LETTERE A TITO N. 394: URGE UNA NUOVA VENTOTENE E UN DISARMO GENERALE PER LA SOPRAVVIVENZA DELL’UMANITÀ
Chi più chi meno, quando c’è una guerra, tutti abbiamo qualcosa da perdere (ad esclusione dei cinici speculatori che si arricchiscono, affamando la gente). Sono stato educato e mi sono educato alla pace e ai migliori valori della Vita (Wita, rafforzo io)
di Domenico LANCIANO (www.costajonicaweb.it)
BADOLATO (CZ) – 26 MARZO 2022 – Caro Tito, ero proprio un bimbo attorno ai cinque anni quando nell’estate 1955 l’avvocato Pultrone, grande invalido della prima guerra mondiale 1915-18, passeggiava ogni tardo pomeriggio con la sua carrozzella (spinto dalla bella e bionda moglie bolognese e/o dalle sorelle) lungo la quasi deserta strada statale 106 jonica davanti al casello ferroviario di Cardara di Badolato Marina. Mi faceva salire sulla carrozzella e mi raccontava tante cose.
Gli ho chiesto come mai fosse su quella carrozzella e perché non passeggiava con le sue gambe. Mi raccontò della tragica guerra e delle gravi ferite che lo hanno costretto a perdere l’autonomia personale, la giovinezza, la vita attiva.
Mi ripeteva, in tutti i modi possibili, quanto la guerra fosse orribile ed inutile … quasi volendo lasciarmi il suo messaggio di pace dal profondo della sua giovinezza resa invalida e sofferente poi per tutta la sua vita.
1 – URGE DISARMO GENERALE
Con l’andare degli anni, pure i miei genitori ed anche i miei fratelli maggiori mi parlavano delle paure e delle conseguenze della seconda guerra mondiale che la nostra famiglia aveva patito. Tra l’altro il mio primo fratello, Giuseppe, aveva perso un occhio con un residuato bellico maneggiato da altri per gioco e che, scoppiando al borgo antico, aveva ucciso due suoi coetanei. Chi più chi meno, quando c’è una guerra, tutti abbiamo qualcosa da perdere (ad esclusione dei cinici speculatori che si arricchiscono, affamando la gente). Sono stato educato e mi sono educato alla pace e ai migliori valori della Vita (Wita, rafforzo io).
Nel giugno 1967 poi la cosiddetta guerra dei sei giorni tra Israele e i confinanti Paesi arabi è stata per me un grande trauma, poiché praticamente l’ho vista quasi in diretta alla televisione. Probabilmente è stata la prima guerra che ha avuto una visibilità immediata in tutto il mondo.
A sèguito di tale grande sofferenza ho scritto il testo “Lacrime e sangue” poi musicato dai miei amici dell’allora complessino “Euro 4”. Ed altri versi a riguardo ho scritto e pubblicati nello stesso anno nel volumetto “Gemme di Giovinezza” prima mia raccolta di poesie. La guerra resta sempre e comunque una tragedia da evitare nel modo più assoluto!
Poi, qualche anno dopo ho partecipato spesso ai cortei studenteschi contro la guerra in Vietnam e contro i carri armati a Praga (1968). E così via via ho sempre dimostrato convintamente contro tutte le guerre. Così pure nell’ottobre 1990, quando ho organizzato un lungo e silenzioso corteo-fiaccolata qui in Agnone contro la guerra in Iraq, dopo aver diffuso il documento “NO ALLA GUERRA – NO A TUTTE LE GUERRE – NO ALLA GUERRA IRAQ RESTO/DEL MONDO” di cui qui ti unisco una pur sbiadita fotocopia dell’inserto “IL RIEQUILIBRIO” nel mensile agnonese “L’Eco dell’Alto Molise” a cura dell’Università del Riequilibrio.
Un documento, questo, che potrebbe essere indicativo di come le guerre avvengono pure perché l’opinione pubblica non protesta in massa contro le armi e, quindi, subisce le decisioni di poche persone (spesso psicopatiche) le quali impongono ai popoli le loro scelte di orrore, di lacrime e sangue. Fin da adolescente ho sempre dimostrato non soltanto CONTRO LA GUERRA ma per il DISARMO GENERALE … pure partendo dalla convinzione-esortazione (prospettatami sempre da mio padre e fatta mia) che non bisogna detenere alcuna arma anche la più piccola come un coltellino, poiché << CHI HA LE ARMI, PRIMA O POI LE USA >>.
2 – URGE DISARMO PER LA SOPRAVVIVENZA DELL’UMANITA’
L’inquinamento mortifero da una parte, le guerre ancora in atto, a parte questa in Ucraina, la sempre presente minaccia di completa distruzione nucleare del pianeta ci impongono di prendere davvero e quanto prima una posizione di protesta decisiva per un completo disarmo. Non fosse altro perché ancora la scienza non è in grado di trasferire in un altro pianeta quel minimo di persone che possano proseguire il genere umano, nella sciagurata eventualità della distruzione nucleare del mondo e dell’umanità.
3 – URGE UNA SECONDA VENTOTENE
Caro Tito, nel 1941 (in piena seconda guerra mondiale) a Ventotene (un’isola più vicina alla Campania – 44 km da Ischia – che non al Lazio cui appartiene perché provincia di Latina) i confinati politici Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi elaborarono un visionario ma lungimirante progetto “Per un’Europa libera e unita” conosciuto come “Manifesto di Ventotene” che poi ha dato le concrete basi per l’Unione Europea. Chi avrebbe potuto immaginare che dopo poco tempo sarebbe iniziato il cammino di un’Europa sempre più consapevole della necessità di collaborazione e di pace tra i suoi popoli??? … A volte i sogni si avverano!…
Così, adesso … proprio mentre siamo angosciati e addolorati per la guerra in Ucraina e per una possibile apocalittica distruzione nucleare … dobbiamo tutti incessantemente lavorare affinché si giunga ad un disarmo progressivo ma tendenzialmente completo e con la Russia e Stati satelliti inseriti nel discorso dell’Europa Unita.
Nulla di più e nulla di meno, in un momento in cui serve superare le divisioni. Avendo come prospettiva (in un futuro auspicabilmente non troppo lontano) un pianeta unito, se non per convinzione, almeno per la necessità di non sparire definitivamente dall’Universo.
4 – SALUTISSIMI
Caro Tito, non mi dilungo, poiché penso di avere espresso, seppure brevemente, le urgenze che ci aspettano e a cui bisogna fare fronte con tenace impegno fin da subito, da oggi stesso (venerdì 25 marzo 2022) in cui la Chiesa Cattolica ricorda l’Annunciazione del Natale e, con Papa Francesco e i vescovi, consacra al Cuore della Madonna la Russia e l’Ucraina, adesso in straziante conflitto bellico.
Chi ha fede ha un obbligo in più per impegnarsi per il completo disarmo e per lavorare per il riavvicinamento della Russia all’Europa di cui fa parte da sempre, sia geograficamente che culturalmente. So che i nostri fratelli Russi stanno aspettando da fin troppo l’unione con l’Europa (l’ho constatato nei due viaggi che ho fatto a Mosca e a San Pietroburgo nel 1984 e nel 2018).
Urge una seconda Ventotene perché la Russia e gli Stati della sua sfera d’influenza entrino a pieno titolo nell’Unione Europea. La pace è duratura soltanto se i popoli godono del benessere economico e delle libertà. E ognuno di noi deve impegnarsi per giungere questi traguardi, non soltanto in Europa ma anche nel resto del mondo. Altrimenti, si consideri DISERTORE chi non fa niente per la pace locale ed universale.
Salvo fatali colpi di testa dei politici e dei militari che gestiscono le nostre vite, noi ci diamo appuntamento alla prossima “Lettera n. 395”. Sempre attivi, però, nel soccorso del sofferente popolo ucraino dentro e fuori suoi confini.
Ho ammirato il fatto che tu stai tenendo in permanente evidenza da parecchi giorni il “banner” (cartello, segnalazione) per gli aiuti all’Ucraina. Bravissimo, tutti dovrebbero essere come te, non soltanto i siti web.
Complimenti per la tua sensibilità e generosità!
Alla prossima, quindi.
Tanta cordialtà