CONFERENZE STAMPA, L’ODG CALABRIA: «RISPETTO PER I GIORNALISTI, NON DIVENTINO EVENTI PROMISCUI»
Giuseppe Soluri
Stigmatizzato episodio verificatosi a Reggio Calabria
di REDAZIONE
– CATANZARO – 15 DICEMBRE 2024 – Un ennesimo episodio di insofferenza e di mancanza di rispetto nei confronti di un giornalista si è registrato nella giornata di venerdì in Calabria.
Stavolta è capitato in occasione della conferenza stampa (sic!) prevista al Comune di Reggio Calabria per presentare, assieme ai responsabili dell’azienda che si è assicurata l’appalto, le programmate novità nella raccolta dei rifiuti nella città dello Stretto.
Quella che era stata annunciata come conferenza stampa si è tramutata in realtà in una sorta di evento allargato a cittadini, comitati di quartiere e associazioni varie facendo allungare enormemente i tempi della… conferenza stampa e aumentare notevolmente la confusione.
A quel punto la collega Emilia Condarelli, presente sul posto per realizzare il servizio per conto della emittente reggina RTV, ha chiesto al sindaco Falcomatà se fosse almeno possibile realizzare una breve intervista per poterla inserire, visti i tempi strettissimi, nel primo tg dell’emittente. ù
Al diniego di Falcomatà e del suo vice Brunetti, la collega ha sommessamente fatto notare che “se è una conferenza stampa devono esserci solo i giornalisti, se è un dibattito pubblico avreste dovuto avvertirci”.
E’ seguita una serie di valutazioni a dir poco discutibili da parte di Falcomatà: “Lei è arrivata in ritardo alla convocazione (sic!)”; “Nessuno vi chiede di venire”.
Il tutto condito dall’utilizzo, nei confronti della collega Condorelli, del termine “signora” che, nella fattispecie, si trasforma inevitabilmente da sostantivo di cortesia in un epiteto dal sapore irridente e beffardo visto che viene rivolto ad una professionista che sta facendo il proprio lavoro.
Ad appesantire il tutto ci ha pensato poi il vicesindaco Brunetti ipotizzando, con chiaro e immotivato riferimento alla Condorelli, “che qualcuno venga di proposito a destabilizzare un ambiente”.
Impossibile non classificare gli atteggiamenti sopra descritti come del tutto irriguardosi non solo nei confronti della collega specificamente interessata ma anche nei confronti di tutti i giornalisti.
Intanto perché alle conferenze stampa non si viene “convocati” ma, semmai “invitati”; poi perché alle conferenze stampa, se tali vengono definite, debbono partecipare soltanto i giornalisti perché possano fare le proprie domande e realizzare le proprie interviste in tempi decenti nonostante i cronici ritardi con cui spesso le conferenze stampa iniziano; infine perché, nel caso specifico, si sono utilizzati termini e atteggiamenti irridenti nei confronti di una giornalista che si distingue per la serietà e la oggettività dei suoi servizi.
Chi guida una grande città come Reggio Calabria sa bene che chi ha ruoli istituzionali importanti non può e non deve permettersi cadute di stile o atteggiamenti men che rispettosi nei confronti di chiunque.
Ancor più di altri immaginiamo lo sappia il sindaco Falcomatà che non solo viene da una grande tradizione politico-istituzionale familiare ma che è anche un valente avvocato.
Ci auguriamo che la caduta di stile possa essere riparata, anche con delle semplici scuse personali alla collega coinvolta nella vicenda.
Cogliamo l’occasione per ricordare a chiunque, avendo ruoli istituzionali, convochi una conferenza stampa, di garantire che la stessa sia tale e invitiamo i giornalisti che alle conferenze stampa partecipano a pretendere che le stesse, se come tali presentate nell’invito, non diventino eventi promiscui in cui si rischia di perdere il senso dei singoli ruoli e, come è forse avvenuto a Reggio venerdì, anche il senso della misura.