POSTA CHIUSA A CHIARAVALLE CENTRALE, L’OPPOSIZIONE TORNA ALL’ATTACCO
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Senza servizio già da venerdì scorso e senza risposte: l’amministrazione Donato sotto accusa
di REDAZIONE
– CHIRAVALLE CENTRALE (CZ) – 12 FEBBRAIO 2025 – La chiusura temporanea dell’Ufficio Postale di Chiaravalle Centrale continua a scatenare polemiche.
L’opposizione consiliare, rappresentata dai consiglieri Vito Maida, Claudio Foti e Giuseppe Antonio Rauti, torna alla carica e chiede un consiglio comunale straordinario per discutere della situazione, denunciando il silenzio del sindaco Domenico Donato e l’assenza di soluzioni alternative per garantire il servizio ai cittadini.
Secondo i consiglieri di minoranza, la chiusura temporanea dell’ufficio postale rappresenta un grave disservizio per la comunità, in particolare per gli anziani e le persone con ridotta mobilità, costretti a recarsi a San Vito sullo Ionio, distante circa sei chilometri. Maida, Foti e Rauti puntano il dito contro l’amministrazione comunale per non aver cercato soluzioni che potessero mantenere attivo il servizio in loco, come invece accaduto in altri comuni calabresi interessati da lavori simili.
“Per quale motivo non sono state prese in considerazione soluzioni alternative che consentissero la continua operatività dell’Ufficio Postale di Chiaravalle Centrale, evitando così il disagio ai cittadini?
Ad esempio, non sarebbe stato possibile individuare un luogo alternativo in Chiaravalle Centrale dove potessero essere svolti i servizi postali durante il periodo di chiusura?” si legge nella richiesta inoltrata dai tre consiglieri.
A infiammare ulteriormente la polemica è la mancata convocazione di un consiglio comunale sull’argomento. L’opposizione, infatti, aveva già presentato una richiesta il 21 gennaio 2025, reiterata poi il 5 e il 7 febbraio, sollecitando un dibattito pubblico sulla questione.
Tuttavia, il sindaco Donato ha respinto la richiesta, sostenendo che il tema “esula dalle competenze del Consiglio”.
Una giustificazione che non convince i consiglieri di minoranza, i quali ribadiscono che il Consiglio Comunale ha il diritto e il dovere di discutere su questioni che riguardano la comunità e i servizi pubblici locali: “L’argomento della chiusura temporanea dell’ufficio postale non rientra necessariamente nel ‘manifestamente estraneo alle competenze dell’assemblea’, poiché il Consiglio Comunale ha funzioni di indirizzo e controllo politico-amministrativo, compresa l’organizzazione dei pubblici servizi”.
Maida, Foti e Rauti accusano il sindaco di adottare una lettura restrittiva e strumentale delle norme, con il solo scopo di evitare il confronto pubblico: “Le azioni recentemente intraprese dal sindaco appaiono come un tentativo deliberato di limitare indebitamente le prerogative dei consiglieri comunali, adottando una lettura artificiosamente restrittiva delle norme vigenti.
Questo atteggiamento mina il corretto funzionamento delle istituzioni locali e solleva gravi interrogativi sul rispetto delle regole democratiche”.
Il dibattito si allarga oltre il caso specifico della Posta e investe la gestione politica dell’amministrazione Donato.
I consiglieri di opposizione non nascondono la loro preoccupazione per un modus operandi che considerano opaco e antidemocratico.
“L’atteggiamento del sindaco, che si trincera dietro specifici articoli di legge solo quando gli conviene, è non solo incoerente, ma anche indice di una gestione strumentale del suo ruolo”, denunciano Maida, Foti e Rauti.
La richiesta di un consiglio comunale straordinario rimane dunque sul tavolo, insieme a un interrogativo che pesa come un macigno sulla politica locale: “Perché il sindaco Donato evita il confronto pubblico?”.