PROCESSO “RINASCITA SCOTT”, CINQUE ERGASTOLI RICHIESTI CONTRO LA ‘NDRANGHETA VIBONESE
Dda invoca altre quattro condanne e due assoluzioni per gli imputati nel troncone degli omicidi
Fonte: ANSA.IT CALABRIA
– CATANZARO – 9 NOVEMBRE 2023 – Nove condanne – cinque all’ergastolo – e due assoluzioni: sono le richieste avanzate alla Corte d’assise di Catanzaro dal pm della Dda Andrea Mancuso per gli imputati nel troncone degli omicidi della maxi inchiesta Rinascita Scott sulle cosche di ‘ndrangheta del vibonese.
Gli imputati sono accusati, a vario titolo, per cinque omicidi e un sequestro di persona.
L’ergastolo è stato chiesto per Saverio Razionale, Giuseppe Antonio Accorinti, Vincenzo Barba, Antonio Ierullo e Domenico Bonavota.
Invocati 30 anni di reclusione nei confronti di Antonio Vacatello, Maurizio Pantaleo Garisto e Valerio Navarra.
Chiesti, infine, 14 anni di reclusione nei confronti del collaboratore di giustizia Andrea Mantella.
L’accusa – rappresentata in aula dai pm Antonio De Bernardo, Annamaria Frustaci, Andrea Buzzelli e Andrea Mancuso – ha chiesto, infine due assoluzioni nei confronti di Filippo Catania e Paolino Lo Bianco.
Secondo l’accusa, Razionale e Accorinti sono responsabili del duplice omicidio di Roberto Soriano e Antonio Lo Giudice avvenuto il 5 agosto del 1996. Barba, Catania, Lo Bianco e Mantella sono coinvolti nel caso della morte di Filippo Gancitano, scomparso a gennaio 2002. Ierullo e Bonavota sono accusati del duplice omicidio di Alfredo Cracolici detto “Alfredo Palermo” (a capo dell’omonima cosca di Mairato) e Giovanni Furlano, uccisi il 9 febbraio 2002.
I due furono uccisi a colpi di kalashnikov e di un fucile calibro 12, davanti all’abitazione della fidanzata di Cracolici.
Vacatello è accusato della tentata estorsione ai danni di un uomo nato a Vibo ma residente a Imbersago.
La vittima – dalla quale Vacatello pretendeva la restituzione della somma di 6000 euro – è stata anche sequestrata, secondo l’accusa, da Pantaleo Garisto, Navarra, Vacatello.
Prelevato a Cernusco sul Naviglio e portato in una casa a Seregno, fu immobilizzato e percosso ed infine costretto a tornare in Calabria con i suoi sequestratori per recarsi dai genitori a chiedere il denaro.
Intento non riuscito perché la vittima non disponeva della somma.
Il processo proseguirà con le arringhe difensive.
La sentenza è prevista per il prossimo 21 novembre.