MUSEO DELLA CERTOSA: UN FILO CONDUTTORE TRA SERRA SAN BRUNO, IL MONDO ESTERNO E IL MONASTERO
Un luogo incredibile, da includere in quei luoghi dell’anima che premiano il cuore di quella pace salutare e di quella carica spirituale di riunirsi in preghiera e meditazione
di Giampiero TAVERNITI
SERRA SAN BRUNO (VV) – 15 MAGGIO 2022 – Il Museo della Certosa, nato nel 1993 su impulso della comunità monastica di Serra San Bruno, il suo obiettivo è quello di essere un filo conduttore tra la vita del monastero e il mondo esterno che attraverso i visitatori che giungono si crea.
Un luogo incredibile, da includere in quei luoghi dell’anima che premiano il cuore di quella pace salutare e di quella carica spirituale di riunirsi in preghiera e meditazione.
Giungere nelle serre in provincia di Vibo Valentia, in una sorta di polmone verde che ci ossigena di aria fine e ci “tinteggia” di verde intenso, giungere in questo luogo, nel tesoro della Certosa, nel proprio museo ci arricchisce e ci dona quel valore aggiunto , contemplato dall’arte , dalla cultura e dalla profonda spiritualità che entrando da quel cancello ci assale pacificamente.
Nei 900 anni di vita, questa certosa è stata dimora sicura di tantissimi monaci certosini che partendo dal monaco fondatore San Bruno, hanno voluto lasciare silenziosamente traccia della loro presenza, infatti nel museo si possono ammirare tracce tangibili dei locali che li hanno accolti. In novecento anni migliaia di monaci, a partire da San Bruno, fondatore dell’Ordine certosino, hanno abitato in questo luogo, lasciando traccia della loro presenza silenziosa nell’ambiente che li ha ospitati.
Luogo di preghiera, di forte spiritualità che accoglieva moltissimi monaci dell’Ordine Certosino che a Serra S. Bruno e negli immensi boschi che la circondano, trovavano luoghi naturali, idonea “scenografia ” per recitare lunghissime preghiere e per raccogliere erbe, per trasformarle in salutari e medicinali amari che gli stessi monaci producevano, recuperavano qualche tronchetto di legno per scolpirlo o lavorarlo al torno e magari per costruire qualche arnia che in primavera potesse ospitare qualche sciame pronto e forte per poter produrre dell’ottimo miele.
Insomma, tante tracce, in questo museo, come delle stole che venivano cucite, in questo mondo chiamato Certosa, che nella ricchezza aggiuntiva che dona alla cittadina vibonese, merita di essere vissuta attraverso questa finestra aperta che questo museo ci dona e che sempre più religiosi, studiosi, visitatori e appassionati cominciano a conoscere e saper apprezzare, visto che nel globo di certose ne sono rimaste poche e nel sud è l’unica in ottimo stato e viva, nella sua vita rinchiusa che dall’esterno non è vista , ma che nel suo cuore di Serra San Bruno, batte forte di arte, storia, cultura e fede.
Un luogo il museo da visitare tutto l’anno e non solo in estate, visto che rimane aperto tutti i giorni, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19, è ben organizzata anche con guide e ha dispositivi elettronici didattici molto efficienti ed esaustivi che rendono bene l’idea e la conoscenza di questo luogo, “nobile cassaforte” di un certosino lavoro, compiuto non solo con il nome, ma anche con i fatti.
Certosino lavoro di aver reso fruibile e brillante questo museo che regala dignità ad una cittadina e ad una regione che degli immensi tesori, dovrebbe farne “titoli azionari” da investire nella borsa del benessere dei propri cittadini che sempre più dovrebbero gettarsi nella dignità di creare opportunità di lavoro turistiche e produttive, atte a salire su questa barca Calabria che oggi è una scialuppa di salvataggio ma un giorno con il lavoro sinergico di tutti potrebbe essere un transatlantico capace di saltare e superare mari immensi di difficoltà e trovare porti sicuri nello sviluppo e nell’indipendenza morale e civile di ogni cittadino che la popola.