DAVOLI (CZ) – Rapina alla Banca Popolare del Mezzogiorno
Armati di un finto pacco bomba tre uomini hanno agito indisturbati per circa un’ora minacciando di far saltare tutto in aria. All’esterno hanno collocato un cartello con su scritto “La banca per problemi tecnici riapre alle 12,30”. Un quarto uomo avrebbe fatto da “palo” all’esterno. Sul posto i carabinieri che hanno avviato le indagini
di Franco POLITO
DAVOLI (CZ) – 9 APRILE 2015 – Si sono presentati ieri mattina intorno alle 8 a volto scoperto, con indosso un parrucchino, “armati” solo di una finta bomba, un pacchetto cilindrico, avvolto nel nastro adesivo, contenente del concime agricolo.
Per fare entrare gli altri due complici nella filiale della Banca Popolare del Mezzogiorno, il presumibile capobanda, introdottosi in banca dalla porta d’ingresso automatica, ha minacciato il vicedirettore di far saltare tutto in aria. Tempo un’ora, e dal caveau e dal bancomat dell’istituto di credito situato nella frazione marina del centro ionico, sulla trafficatissima e frequentatissima via Nazionale, avevano portato via circa 60 mila euro dileguandosi e facendo sparire le loro tracce.
Un lavoro compiuto in tutta tranquillità. All’esterno hanno collocato un cartello con su scritto “La banca per problemi tecnici riapre alle 12,30”. Hanno pensato a tutto anche per la fuga. L’allarme ai carabinieri è scattato soltanto alle 10 perché i dipendenti sono rimasti paralizzati dalla paura per sessanta minuti. Prima di andare via i manigoldi hanno intimato di avvertire le forze dell’ordine non prima di un’ora altrimenti avrebbero azionato a distanza l’esplosivo.
Sul posto sono poi intervenuti i carabinieri della stazione cittadina, il Nucleo Operativo della Compagnia di Soverato e il reparto Scientifica. All’opera ancche il gruppo Artificieri del Nucleo Operativo di Catanzaro per l’analisi dell’involucro di cartone, rivelatosi solo un mero contenitore con dentro prodotti per l’agricoltura.
Dai rilievi effettuati dai militari, risulta che i tre non fossero soli. Qualcun altro ha fatto da “palo” all’esterno della banca. Dalle testimonianze dei dipendenti i carabinieri hanno appurato che il “commando” era composto da calabresi, visto che per tutto il tempo in cui si sono trattenuti all’interno della filiale hanno continuato a parlare il dialetto delle nostre zone.
Altro particolare, dovrebbe trattarsi di gente di età compresa tra i 40 e i 60 anni che ha agito senza mimetizzarsi il viso perché, probabilmente, non della zona e quindi senza il timore di essere riconosciuta. Gli uomini dell’Arma, comunque, hanno buoni motivi per ritenerli individui residenti in Provincia di Catanzaro.
Nelle indagini per risalire alla loro identità qualcosa in più ne sapranno esaminando i filmati delle telecamere a circuito a chiuso della banca e di quelle di video sorveglianza disseminate all’esterno su piazza Cassiodoro.