FOLLIA NEL COSENTINO, ZIO PICCHIA NIPOTE PERCHÈ GAY
‘Adesso muori a casa’. Non lo vogliono in famiglia. La denuncia su Facebook del presidente di Arci Cosenza
di REDAZIONE
PRESERRE (CS) – 20 MAGGIO 2022 – Prima la frase “Non vogliamo … nella nostra famiglia” e poi le botte.
Ad aggredire un 16enne perché gay è stato lo zio che avrebbe chiamato altri tre uomini per farsi aiutare.
A raccontare l’episodio, avvenuto nel cosentino il 17 maggio, giornata internazionale contro l’omofobia, è Silvio Cilento, presidente di Arci Cosenza, con un post su Facebook. Dopo l’aggressione, riferisce Cilento, lo zio ha accompagnato a casa il nipote e gli avrebbe detto “ora muori a casa”.
Il ragazzo ha avuto 4 costole rotte, il setto nasale deviato e varie lesioni.
L’episodio è stato denunciato alle forze dell’ordine.
“Non voglio andare via da casa perché con mamma sto bene, è solo papà il violento. Mamma mi dice sempre: fatti forza e sii coraggioso” è la frase, riferita da Cilento, del ragazzo che, secondo quanto si è appreso, sarebbe stato tutelato.
Il 16enne, “il 17 maggio – racconta il presidente dell’Arci di Cosenza nel suo post – ha deciso di legare una bandana rainbow sul suo zaino e uscire con le sue amiche. Durante il tragitto viene fermato dallo zio paterno (avvisato dal papà). Lo zio parcheggia, si avvicina e gli sferra un primo schiaffo, che diventa poi un pugno e subito dopo un calcio, una serie di calci. Non contento lo zio chiama altri tre uomini (maschi) per aiutarlo.
Siamo in provincia di Cosenza.
Sono state fatte le giuste e necessarie denunce. Fisicamente il ragazzo sta meglio, si riprenderà. Moralmente e psicologicamente non oso immaginare come stia, forse non lo voglio immaginare.
In ospedale sono stati super accoglienti e gentili (c’è una parte di sanità in Calabria che manifesta inclusione). Le forze dell’ordine hanno svolto il loro lavoro. Gli assistenti sociali (stendiamo un velo pietoso)”.
“Condivido con voi tutte e tutti questo episodio – scrive ancora Cilento – solo per ricordarvi quanto è necessario e importante parlare di violenza di genere, di questioni Lgbti, di identità di genere e di orientamenti sessuali.
Per farvi capire quanto è necessario parlare del 17 maggio, di omofobia, transfobia e lesbofobia.
Per darvi un buon motivo per scendere in piazza e partecipare, partecipare e partecipare alle iniziative di contrasto all’odio e alla violenza. Per darvi un motivo in più”.