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LETTERE A TITO: GLI AMICI DELLA CALABRIA TRA LA CRISI DEI VALORI GENERAZIONALI E LE PROSPETTIVE DELLA PRIMA ITALIA


Ritengo che la Repubblica Italiana possa e debba sostenere le comunità presenti ovunque nel mondo per una molteplicità di utili ed ovvii motivi che vanno a vantaggio non soltanto dei valori ma anche dei rapporti socio-economici (se è questo che interessa agli apparati aziendali e industriali) e persino elettorali

di Domenico LANCIANO (www.costaionicaweb.it)

BADOLATO (CZ) –  5 GIUGNO 2023 –  Caro Tito, lunedì 15 maggio 2023 (dalle ore 18.19 per 10 minuti e 11 secondi), ho sentito per telefono Roberto, un mio cugino che fa l’imprenditore in Cile, vicino alla capitale Santiago.

Gli chiedevo se fosse possibile organizzare (magari nella sede dell’Ambasciata italiana o di una qualche associazione nazionale o regionale calabrese) la FESTA DEL NOME ITALIA come sto cercando di fare nella Marina di Davoli per il tardo pomeriggio del prossimo mercoledì 21 giugno con la generosa collaborazione della locale Biblioteca Vincenziana (primi protagonisti il presidente Aldo Marcellino e il suo più vicino collaboratore Palmiro Logiacco) e con la gentile ospitalità della locale Amministrazione Comunale (sindaco Giuseppe Papaleo e suo delegato Salvatore Pittelli).

 Tra l’altro, sto tentando, attraverso amici e conoscenti, di organizzare una rete di referenti per realizzare in varie parti del mondo tale Festa, concordata per il 21 giugno, di modo che in tale giorno tutti i calabresi e tutti gli italiani e amici dell’Italia si possano sintonizzare in ogni parte del mondo per pensare ai valori comuni che il nome ITALIA ancora rappresenta, bene o male.

Specialmente i valori etici e democratici della “Prima Italia” ereditati da Re Italo, vissuto nella zona dell’Istmo tra i golfi di Squillace e di Lamezia dove circa 3500 anni fa è nato, appunto, il nome ITALIA poi diffusosi dalle Alpi alla Sicilia duemila anni fa sotto l’impero romano.

1 – QUASI ABBANDONATI GLI ITALIANI ALL’ESTERO

Oltre all’imparziale attività giornalistica, ho sempre cercato di fare storia e sociologia, tenendomi equidistante dalle ideologie, specialmente politico-religiose. La storia e la sociologia, si sa, hanno le loro principali basi di ricerca e di conoscenza nella realtà dei fatti e dei dati concreti, certi ed inconfutabili.

Scientifici.

Purtroppo le ideologie riescono solitamente a trasformare, strumentalizzare e persino a stravolgere i fatti, addirittura la realtà storica ed umana per proprio tornaconto egemonico. A farne le spese sono innanzitutto i valori etici e comportamentali.

Così, Roberto mi ha riferito che nella zona di Santiago del Cile non ci sono più persone (cioè apostoli) per portare avanti iniziative riferite alla Calabria e all’Italia.

E le nuove generazioni (a parte qualche nipote o pronipote desideroso di appurare le lontane origini italiane della propria famiglia) pensano ad altro e si sono de-italianizzate o de-calabresizzate.

Nel suo messaggio whatsapp delle ore 20.14 di sabato 03 giugno 2023, la stessa cosa mi ha confermato mio cugino Ariel Battaglia, il quale vive a Lomas de Zamora in Buenos Aires: << Ho idea di realizzare una biblioteca su Badolato e la Calabria da mettere a disposizione dei badolatesi e dei calabresi e dei loro discendenti.

Dove vivo io ci sono un gran numero di compaesani e di corregionali.

 Purtroppo non li vedo interessati alle proprie radici.

E ciò mi causa una profonda tristezza. Ma almeno vorrei lasciare quante più informazioni possibili nel caso in cui poi le generazioni future si entusiasmino per le loro origini >>. Un desiderio assai nobile quanto difficile da mantenere e da sviluppare nel concreto.

Comunque, incoraggerò Ariel con il quale mi dovrei incontrare a Cassino (FR) il prossimo 26 luglio, mentre lui (proveniente dall’Argentina) da Roma viaggia, via autostrada, verso Badolato.

E l’altro mio cugino Roberto mi precisa: << Nel gennaio 2020 è morto colui che teneva in vita l’associazione dei calabresi e degli italiani in Cile e così l’organizzazione è praticamente scomparsa! >>.

Non so quanto convenga alla Calabria e all’Italia non rafforzare o non aiutare a mantenere in vita associazioni simili, pure come riferimento di agganci, progressi e tornaconti economici (e politici) con la cosiddetta “Madre – Patria”.

Ritengo che la Repubblica Italiana possa e debba sostenere le comunità presenti ovunque nel mondo per una molteplicità di utili ed ovvii motivi che vanno a vantaggio non soltanto dei valori ma anche dei rapporti socio-economici (se è questo che interessa agli apparati aziendali e industriali) e persino elettorali (dal momento che gli italiani all’estero votano per il Parlamento italiano).

Ricordo che negli anni Ottanta, quando ero bibliotecario comunale incaricato a Badolato, la Regione Calabria inviava una rivista mensile destinata proprio agli emigrati calabresi residenti fuori confini, nel resto d’Italia e all’estero. E c’era pure un assessore con la delega all’emigrazione.

Adesso penso che probabilmente non ci sia niente di simile a livelli istituzionali, ma i rapporti con gli emigrati vengono tenuti essenzialmente da associazioni e riviste delle singole comunità come “La Radice” per i badolatesi, “la Barcunata” per quelli di San Nicola da Crissa (VV) e via dicendo.

C’è da dire che comunque si sono allentati i rapporti con gli emigrati, forse perché vengono meno coloro i quali hanno lasciato il suolo nativo nei decenni del dopoguerra e adesso vengono sostituiti dai loro figli nati in terre di emigrazione…  mentre in Calabria sono sempre meno quelli che sono sensibili al mantenimento dei contatti sociali dal momento che con i nuovi mezzi di comunicazione (video-chiamate telefoniche, frequenti viaggi aerei, ecc.) agevolano le relazioni a livelli personali e familiari.

 A farne le spese però sono la “memoria collettiva” ed il senso di “comunità”. Inoltre, mantenere i contatti costa economicamente e non sempre si trovano i fondi per coprire le spese minime (anche perché vengono a scemare le motivazioni ideali ed affettive delle generazioni interessate).

2 – L’ASSOCIAZIONE AMICI DELLA CALABRIA IN MOLISE

Come ho ricordato altre volte, frequento il Molise dal pomeriggio di venerdì 24 aprile 1981 per via dell’allora fidanzamento con colei che poi è diventata mia moglie un anno dopo.

Dopo aver tentato inutilmente di sistemarmi a Badolato principalmente per essere utile al mio paese (per il quale ho studiato e portato avanti iniziative promozionali fin dall’età di undici anni), mi trovo in esilio tra queste montagne dell’Appennino centrale in modo continuo dal primo novembre 1988. Partecipando alla vita sociale molisana, ho notato che erano davvero tanti i calabresi che, per vari motivi, vivevano in Molise.

Probabilmente mille, ad una stima orientativa. Alcuni occupavano posti di responsabilità in settori-chiave. Così ho deciso di proporre di realizzare l’associazione Amici della Calabria, includendo pure molisani e altri simpatizzanti.

Al ristorante “Il Grottino” di Raffaele Froio (originario di Stalettì), nel giugno 1999 assieme a lui e all’amico di sempre Domenico Barbaro (medico psichiatra e scrittore originario di Platì), ho costituito tale associazione culturale, poi formalizzata dall’avvocato Franco La Cava il quale (originario di Sambiase, oggi Lamezia Terme) è stato eletto presidente del sodalizio.

La foto di copertina di questa “Lettera n. 470” è il logo dell’associazione, realizzato da una segretaria del suo studio legale di Isernia (quando era in Via Dante Alighieri n. 13).

Come mio solito, a posteriori, ho cercato su internet se ci fosse un’associazione con una denominazione simile alla nostra. Ho trovato un blog “Amici della Calabria” gestito da Andrea Satriani, un giovane ingegnere (originario di Briatico – VV) emigrato per motivi di lavoro a Legnano (Milano).

Andrea mi ha pubblicato in questo suo sito web parecchi articoli inerenti la calabresità, specialmente sulle mie iniziative e proposte per valorizzare la “Calabria Prima Italia” come ad esempio l’articolo << http://amicidellacalabria.blogspot.com/2011/02/calabria-prima-italia.html >>  evidenziato domenica 17 febbraio 2011 (nei 150 anni della cosiddetta unità d’Italia).

E alle ore 10.27 di domenica 16 maggio 2023 ho rintracciato per telefono l’ing. Satriani (nella foto), con il quale ho conversato per poco più di sei minuti. Tra l’altro mi ha detto che il suo blog è rimasto fermo perché sono aumentati il lavoro e la famiglia.

Mi ha proposto di continuare io a portare avanti tale sito web.

Ringraziando, non ho potuto purtroppo accettare tale sua gentilezza poiché, data l’età problematica, sto già rallentando di molto la mia vorticosa attività sociale con le mie tante iniziative che, spesso, si sovrappongono. Fosse stato qualche anno fa …

3 – INIZIATIVE DEGLI AMICI DELLA CALABRIA IN MOLISE E DINTORNI

Dalla seconda parte del 1999 fino al 2006, grazie principalmente all’attivismo del presidente La Cava, l’associazione “Amici della Calabria” in Molise ha realizzato parecchie iniziative di un certo spessore e in sedi istituzionali di prestigio.

A mio parere (con grande emozione di tutti) la più bella realizzazione che voglio qui ricordare è stata l’esecuzione di grande concerto sinfonico diretto da Franz Albanese (originario del reggino e direttore del Conservatorio Peròsi di Campobasso) il cui incasso è stato devoluto alle famiglie vittime del terribile e straziante terremoto di San Giuliano di Puglia (avvenuto nel comune del Basso Molise) tra il 31 ottobre e il 2 novembre 2002, quando morirono sotto le macerie di una scuola elementare 30 persone (in maggioranza bambini), oltre cento furono i feriti e oltre 3000 sfollati.

Il concerto avvenne in Isernia, pochi giorni prima del Natale 2002 con una grande e commossa partecipazione popolare.

L’iniziativa di maggior rilievo dal punto d vista della cultura calabrese è stata realizzata in Isernia nel pomeriggio di sabato 21 aprile 2001 (2754 anni dalla fondazione di Roma) al ristorante di Raffaele Froio “Il Grottino” (nostra sede operativa). Poiché (da lì a tre settimane) il 13 maggio si sarebbero svolte le Elezioni Politiche nazionali, abbiamo visto la partecipazione di tutti i candidati del Molise alla Camera e al Senato e numerosi loro sostenitori.

 Infatti la grande sala-ristorante era gremita all’inverosimile. Il pezzo forte di quell’incontro è stato la presentazione del libro di Giovanni Balletta di Catanzaro “La Calabria nel suo periodo eccelso” … un argomento che, tra tanto altro, legava l’antico popolo calabrese deportato dai Romani in gran parte proprio nella zona tra Molise ed Abruzzo nel 202 avanti Cristo dopo la sconfitta di Annibale a Crotone.

Tale aspetto della nostra storia interregionale ha incuriosito pure alcune associazioni abruzzesi (tra cui il Rotary) e qualche mese dopo, la conferenza di Balletta venne replicata nei pressi dei templi italici di Schiavi di Abruzzo, in provincia di Chieti al confine col Molise.

Il fatto poi che il nome Abruzzo (a Bruttio venio – vengo dal Bruzio) sia derivato proprio da questa deportazione magno-greca e italica tra queste montagne ha galvanizzato davvero tanto i partecipanti, alcuni dei quali hanno poi voluto approfondire l’argomento con la mia collaborazione. Rivedi, ad esempio, << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n15-ipotesi-sulla-diffusione-del-nome-italia/ >> del 07 gennaio 2013 e << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-70-la-calabria-eccelsa-di-giovanni-balletta/ >> del 09 gennaio 2014.

Voglio qui ricordare almeno due soci che hanno fatto parte attiva degli “Amici della Calabria” e che adesso non ci sono più: lo scrittore Antonio Grano (nato a Cosenza nel 1938 e deceduto a Macchia di Isernia nel 2014) e Doretta Coloccia di Campobasso (1945-2022) una brillante e famosa giornalista televisiva che, tra l’altro, ha ospitato nella sua trasmissione di un’ora “L’incontro” a Teleregione tanti calabresi sia residenti in Molise che quelli di passaggio, come ad esempio lo scrittore Salvatore Mongiardo di Soverato (CZ).

Nel terzo volume “Orientamenti genealogici” del << Libro-Monumento per i miei genitori >> (stampato nel 2007) ho dedicato la pagina 405 all’associazione … ma anche ad alcuni calabresi residenti in Agnone e in Molise, intesi come “Estesa parentela metaforica”.

Tra questi un mio vicino di casa, Antonio Mongiana di Tropea (VV) che, come me ha sposato un’agnonese.

Purtroppo, dopo alcuni anni di forte entusiasmo e di grandi iniziative, tale Associazione si limita adesso a tessere rapporti silenziosi ma non meno efficaci senza però il ricercato clamore iniziale.

Tra l’altro, non mancano i sempre benvenuti e graditi incontri conviviali al “Grottino” di Raffaele Froio, il quale spesso ci fa trovare prodotti fatti in casa e provenienti dalla sua Stalettì e dintorni. Anche il gusto e i sapori della nostra zona sono e fanno “Cultura”.

4 – INIZIATIVE SPARSE MANCA UN COORDINAMENTO

Dalla proposta del 1971 “Riviera degli Angeli” fino a quella della “Calabria Prima Italia” (1982) ho sempre insistito nel proporre di realizzare un’anagrafe degli affezionati ai nostri singoli paesi e alla Calabria come istituzione.

Un’anagrafe sia turistica degli “Amici” di ogni località da realizzare in ogni singolo Comune e sia un’anagrafe a livello regionale degli “Amici della Calabria”. 

Inoltre, avevo proposto alle varie Amministrazioni comunali di Badolato (nel 1982 e nel 1986) la realizzazione di un organo di stampa denominato “CHI RESTA” nel senso che “chi resta” a Badolato avrebbe dovuto tenere i contatti con chi era emigrato fuori i confini municipali.

E meno male che, grazie all’Associazione culturale LA RADICE” (nata nel 1991) è attivo dall’aprile 1994 il periodico cartaceo omonimo (prima trimestrale, adesso quadrimestrale) che, diretto dal tenace Vincenzo Squillacioti, garantisce un minino di riferimento e di dialogo tra la comunità restante e quella emigrante.

Per sostenere questo impegno, possiamo aderire al cosiddetto 5×1000 da sottoscrivere all’atto della nostra imminente dichiarazione dei redditi evidenziando il seguente codice fiscale << 94002320797 >> a favore dell’Associazione culturale La Radice di Badolato (CZ).

Oggi si parla e si scrive tanto di “restanza” ma, come puoi notare, noi ci lavoravamo nel concreto già negli anni 1982-86, specialmente con l’ipotesi del periodico “Chi resta” il quale, tra i suoi scopi, aveva proprio quello di favorire le condizioni almeno minime affinché i giovani restassero nel proprio paese e non emigrassero, alienandosi.

Purtroppo, la mancanza di un coordinamento, specie a livello interzonale e regionale, impoverisce le comunità (sia quella restante che quella emigrante) e riduce (anzi azzera) le possibilità di investimenti in Calabria pure da parte di emigrati che hanno fatto fortuna altrove e che sono desiderosi di essere utili alla propria terra di origine.

 Un coordinamento tra i calabresi nel mondo potrebbe essere enormemente vantaggioso per tutti, poiché si basa essenzialmente sull’amore per la propria Terra.

 I coordinamenti sono sempre stati il chiodo fisso della mia attività di animatore socio-culturali.

Infatti, non mi stanco mai di proporre pure coordinamenti settoriali, come quelli degli scrittori, degli artisti e di tante altre categorie utili alla rinascita dei paesi e della Calabria.

Una Calabria positiva.

5 – IN RICORDO DI CARMELO NOVELLO E DI VITTORIA PAPARO

E due persone “emigrate” che però amavano davvero tanto la propria terra di Badolato e di Calabria adesso non ci sono più. Dico di Carmelo Novello, uno dei miei migliori amici di adolescenza, e di sua madre Vittoria Paparo.

Il caso ha voluto che andassero via a distanza di appena quattro giorni l’uno dall’altra. Infatti, Carmelo, dopo molti anni di tenaci ed eroiche lotte per la salute, ha cessato di vivere venerdì 19 maggio (a poco meno di 72 anni) ad Arezzo, mentre sua madre martedì 23 (a 95 anni) alla Fratta di Comucìa in Cortona (AR) a circa 30 km di distanza.

Erano nati entrambi in Badolato. Carmelo venerdì 27 luglio 1951 e la madre mercoledì 28 marzo 1928.

La loro, al nuovo quartiere Jardinu al borgo sulla via provinciale per la Marina, era una casa veramente solare, sia per la posizione preminente (poiché catturava il primo sole della giornata) e sia per il pompeiano colore delle pareti esterne ma anche perché quella dei Novello era una famiglia numerosa, serena ed allegra.

Infatti, ricordo bene che Vittoria Paparo ed il marito Giovanni Novello erano soliti cantare spesso (quasi cuore a cuore) pure quando viaggiavano in auto.

Mi restano bei ricordi di questa famiglia che, poi, nel 1970, per motivi di lavoro, è “emigrata” ad Arezzo, in Toscana, dove le capacità di ognuno si sono espresse al meglio (cosa che non era possibile realizzare a Badolato e in Calabria, nonostante tutta l’intraprendenza già ampiamente dimostrata).

Carmelo (detto Nuzzo o Nuccio) era una persona di grande stile e mitezza, sempre con il sorriso affettuoso ed una parola gentile. Poche persone ho conosciuto così squisite e amabili come il nostro Nuzzo.

La compagnia degli amici (la cosiddetta “zattera”) si è impoverita ulteriormente dopo la scomparsa di Enzo Ermocida, di Tonino Squillacioti e, adesso, di Nuzzo.

Tutti ottimi e memorabili amici, come ho avuto modo di evidenziare in qualcuna delle nostre corrispondenze.

 Questa mia generazione, nata attorno agli anni cinquanta, si sta piano piano estinguendo.

La nostra speranza e che si possa lasciare alle nuove generazioni alcuni orientamenti etici di utile valore personale e sociale.

I Novello tornavano a Badolato più volte l’anno, pure perché l’anziana mamma della signora Vittoria ha vissuto in salute e a lungo per oltre cento anni (105 o 106 se ben ricordo).

Adesso l’amore per Badolato e la Calabria è una bella eredità trasmessa alle nuove generazioni, a nipoti e pronipoti i quali possono contare pure sulla più affettuosa accoglienza di tanti familiari e parenti da parte della signora Vittoria Paparo (nella foto).

Le radici di alcune famiglie restano assai forti anche se emigrano in capo al mondo.

6 – SALUTISSIMI

Caro Tito, queste settimane sono per me alquanto frementi poiché si avvicina un evento che ho atteso da molti anni, cioè la prima “Festa del nome Italia” che avrà luogo, come sottolineato in apertura, mercoledì 21 giugno 2023 (solstizio d’estate) dalle ore 17.30 alle 20 circa al Centro Polifunzionale della Cultura di Davoli Marina (CZ), per la gentilezza del Comune (sindaco Giuseppe Papaleo e delegato Salvatore Pittelli) e con il sostegno della locale Biblioteca pubblica Vincenziana, diretta da Aldo Marcellino con la collaborazione di Palmiro Logiacco, il quale è autore della bella locandina che qui evidenzio pure come promemoria per chi intenda partecipare alla manifestazione che, tra l’altro, vedrà numerosi enti, aziende, associazioni e persone ricevere il Premio Prima Italia 2023. Spero di poter pubblicare i nomi di tutti i premiati nella prossima “Lettera 471”.

 Sarà un modo per ricordare e conoscere meglio le origini del nome Italia ma anche della stessa nostra Calabria proprio come Prima Italia.

Spero altresì e tanto e da sempre che, prima o poi, lo stesso ente Regione possa ufficialmente denominarsi “Calabria Prima Italia” basandosi proprio sulla nostra maggiore risorsa storico-culturale e identitaria quale è la nascita del nome Italia che significa tantissime cose, specie nel contesto pure Mediterraneo e mondiale, alcune delle quali ancora sconosciute ma ricche di utili prospettive.

La Calabria Prima Italia è il nostro massimo orgoglio, come ha enunciato e sottoscritto con entusiasmo già nel 1939 la docente universitaria statunitense Gertrude Slaughter nel suo libro “Calabria the first Italy” che sta per essere dato alle stampe da un bravo editore calabrese con la traduzione italiana di Sara Cervadoro, docente romana con genitori nativi di Maida e di Reggio.

Pure questa è una trepidante attesa che dura (come sai bene perché ne abbiamo scritto spesso) da parecchi anni.

Questo bel risultato avviene pure grazie all’interessamento della Biblioteca Calabrese di Soriano (VV) che detiene la copia originale in inglese donata, su mio input (appena l’ho scoperta), dal noto prof. Lorenzo Viscido di Squillace (residente a New York).

Allora, appuntamento alla “Lettera 471” mentre ti ringrazio per la pubblicazione di questa 470.

 Con tanta cordialità,

ITER-City, lunedì 05 giugno 2023 ore 05.51 – Da oltre 55 anni (dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto”.

Foto fornita dalle persone interessate 

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