecipante al concorso per persuaderlo a non presentarsi al colloquio conclusivo, per garantire così l’assunzione di Talotta.
Le minacce
Secondo l’accusa, inoltre, Muccari, nel 2015, abusando dei propri poteri da sindaco, avrebbe cercato di costringere – attraverso Anania – un consigliere comunale a dimettersi, in quanto non gradito, prospettandogli la possibilità di incorrere in un procedimento penale per «aver dichiarato di essere in regola con il pagamento dei tributi al momento dell’elezione».