LETTERE A TITO: DODICI ANNI DI EPISTOLE E TRENTOTTO DALL’ALLARME DI BADOLATO PAESE IN VENDITA
Ringrazio tanto e di vero cuore te e (come sempre) i nostri gentili lettori, specialmente quelli più fedeli ed affezionati, con un pensiero accorato per le future generazioni le quali sono già alle prese con un mondo molto più difficile del nostro (malgrado il nostro tenace impegno individuale e sociale)
di Domenico LANCIANO (www.costajonicaweb.it)
– BADOLATO (CZ) – 5 OTTOBRE 2024 – Con questa “Lettera n. 565” intendo ricordare due anniversari sociali importanti (almeno per noi e per qualche altro che ci legge).
Il primo è legato proprio a questa nostra rubrica (più o meno) settimanale, nata giovedì 04 ottobre 2012, esattamente dodici anni fa … mentre l’altro compleanno (il trentottesimo) ricorre fra tre giorni (il 07 ottobre 2024) e si riferisce all’avvio ufficiale della nostra tenace lotta contro lo spopolamento dei borghi con l’allarme “Badolato paese in vendita” lanciato attraverso un mio articolo pubblicato sulla pagina nazionale 22 del quotidiano romano IL TEMPO di martedì 07 ottobre 1986.
Articolo diffuso in fotocopia nella stessa mattinata a numerosissimi giornalisti italiani ed esteri presenti in Roma nei rispettivi Centri o Redazioni-Stampa in Piazza San Silvestro e nell’attigua Via della Mercede a poche centinaia di metri dai Palazzi del Governo e del Parlamento.
Però, c’è da precisare che ho cominciato a parlare di “allarme spopolamento” fin dall’estate 1974 … una “lotta personale” che stentava a divenire sociale perché non venivo creduto ed anche perché non c’era ancora un’adeguata sensibilità culturale verso tale dramma umano, demografico, edilizio e rurale.
A quei tempi (anni settanta), benché le nostre Comunità realizzassero la “Festa dell’Emigrato” (spesso a fini politici-elettorali) non si parlava ancora della ricerca delle soluzioni per evitare lo spopolamento, causato proprio dall’emigrazione … un fenomeno che sembrava essere ormai del tutto ovvio e naturale, anche se assai doloroso.
Anzi, paradossalmente, era invidiato chi poteva emigrare ed avere un lavoro, anche se molto lontano da casa, specialmente se all’estero.
Purtroppo il problema è sempre culturale e, cinquanta anni fa, non c’era sufficiente cultura e sensibilizzazione verso questi temi, governati o non governati dalla politica partitica (legata prevalentemente ad interessi economici-elettorali e di potere più che prettamente di benessere sociale e di lungimiranza).
1 – LO SPOPOLAMENTO IERI OGGI DOMANI
Perché dico che lo spopolamento era diventata “la mia lotta personale” dal 1974?… Perché ho cercato di allarmare un po’ tutti già da allora quando, analizzando i dati anagrafici del Comune di Badolato (per la mia tesi di laurea), mi sono accorto che la popolazione si stava assottigliando così tanto e così rapidamente che, in particolare, Badolato Superiore (oggi denominato “borgo”) non avrebbe avuto più abitanti nel giro di cinquanta anni (cioè proprio entro il 2024).
Ero stato più che ottimista nel prevedere, stando ai dati analizzati, il più completo spopolamento del borgo proprio entro il 2024.
Infatti, pare che oggi (secondo il periodico cartaceo locale LA RADICE) siano soliti dormire a Badolato Superiore o borgo non più di 140 persone (dico centoquaranta) dai 4.842 rilevati dal censimento del 1951.
Di queste 140 persone almeno la metà non sono badolatesi ma neo-badolatesi cioè frutto delle varie iniziative promosse da me e poi da altri per la rivitalizzazione e la salvezza di tale borgo medievale e “città d’arte e di tradizioni” … prototipo di decine e decine di migliaia di borghi già da allora completamente o semi-spopolati in Italia e in Europa (come scrivevo fin dal 1987 su vari giornali e come evidenziavo in radio e in TV). Intanto il problema dello spopolamento era un “PROBLEMA EUROPEO” … per poi scoprire che tutto il resto del mondo soffriva di spopolamenti vari a causa della cattiva globalizzazione.
Lo spopolamento è l’evento più grave, silenzioso e continuo che impoverisce le comunità colpite negli ultimi due secoli. E’ una guerra sottile non dichiarata dal mondo opulento contro il mondo rurale, povero ed indifeso ma essenziale alla vita del pianeta. Una guerra per sfinimento, come se un corpo perdesse sangue lentamente quasi inavvertitamente fino a morirne.
Ed è ciò che accade ai borghi e alle ruralità di tutto il pianeta (specialmente – ripeto – con la cosiddetta cattiva globalizzazione).
Lo spopolamento è come un cancro che divora i territori fino a farli praticamente morire o a renderli insignificanti. A chi giova?… Urge un riequilibrio, prima che lo stesso pianeta rischi di subìre conseguenze nefaste.
Lo abbiamo ricordato spesso in questa nostra rubrica.
Purtroppo si continua a fare tutto in nome del profitto economico-politico, mai a favore delle persone e del territorio: un SUICIDIO (come ho evidenziato a conclusione della tesi di laurea “Evoluzioni socio-economiche di Badolato nel dopoguerra”).
Un suicidio globale si sta profilando se non corriamo ai ripari.
Infatti, richiamo di avere UN MONDO A BRANDELLI prima o poi (come ricordo ancora più avanti nell’ultimo paragrafo 7.
2 – QUESTE LETTERE DAL 04 OTTOBRE 2012
Questo appuntamento quasi settimanale di notizie e commenti “Lettere a Tito” è nato (appunto) giovedì 04 ottobre 2012, grazie alla tua gentilezza, disponibilità e lungimiranza.
In 12 anni esatti ho prodotto, con la presente, 565 lettere pari ad una media di 47 puntate sulle 52 settimane annuali.
Una buona media, considerando il tutto (indisposizioni, imprevisti, viaggi, vacanze, ecc.).
Se consideriamo, poi, le tante lettere scritte e non spedite per la pubblicazione, allora dovremmo alzare la media ben oltre le 52 ipotetiche lettere annuali.
Considerato, altresì, che molte di queste lettere hanno assunto le sembianze di piccoli “saggi” … possiamo evincere che l’impegno di scrittura è stato davvero notevole.
A tutto ciò bisognerebbe aggiungere le 36 “LETTERE SU BADOLATO” (pubblicate finora dal 26 novembre 2015 al 05 ottobre 2017) e le 6 “LETTERE ALL’AMORE” (evidenziate finora dall”11 ottobre 2023 al 18 dicembre 2023).
Entrambe le rubriche con possibilità di essere continuate.
Se poi si considera che buona parte di queste lettere hanno degli allegati, allora si può comprendere quale e quanto sia stato l’impegno di scrittura in questi dodici anni.
E quanto appena evidenziato riguarda la Calabria. Poi c’è il Molise, per il quale (nel medesimo periodo considerato, ma già dal dicembre 1983) ho scritto innumerevoli articoli sia per la stampa regionale che per quella agnonese come il mensile cartaceo L’ECO DELL’ALTO MOLISE.
E tantissimi sono stati i miei interventi sempre sullo spopolamento (uno dei miei principali cavalli di battaglia) fin dal 1974 in qualsiasi contesto, calabrese, molisano, nazionale ed estero.
3 – IN ALLEGATO “BADOLATO IN FOTO” AGGIORNATO
Intendo adesso ricordare i trentotto anni dall’inizio della vicenda (soprattutto mediatica) di “Badolato paese in vendita” (07 ottobre 1986) allegando la seconda edizione (aggiornata e corretta) dell’opuscolo “BADOLATO IN FOTO” in onore del borgo dei miei antenati e dei miei familiari, parenti ed amici.
Ti ricordo, altresì, che mercoledì 28 agosto 2024 abbiamo donato ai nostri lettori la prima edizione (datata 04 marzo 2024) allegandola alla << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-562-in-dono-il-mio-opuscolo-badolato-in-foto/ >>.
In questa seconda edizione del 07 ottobre 2024 ho effettuato, in particolare, le precisazioni segnalatemi dal maestro fotografo Massimo Rudi di Soverato circa l’attribuzione di due foto storiche: quella della nascita della sezione del Partito Socialista di Badolato nel 1898 (che trovi alla pagina 55) e quella della processione della Madonna della Sanità con saluti fascisti (evidenziata sulla terza pagina di copertina) risalente al 1935 in Piazza San Nicola.
L’una è attribuita a Vincenzo Rudi, padre di Giocondo e nonno di Massimo; l’altra a Pasquale Rudi, fratello di Giocondo e zio di Massimo.
Per meglio capire il mio grande amore per la Comunità di Badolato, è opportuno evidenziare che io non sono nato nel borgo, bensì che sono uno dei primissimi badolatesi nati in Via Marina quando Badolato Marina ancora non era tale ma soltanto “la marina” disabitata e poi dal 1875 Badolato Scalo per la presenza della Stazione ferroviaria, di 5 piccoli edifici e di una Villa baronale con parco recintato (risalente al 18° secolo).
Era un litorale marino disabitato e desolato (pure a causa della malaria). Sono nato il 04 marzo 1950 al casello ferroviario di Cardàra, mentre Badolato Marina è nata ufficialmente il 24 marzo 1952, due anni dopo.
I nostri gentili lettori possono rivedere quanto abbiamo pubblicato lo scorso mercoledì 28 agosto 2024 in << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-562-in-dono-il-mio-opuscolo-badolato-in-foto/ >> con l’allegato opuscolo di 107 fotografie (1898-1977) tratte dal terzo volume della mia tesi di laurea del 1977 proprio su Badolato.
4 – LE QUATTRO PAGINE EXTRA
Alle 64 pagine interne di questa seconda edizione di << BADOLATO IN FOTO >> ho aggiunto 4 “pagine extra” per dedicare l’opuscolo fotografico ai miei Genitori e a mio fratello Vincenzo Lanciano.
Ai miei genitori almeno per tre importanti motivi: 1- Perché finora sono state le uniche due persone che mi hanno voluto bene INCONDIZIONATAMENTE. 2- Perché mio padre è stato il primo a farmi amare Badolato Superiore (il borgo) e i suoi valori, quando ero ancora bambino; mentre mia madre “analfabeta” me ne ha insegnato la sua più autentica lingua e cultura popolare. 3 – Perché hanno finanziato l’enorme ricognizione fotografica per la mia tesi di laurea (un archivio ormai unico di circa cinquemila foto dal 1973 al 1977).
Ho voluto dedicare << BADOLATO IN FOTO >> pure a mio fratello Vincenzo (1932-2024) non soltanto per il grande affetto e per tutto ciò che ha significato nella mia vita, ma anche perché è stato colui il quale, per primo, mi ha insegnato a fotografare già da quando avevo l’età di otto anni, così come mi ha introdotto alla musica e alla conoscenza del territorio della nostra “Riviera degli Angeli” e di Roma, città tra tutte da me preferita.
Ho approfittato di queste 4 “pagine extra” per riportare le copertine di altri miei libri dedicati ai miei Genitori; ma anche per dare un messaggio di PACE, già appartenuto ad entrambi i miei Genitori e quindi da Loro ereditato con grande amore generazionale.
5 – OPUSCOLO COMPLEMENTARE SULLA SPOP-ART
Come evidenziavo in apertura di questa “Lettera n. 565” e al primo paragrafo, nell’estate 1974 ho avuto la piena consapevolezza che lo spopolamento avrebbe svuotato quasi completamente il borgo di Badolato nel giro di qualche decennio.
Invano ho cercato di parlarne chiaramente agli Amministratori di allora e di fare convincimento e cultura presso i miei compaesani, ma non sono stato creduto oppure non c’era la voglia e la volontà di affrontare il problema pure dal momento che era in atto quella che noi (più ingenui) definivamo “la politica del pilastro” … cioè la politica di un forsennato e disordinato accanimento edilizio sul litorale che avrebbe condizionato in pratica tutti i partiti e tutti i cittadini interessati a costruire i palazzoni (alcuni dei quali sono rimasti incompleti per molti anni caratterizzando così in modo orribile tutte le Marine joniche, non soltanto quella badolatese).
Insomma la Comunità badolatese era distratta e presa dalla corsa al mattone, dall’avidità edilizia e non si accorgeva che, nel frattempo, il borgo natìo si spopolava e rischiava di cadere a pezzi e nell’insignificanza.
Era per me un dovere etico (oltre che funzionale) dare l’allarme sul rischio di spopolamento completo e di morte.
Dal 1968 mi sono sempre interessato all’arte, esponendo quadri, piccole sculture e fotografie di vari artisti dell’interzona al Lido Delfino di Badolato Marina.
Il mio primo esame all’Università di Roma è stato sulla “Storia della critica d’arte” con un seminario sugli Impressionisti francesi del 19mo secolo.
Nell’estate 1973 i miei occhi hanno cominciato ad educarsi e a sensibilizzarsi meglio vedendo i magnifici e suggestivi quadri del pittore badolatese Nicola Caporale, in gran parte dedicati a descrivere aspetti, situazioni e persone del borgo natìo.
Nel 1981 (al mio primo incarico di Bibliotecario Comunale) ho cominciato a raccogliere quadri (specialmente di autori badolatesi) con l’intenzione di realizzare una vera e propria PINACOTECA.
Poi, nell’Agnone del mio esilio, negli anni novanta ho visto ed ammirato la Mostra di pittura di Pasquale Verdone (nella foto in bianco e nero) il quale con i suoi quadri insisteva nel mostrare questa “città di arte e di cultura” svuotata dall’emigrazione e, quindi, dallo spopolamento.
Essendo assai sensibile a tali temi, confesso che tale Mostra mi ha impensierito e impressionato così tanto che, da allora, pensavo alla denominazione di un’arte che descrivesse lo spopolamento proprio per esorcizzarlo.
Confesso altresì che la Mostra di Verdone mi ha particolarmente sconvolto nella sua crudezza presente e soprattutto futura.
Eppure avevo già visitato parecchi borghi spopolati e/o in rovina.
Ed avevo già visto i quadri che il compianto pittore isernino Nicola Padula aveva dedicato allo spopolamento rurale e dei borghi.
Ho constatato che l’Arte avrebbe paradossalmente potuto sensibilizzare meglio e di più della stessa realtà.
Come le installazioni dell’artista badolatese Gianni Verdiglione, il quale sostenuto da alcuni amici, sta impreziosendo e popolando il borgo semi-spopolato di Badolato con le sue innumerevoli “Pietre parlanti” che rievocano personaggi e situazioni … restituendo memoria sociale al borgo attraverso visioni, storie ed emozioni.
Un po’ come fanno alcuni artisti di Maranzana (Asti) o di Poggio Sannita (IS) o di altri paesi semi-spopolati che popolano i loro borghi con pupazzi (detti “babàci”) come se fossero abitanti veri.
L’Arte dell’illusione o l’illusione dell’Arte?…
Foto n. 9 – Pagina 1 e 4 SPOP-ART In tutti questi quasi trentanni dalla Mostra di Pasquale Verdone mi interrogavo:
Come chiamare questa arte?…
Dopo tanto studiare e rimuginare penso di avere individuato finalmente nel termine (motivato) di SPOP-ART la dizione più attinente.
Così, a supporto della mia lunga campagna di sensibilizzazione contro lo svuotamento dei borghi e delle ruralità, ho scritto e poi pubblicato lo scorso 27 settembre 2024 (42mo anniversario del mio matrimonio) un apposito opuscolo, intitolato proprio SPOP-ART che abbiano donato ai nostri lettori attraverso << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-564-in-omaggio-lopuscolo-sulla-spop-art-contro-lo-spopolamento-dei-borghi-e-la-desertificazione-delle-ruralita/ (lunedì 23 settembre 2024).
6 – L’ALTRA ITALIA DI RAI DUE PARTE MALE
Caro Tito, ieri sera, giovedì 03 ottobre 2024, verso le 21.30 ha esordito la trasmissione televisiva di Rai Due L’ALTRA ITALIA, condotta dal giornalista Antonino Monteleone (nato a
Reggio Calabria il primo febbraio 1985 ovvero nove mesi prima dell’inizio della vicenda di “Badolato paese in vendita”).
Avremmo dovuto aspettarci di vedere servizi su quell’Italia (in particolare nascosta e sofferente) che solitamente non appare nelle cronache, magari pure l’Italia che vive fuori dai confini nazionali … invece … invece è venuta fuori una delle tante trasmissioni giornalistiche di semi-approfondimento che possiamo vedere, durante la settimana (tra ottobre e maggio, perché poi il cervello RAI va in vacanza, mentre noi proseguiamo a pagare il canone annuale).
Nulla di nuovo né nello stile né nei contenuti. Un vero peccato! Un’altra occasione persa per fare emergere l’Italia più vera, quella bella e brutta non ufficiale e che (a parte e in parte da Domenico Iannacone, Milena Gabanelli, Sigfrido Ranucci e qualche altro) nessuno ci vuol fare vedere ma che noi sappiamo esistere e penare poiché ne facciamo parte.
L’Italia provinciale e periferica, dimenticata che non ha voce. L’ALTRA ITALIA che subisce e che, in genere, è quella del Sud (come sottotitola ancora il “Quotidiano del Sud” con << L’altra voce dell’Italia >>).
L’Italia bistrattata persino dai partiti ex-combattenti divenuti alternativamente partiti di Potere.
L’ALTRA ITALIA è l’Italia delle solitudini. Un’Italia di cui non si cura proprio nessuno, nemmeno per una semplice curiosità. Quella non avvicinata e non toccata paradossalmente nemmeno dalle Chiese o dalle associazioni di volontariato.
L’Italia di chi muore e il cui cadavere viene trovato dopo due anni. L’Italia dei paesi in agonia e dei paesi-cadavere.
L’ALTA ITALIA è, ad esempio e tanto per restare in tema, quella dello spopolamento (che riguarda oltre cinquemila comuni soltanto in Italia) … quella di cui nessuno parla o di cui si parla troppo poco … l’Italia scomoda, lasciata indietro da tutti i governi … ma anche l’Italia di chi vive esperienze alternative e quella degli emigrati all’estero (specialmente di coloro che portano alto il nome della nostra nazione e che hanno dimostrato di saperci fare mentre in patria non avevano prospettive ed erano addirittura ritenuti incapaci).
Nulla di tutto questo.
La trasmissione di Antonino Monteleone è (sotto sotto) la solita Italietta della politica. Tendenziosa. E penso che nelle prossime puntate non cambierà il paradigma di questa trasmissione-fotocopia.
Una delle tante che evidenzia sempre (di tacco o di punta) l’Italia privilegiata e già sovraesposta NON l’Italia nascosta del sacrificio e della religiosità, l’Italia quotidiana (bella o brutta che sia), in particolare quella che la vita se la suda più degli altri … soprattutto l’Italia a brandelli.
Quella che abbiamo visto ieri sera è l’altra faccia del potere …
L’ALTRA ITALIA DEL POTERE, degli argomenti triti e ritriti.
Con troppa cronaca extra-italiana delle guerre attuali … quella cronaca che ci subissa dalla mattina alla sera ed anche alla notte con Rai News24.
Abbiate pietà!…
Parliamo di altre cose serie … parliamo appunto dell’ALTRA ITALIA senza riflettori.
7 – SALUTISSIMI … VERSO UN MONDO A BRANDELLI
Caro Tito, spero che sia gradito ai nostri lettori l’omaggio web della seconda edizione dell’opuscolo << BADOLATO IN FOTO >> (aggiornato e corretto, cui ho aggiunto 4 pagine extra), pure perché le trenta copie cartacee (appena stampate dalla tipografia di Antonio e Anna Litterio di Agnone del Molise) saranno inviate quasi tutte a Biblioteche nazionali e regionali affinché tale pubblicazione sia auspicabilmente disponibile gratuitamente con il prestito inter-bibliotecario.
Ho datato 07 ottobre 2024 questa seconda edizione proprio per rimarcare la ricorrenza del 38mo anniversario dell’inizio della vicenda di << BADOLATO PAESE IN VENDITA >> del 07 ottobre 1986.
Ma anche per evidenziare il messaggio che l’Italia ed il mondo stanno andando sempre più a brandelli.
La colpa?…
E’ evidente: è a carico dei Paesi ricchi e potenti che, invece di collaborare per salvare i propri popoli e l’intero pianeta, stanno rischiando davvero di fare esplodere tutto e ciò che ne verrà fuori sarà … UN MONDO A BRANDELLI. A cominciare dall’Italia che ormai è avviata verso il ritorno alle schiavitù e al << SI SALVI CHI PUO’ >>.
L’Italia è, quindi, già a brandelli. Nonostante la sua solita prosopopea. Della serie << Sotto il vestito niente >>. Oppure come si dice popolarmente << Vestita come una regina e scalza come una gallina >> con un debito pubblico che schiaccia già noi, figuriamoci le future generazioni!!!…
Per il momento chiudo qui.
Adesso non mi resta che ringraziare e salutare tutti.
Ringrazio tanto e di vero cuore te e (come sempre) i nostri gentili lettori, specialmente quelli più fedeli ed affezionati, con un pensiero accorato per le future generazioni le quali sono già alle prese con un mondo molto più difficile del nostro (malgrado il nostro tenace impegno individuale e sociale).
Le nuove generazioni hanno tutta la nostra solidarietà, tutto il nostro incoraggiamento.
Alla prossima “Lettera n. 566” con i migliori auguri per tutti e per tutto … specialmente per un mondo di pace (visto e considerato che i focolai di guerra sono sempre più vigorosi e pericolosi, specialmente per l’Europa ed il Mediterraneo, assediati da congiure estranee alla nostra civiltà umanistica).
Evitiamo assolutamente l’Italia ed il mondo a brandelli!….
Un fraterno abbraccio.
Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)
ITER-City, venerdì 04 ottobre 2024 ore 06.18 (aurora adriatica sull’orizzonte di Vasto Paradiso) – Da 57 anni (dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto” (con Amore).
La foto, di cui detengo i diritti, è mia.
TRE ALLEGATI DELL’OPUSCOLO << BADOLATO IN FOTO >> :
1-ALLEGATO-Copertine-opuscolo-BADOLATO-IN-FOTO-2-ediz.-2024-Domenico-Lanciano
2-ALLEGATO-4-PAGINE-EXTRA-BADOLATO-IN-FOTO-2-ediz.-2024-opuscolo-di-Domenico-Lanciano
3-ALLEGATO-BADOLATO-IN-FOTO-64-pagine-interne-opuscolo-di-Domenico-Lanciano-2-edizione-07.10.2024