MONTI REVENTINO E MANCUSO: BEVILACQUA RIPORTA IN AUGE LA PROPOSTA DI UN’AREA PROTETTA
La zona ha grande importanza per i suoi paesaggi e per la sua biodiversità, riconosciuta anche dal Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Catanzaro
di REDAZIONE
– LAMEZIA TERME (CZ) – 13 DICEMBRE 2024 – L’avv. Francesco Bevilacqua, scrittore e ambientalista, autore di molti libri sui parchi, sul viaggio in Calabria, sulla letteratura calabrese e sul rapporto fra uomo e natura, ripropone l’idea di creare un’area protetta nell’area del Reventino-Mancuso, le montagne appena all’interno del Golfo e della Piana di Sant’Eufemia.
Per Bevilacqua, l’area – sulla quale egli scrisse un’apposita guida storico-naturalistica ed escursionistica nel 2008 per Rubbettino – ha grande importanza per i suoi paesaggi e per la sua biodiversità, riconosciuta anche dal Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Catanzaro, alla cui redazione egli partecipò nel gruppo di lavoro diretto dal prof. Pierluigi Cervellati.
Ma l’area fu individuata sin dal 1979 come una di quelle di maggior pregio nell’Appennino Meridionale, dagli insigni naturalisti Franco Tassi (allora direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo) e Fulco Pratesi (allora presidente del WWF Italia), che la descrissero con toni entusiastici nella loro “Guida alla natura di Puglia, Basilicata e Calabria” edita da Mondadori.
La dorsale dei monti Reventino e Mancuso, che si distende da Nocera Terinese ad ovest, sino a Gimigliano ad est, comprende vari comuni, oltre quelli appena citati, fra cui Falerna, Gizzeria, i due Martirano, San Mango d’Aquino, Platania, Motta Santa Lucia, Conflenti, Soveria Mannelli, Decollatura, Serrastretta, Carlopoli, San Pietro Apostolo, Cicala, Miglierina, Tiriolo. Anche Lamezia Terme ne fa parte poiché il territorio dell’ex Comune di Sambiase arriva sino al crinale dello stesso Monte Mancuso.
Secondo Bevilacqua vi è l’urgenza di istituire un parco regionale ovvero più riserve regionali secondo la legge regionale sulle aree protette n. 22 del 2023 per tutelare i paesaggi e la biodiversità dell’area, ma anche per mettere fine al pericolo che si realizzino i molti progetti di impianti eolici che da decenni incombono sulla zona e per prevenire tagli scriteriati dei boschi, anche monumentali, che ricoprono le montagne e le valli.
Per altro, dice Bevilacqua, proprio la Conca di Decollatura e di Soveria Mannelli è entrata, per le sue caratteristiche ambientali ed economiche (la presenza di industrie manifatturiere), nella Strategia Nazionale Aree Interne (SNAI), con la quale il Governo intende fermare lo spopolamento e creare sviluppo sostenibile.
Senza contare le diverse zone di interesse comunitario che sono state individuate dalle università lungo la dorsale montuosa e le tante bellezze naturali (boschi, cascate, cime, valli, gole, canyon) che sono divenute meta, negli ultimi anni, di un turismo eco-esperienziale rispettoso dell’ambiente e delle popolazioni, grazie alle diverse associazioni di riscoperta del territorio che in questi anni sono sorte.
Per questo motivo, Bevilacqua chiama a raccolta cittadini, associazioni ed amministrazioni affinché si torni a chiedere alla Regione Calabria l’istituzione dell’area protetta, anche approfittando di quanto prevede la Strategia Europea per la Biodiversità e cioè che entro il 2030 gli stati membri dovranno sottoporre a tutela almeno il 30% dei loro territori.
Il paesaggio, conclude Bevilacqua, è la prima e vera attività produttiva di un’area come quella del Reventino-Mancuso: tutelandolo realmente possiamo far innescare l’unico vero sviluppo di cui la Calabria ha bisogno.