RIFLESSIONE DELLA DOMENICA: DALLA PAROLA ALLA VITA
XXX domenica del tempo ordinario: Il fariseo e il pubblicano al tempio. Chi siamo noi?
A cura di don Roberto CORAPI (Arciprete ad Amaroni)
AMARONI (CZ) – 23 OTTOBRE 2022 – Carissimi in questa domenica il Signore Gesù pone alla nostra attenzione due figure che vanno nel tempio a pregare.
Un pubblicano che non osa nemmeno guardare e da subito si rivolge a Dio battendosi il petto con “abbi pietà di me”; il fariseo invece che inizia la sua preghiera con presunzione , criticando glia altri: non sono come gli altri ….
È certamente ancora una volta il tema della preghiera al centro di questa liturgia domenicale e del nostro atteggiamento.
Carissimi, torniamo al testo.
Il fariseo prega in piedi e ringrazia Dio per non essere come gli altri: ladroni, disonesti, adulteri.
La sua preghiera non è altro che un elogio per se stesso e delle cose che fa: digiuna e paga le decime.
E’ un’esaltazione delle sue buone qualità ed un disprezzo per gli altri, soprattutto del pubblicano che si trova insieme a lui nello stesso posto. Non si sente fratello.
Il pubblicano invece, non osa alzare lo sguardo, si batte il petto ed appena dice: “Mio Dio, abbi pietà di me peccatore!” Si mette al suo posto dinanzi a Dio.
È la preghiera umile questa è mite.
Alla fine il Signore lo dice: chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato.
Gesù premia sempre l’umiltà.
Allora dico a tutti voi: siamo come il pubblicano o come il fariseo?
Dentro il nostro cuore la risposta.
Cristo Regniiiiii e Santa domenica.