COSA “FAI”, IL MALAFARINA SOVERATO ALLA SCOPERTA DEL CENTRO STORICO DI LAMEZIA TERME-NICASTRO
Riceviamo e pubblichiamo:
SOVERATO (CZ) – 2 APRILE 2022 – Nella giornata del 26 marzo, la nostra Scuola, l’ITT G. Malafarina di Soverato, ha partecipato alla Giornata FAI, organizzata dalla professoressa Maria Antonietta Battaglia, referente del progetto, alla scoperta del centro storico di Nicastro. “FAI” è l’acronimo di “Fondo Ambiente Italiano” e le “Giornate FAI” sono escursioni, organizzate da volontari, con lo scopo di far scoprire e riscoprire a più persone possibili luoghi caratteristici del patrimonio artistico, storico e culturale italiano.
Rappresentano un’opportunità non indifferente, dal momento che permettono di conoscere luoghi poco noti e ai quali, abitualmente, non si ha accesso. A fare da guide, durante i percorsi, ci sono gli “Apprendisti Ciceroni”, studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, che raccontano a 360° i posti oggetto di visita.
La nostra “passeggiata” a Nicastro ha avuto inizio con l’incontro della delegazione FAI: i ragazzi, in particolare, hanno messo in evidenza i tratti salienti dei luoghi e dei monumenti che saremmo andati a visitare. Prima tappa, la Chiesa di Santa Caterina, che si affaccia sulla via principale di Nicastro, il corso Numistrano. Ricostruita dopo il terremoto del 1638, ha un interno costituito da un’unica navata in stile barocco, con affreschi e stucchi ad ornare la volta. Poi è stata la volta della Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo.
Non si hanno notizie certe circa la fondazione di questa Chiesa. Secondo la tradizione, il primo sito fu costruito in epoca bizantina, ma non se ne conosce l’ubicazione. Nel 1100, ne fu edificata una nelle vicinanze dell’affluenza dei torrenti, dedicata ai santi Pietro e Paolo, in stile romanico, ma questa crollò in seguito al terremoto del 1638. Fu Giovan Tommaso Perrone ad iniziare la costruzione della nuova Cattedrale nell’area in cui ancora oggi si trova.
Successivamente, ci siamo recati presso il Museo Diocesano Lametino, concepito come “mostra denuncia” per le varie opere esposte in stato di degrado nel 1993. È senz’altro uno dei più importanti musei diocesani della Calabria: ad esso è stato affidato il compito di “conservare” il patrimonio storico artistico e di “raccontare” la storia della comunità lametina. Di seguito, abbiamo visitato la Chiesa di Santo Teodoro. Questa sorge nel rione più antico di Nicastro, arroccato ai piedi del Castello Normanno, da cui prende il nome.
La Chiesa è in stile barocco con una navata centrale, di cui si può ammirare la volta. Salendo ancora più in alto, siamo giunti alla Chiesa della Veterana, la più antica di Lamezia. Edificata nel 1200, la Chiesetta si staglia sul rione di Santo Teodoro, dominando tutta la Piana. Una leggenda popolare aleggia su questo splendido luogo. Si dice che la Chiesa sia una sorta di “desiderio” di una delle figlie di Federico II di Svevia. Durante la permanenza dell’imperatore al castello, una delle figlie riferì al monarca l’apparizione in sogno della Madonna delle Grazie.
La “donna angelica” annunciò la volontà di vedere eretta in suo onore una Chiesa sul colle innanzi al Castello. Proprio da questa leggenda, del resto, nasce il nome di Chiesa Veterano. Tuttavia, questo non è l’unico nome con cui è conosciuto il Santuario. Gli abitanti, infatti, la chiamano anche “Chiesa delle Cucchiarelle”, dalle caratteristiche reliquie di latta custodite al suo interno, che prendono la forma, appunto, di “cucchiarelle”.
Tra queste reliquie, la Bolla ceduta da Paolo II nel 1542, che impone la concessione delle indulgenze a tutti quei fedeli che si fossero recati nella chiesa durante le celebrazioni. Ancora oggi, molti fedeli, nel pomeriggio della domenica di Pasqua, visitano il Santuario. Sulla via del ritorno, percorrendo una strada diversa, ci siamo fermati all’Antico Mulino delle Fate, nella valle del Torrente Canne. Si tratta di un mulino ad acqua che il tempo e la mancata manutenzione avevano ridotto in rudere. Qualche anno fa, però, due ingegneri, innamorati del luogo, lo hanno riportato all’antico splendore. Questa esperienza ci rammenta l’importanza della salvaguardia e della custodia del patrimonio artistico e ambientale italiano.
L’Italia possiede il 70% di tutto il patrimonio artistico mondiale, disseminato su tutto il territorio nazionale; il resto del mondo, quindi, si divide il restante 30%! Ovunque si rivolga lo sguardo, nel Bel Paese, si possono ammirare gioielli del passato, un passato antico, millenario, rappresentato in ogni sua epoca ed espressione spirituale della nostra collettività.
È proprio dal passato che traiamo il nostro sapere ed è nel passato che poniamo le basi del nostro futuro. In quest’ottica, l’importanza del FAI è massima: il suo contributo al mantenimento e alla divulgazione dei nostri tesori è indiscutibile. Tra le tante cose, degno di lode è l’operato dei volontari: è stupendo che l’amore per il bello coinvolga anche le generazioni più giovani.
Elena Bensi, Redazione giornalistica dell’Itt. Malafarina