Emersi oltre 60 episodi, coinvolti reclusi e i loro familiari
Fonte: ANSA.IT CALABRIA
– COSENZA – 13 GIUGNO 2024 – Sono una cinquantina le persone indagate dalla Procura della Repubblica di Cosenza per un ‘giro’ di telefoni cellulari che sarebbero stati introdotti nel carcere cittadino tra l’ottobre del 2022 e giugno 2023 per consentire ai detenuti di comunicare con l’esterno.
Secondo quanto si è appreso la Procura, che ha notificato l’avviso di conclusione indagini, avrebbe fatto luce su 61 episodi che vedono coinvolti anche alcuni dei familiari delle persone recluse nell’istituto penitenziario.
Tra le persone indagate, oltre ad alcuni boss di ‘ndrangheta, c’è anche Nicola Campolongo, padre del piccolo “Coco” il bimbo ucciso e dato alle fiamme all’interno di un’auto dove si trovava insieme con il nonno Giuseppe Iannicelli e la compagna marocchina dell’uomo Ibis Taoussa nel gennaio 2024 a Cassano allo Ionio.
IL COMUNICATO DEL NUCLEO DELLA POLIZIA PENITENZIARIA DELLA CALABRIA
Il Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria per la Calabria, ha condotto a termine, dopo laboriosi e accurati accertamenti, le indagini nei riguardi di n. 50 soggetti ( di cui 49 all’epoca dei fatti detenuti presso la Casa Circondariale di Cosenza) ed un familiare di soggetto ristretto, che devono rispondere a vario titolo del reato di cui all’art. 391 del codice penale che punisce l’accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti.
Le indagini, condotte dal Nucleo Investigativo della Polizia Penitenziaria di Catanzaro e dirette dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cosenza, sono state avviate in seguito al rinvenimento, nell’anno 2022, a carico di detenuti, di un micro telefono cellulare all’interno dell’istituto cosentino e di una scheda clandestinamente in uso.
Le operazioni successivamente esperite, anche mediante lo sviluppo dei dati derivanti dal traffico telefonico, hanno consentito di ricostruire l’intera rete dei contatti telefonici tenuti indebitamente dai detenuti, anche in periodo successivo al rinvenimento del telefono ( fino a giugno 2023) per mantenere i contatti con l’esterno, appurando, altresì, il coinvolgimento di numerosi ristretti, non inizialmente indagati e la complicità di un familiare di detenuto responsabile di aver procurato e consegnato un dispositivo telefonico.
L’esame dei tabulati da parte del personale del Nucleo Investigativo e l’utilizzo delle più recenti tecniche investigative in materia da parte del NIC anche supportate dal patrimonio informativo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, ha consentito di pervenire più efficacemente all’individuazione dei detenuti responsabili e accertare contestualmente, le modalità e gli espedienti utilizzati per l’introduzione di materiale illecito tesi a garantire ai ristretti il mantenimento di contatti illeciti con la realtà esterna.