RIFLESSIONE DELLA DOMENICA: DALLA PAROLA ALLA VITA
XXVI domenica del tempo ordinario: La parabola del ricco e del povero Lazzaro
A cura di don Roberto CORAPI (Arciprete ad Amaroni)
AMARONI (CZ) – 25 SETTEMBRE 2022 – “C’era un uomo ricco, che si vestiva di porpora e di bisso, e ogni giorno si divertiva splendidamente; e c’era un mendicante, chiamato Lazzaro, che stava alla porta di lui, pieno di ulceri, e bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco”.
Quello che può sembrare l’inizio di una storia qualunque, una parabola, è ahimè la trama di una storia che da sempre attraversa il mondo.
L’ingiustizia con cui questa parabola ha inizio è tra le cose più scandalose che ancora ci portiamo appresso.
Siamo cresciuti, evoluti, tecnologizzati ma i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.
C’è chi vive divertendosi splendidamente, e chi sta alla porta a bramare briciole e avanzi per poter sopravvivere. Il vangelo di oggi accende un faro su questo scandalo, ma a differenza di molti lettori superficiali, Gesù e il vangelo non danno mai letture politicizzate della realtà. Gesù è di un realismo estremo nel raccontarci la realtà ma non invita il povero Lazzaro a imbracciare le armi e a prendersi con la forza ciò che non ha.
Spinge invece a un profondo esame di coscienza chi sta dalla parte del ricco e che non si accorge neppure della sofferenza di Lazzaro.
La richiesta di Gesù non è la rivoluzione ma la conversione.
È spingere alla guarigione l’indifferenza del ricco epulone.
Infatti soltanto una vera conversione di ognuno cambierebbe anche la storia.
È il cuore dell’uomo l’unica vera grande rivoluzione che potrà cambiare anche la storia.
Che è un po’ come dire che se cambio io, ho cominciato a cambiare il mondo.
Il vero problema però è che non ho molto tempo, ho solo il tempo che mi rimane di questa vita.
Allora non rimane che dire: affrettiamoci, subito, oggi perché domani sarà troppo tardi.
Santa domenica e Cristo Regni.