INCENDIO NELLA PRESILA CATANZARESI, DENUNCIATI I PRESUNTI RESPONSABILI
Episodio lo scorso 13 aprile sul confine dei comuni di Petronà e Mesoraca
di REDAZIONE
– PRESERRE (CZ) – 11 MAGGIO 2024 – Oltre quaranta ettari di bosco della Presila andati a fuoco, danni ingenti a terreni agricoli, lavoro incessante per le squadre antincendio regionali, della protezione civile e dei Vigili del fuoco che – coadiuvati dai locali Carabinieri della Stazione di Petronà e del Nucleo forestale di Sersale, prontamente intervenuti – sono riusciti a domare le fiamme con il contributo di Canadair e concludere nelle successive ore le operazioni di spegnimento e bonifica, evitando danni ancora più estesi al territorio: è quanto accaduto lo scorso 13 aprile, sul confine dei comuni di Petronà e Mesoraca, tra le province di Catanzaro e Crotone, dove un vasto incendio in località “Acque Molle -Timpone Forcone” ha mandato in fumo larga parte dei rimboschimenti di pino ed eucalipto e formazioni di macchia mediterranea, per una superficie equivalente a circa 65 campi di calcio.
Già nell’immediatezza dei fatti i militari dei Nuclei Carabinieri Forestale di Sersale e di Petilia Policastro hanno attivato i dovuti accertamenti: attraverso l’ispezione delle superfici interessate dall’incendio e delle zone limitrofe, la repertazione delle aree percorse e la raccolta e analisi di informazioni da persone in grado di riferire notizie utili, sono riusciti a ricostruire la dinamica dell’accaduto.
Il minuzioso lavoro svolto dagli investigatori, anche grazie all’ausilio di attività tecnica, nota come metodo delle evidenze fisiche – m.e.f. (protocollo scientifico che permette di risalire al probabile punto di insorgenza del fuoco) ha consentito di appurare in breve tempo le verosimili cause dell’evento – riconducibile all’incenerimento di residui di potature e pulizia di fondo agricolo – nonché le modalità di propagazione e l’individuazione dei (due coniugi) presunti autori del reato, deferiti nei giorni scorsi, in stato di libertà, all’Autorità Giudiziaria di Crotone.
I contravventori, qualora le ipotesi accusatorie fossero confermate e fatte salve le loro garanzie di difesa, rischiano la reclusione da 1 a 5 anni.
La normativa in materia, inoltre, prevede che anche in caso di accensione di un fuoco su terreni coltivati, pascolivi o incolti possa configurarsi il reato di incendio boschivo, qualora sia accertato che le fiamme possono estendersi ad una limitrofa superficie boscata (cd. “suscettività” ad espandersi del fuoco).
Prosegue l’attività di prevenzione e repressione degli illeciti perpetrati in danno ai boschi dei Carabinieri del comparto Forestale di Catanzaro e Crotone che hanno adeguato, su tutto il territorio, il proprio dispositivo di controllo, soprattutto nelle aree particolarmente esposte, anche attraverso il posizionamento di “fototrappole”, strumenti tecnologici che – rilevando il movimento nell’ambiente circostante – sono in grado di scattare fotogrammi ed effettuare videoriprese. –