RITORNO ALLA POLITICA, FRANCESCO CRITELLI ADERISCE AL M5S
Francesco Critelli
Una storia che parte da lontano una passione che lo ha visto militare nella FGCI poi sempre con Rifondazione Comunista e successivamente diventare Segretario Provinciale dei Comunisti Italiani
di Salvatore CONDITO
CATANZARO- 22 LUGLIO 2022 – In un momento di crisi dei valori dove sempre di più le persone si allontanano dalla politica, tanti tornano, come Francesco Critelli che ha aderito al M5S di Giuseppe Conte.
Una storia che parte da lontano una passione che lo ha visto militare nella FGCI poi sempre con Rifondazione Comunista e successivamente diventare Segretario Provinciale dei Comunisti Italiani.
Francesco Critelli è uno che ha fatto della politica, pura passione, sempre impegnato nel sociale per difendere i deboli gli oppressi; il suo impegno lo ha visto anche in diverse campagne elettorali candidato sia al Consiglio regionale che della Camera dei Deputati con Italia dei valori e Comunisti Italiani.
Per capire i motivi di questa scelta gli abbiamo rivolto qualche domanda.
Perché questa scelta
“Odio gli indifferenti” diceva Antonio Gramsci. Partendo da questa affermazione, e dopo un lungo periodo di riflessione che ho maturato questa mia scelta.
“L’Italia è un Paese di 60 milioni di abitanti, ma solo “uno” può fare il presidente del consiglio dei ministri! Paradossi di una democrazia allo sbando, nella quale le legittime richieste programmatiche di un partito politico (nel caso in questione, il Movimento 5 Stelle) vengono viste con evidente fastidio dal sistema dominante. Il potere prima di tutto, insomma”.
Cosa pensa del Presidente Giuseppe Conte
“Nessuno dotato di un minimo di onestà intellettuale crede alla favola secondo cui sia “colpa” di Giuseppe Conte l’attuale crisi di governo e il passo indietro di Draghi. Già, Super Mario che, pare, sia così infastidito dalle critiche (quelle che davvero in pochi hanno il coraggio di levare nei suoi confronti) tanto da chiedere la rimozione forzata dei propri avversari, veri o presunti.
Vicenda mai chiarita definitivamente quella che riguarda la telefonata di Draghi mirata a silurare Conte, ma che getta una luce oscura su questo premier universalmente osannato in Italia e all’estero senza alcuno spazio possibile di critica o di contestazione, basti ricordare il “fastidio” durante l’incontro con i sindacati, il quale ad un certo punto si alza e lascia il tavolo delle trattative, mortificando di fatto il ruolo dei sindacati e di milioni di lavoratori e pensionati da essi rappresentati.
Cosa pensa della nostra Costituzione
Vorrei ricordare tra le altre cose, che il Consiglio dei Ministri non è un Consiglio di Amministrazione.
Se questa è la fine della democrazia, nel nostro Paese, io non ci sto! Abbiamo ancora il dovere di credere in quei valori che fondano la nostra Costituzione antifascista e repubblicana. Una Costituzione che ripudia la guerra come strumento di soluzione delle controversie, nonostante Draghi.
Una Costituzione che prevede diritti, come la sanità e il lavoro, nonostante Draghi.
Anche il dissenso è un diritto. Ed è con questa convinzione che dichiaro la mia adesione al Movimento 5 Stelle in un momento non banale della nostra storia, dove tutti siamo chiamati a scelte molto nette: democrazia o regime del pensiero unico; solidarietà sociale o dominio incontrastato dall’establishment economico-finanziario; libertà o asservimento al potente di turno.