LA VICENDA – FABRIZIO CATALANO, STORIA DI UN’ATTESA SENZA RESA
Il ragazzo è scomparso nel 2005 ad Assisi. Da allora di lui si sono perse le tracce. Recentemente la mamma Caterina Migliazza, originaria di Girifalco, nel catanzarese, ha incontrato gli studenti del liceo “Campanella” di Lamezia Terme
di Franco Polito
4 MAGGIO 2014 – Non sa dove sia. Ma sa che è vivo. Di sicuro è vivo. In Italia. O nel resto del mondo. E’ una certezza che Caterina Migliazza, nativa di Girifalco ma da una vita a Collegno, in provincia di Torino, si porta con sé dal 21 luglio 2005.
Da quel giorno il figlio Fabrizio Catalano è scomparso. L’ultima volta è stato visto sul Sentiero Francescano della Pace che da Assisi conduce a Gubbio in località Valfabbrica (PG). Da allora, di lui si sono perse le tracce. In terra umbra Fabrizio ci era andato per frequentare un corso di musicoterapica di due settimane. Lo attendevano le vacanze in Calabria. A Girifalco. I biglietti erano pronti. Lui pure. Mamma Caterina, papà Ezio e il fratellino Alessio anche. Solo che quel viaggio verso il Mar Ionio Fabrizio non lo ha fatto.
Per la famiglia Catalano comincia una nuova vita. Iniziano le ricerche. Fioccano le iniziative per capire cosa sia successo. Per trovarlo e riportarlo a casa. La vicenda finisce diritta nel libro “Cercando Fabrizio – Storia di un’ attesa senza resa”, scritto da mamma Caterina con Marilù Tomaciello, sua grande amica. Con la prefazione di Federica Sciarelli, conduttrice di Chi l’ha visto?, la trasmissione di Rai Tre dedicata agli scomparsi e alle loro famiglie dove il “caso” è finito qualche tempo prima, raccontano due anni di esplorazioni, ricerche e indagini ininterrotte e tuttora in corso.
Oltre che “storia di un’attesa senza resa”, la scomparsa di Fabrizio ad Assisi è anche vicenda di misteri e incognite. Di porte chiuse. Di silenzi <<che abbiamo cercato e stiamo ancora cercando di chiarire grazie al continuo nostro impegno e di chi ci ha dato una mano in questi anni>> ricorda Caterina.
Si muovono in tanti. Associazioni e organizzazioni. La famiglia Catalano inizia a percorrere la Penisola. Non mancano “le puntate” in mezzo alla gente calabra. Fabrizio, però, non torna. Caterina, tuttavia, sa che è vivo. E’ la sua certezza dal 21 luglio 2005. La stessa che la anima quando il 21 marzo 2013 si costituisce a Collegno il comitato di volontariato “Cercando Fabrizio e …”.
L’obiettivo è variegato. Si punta a dare voce a chi non ce l’ha. Lottare contro l’indifferenza e l’oblio. Sostenere la ricerca degli scomparsi e della verità <<affinché l’attesa – aggiunge Caterina – diventi parte di un percorso condiviso, durante il quale non ci si sentirà soli, per dare e ricevere il sostegno che nasce dall’unione tra le persone, per non abbandonare nessuno, qualunque sia la sofferenza che porta con sé>>.
Lo sguardo dell’associazione è rivolto a tutti. I giovani, come Fabrizio, e le scuole sono un terreno privilegiato. A loro, e non solo, il comitato dedica il progetto “Storia di un’attesa senza resa”. Inserito nel catalogo formativo Cesedi della provincia di Torino 2013 – 2014, è rivolto agli allievi delle scuole medie superiori per <<informare e sensibilizzare – dice ancora Caterina – i ragazzi sul fenomeno degli scomparsi, perché “informare è prevenire>>.
Un viaggio nelle scuoleper riflettere sul prezioso supporto, materiale e psicologico, che, in casi del genere, viene ad assumere la solidarietà. E silenzio religioso, attenzione, occhi appannati hanno accolto le letture del libro “Cercando Fabrizio” al liceo “Campanella” di Lamezia Terme lo scorso 28 aprile.
Nuova linfa di speranza, corroborata da una recente epistola di risposta di Papa Francesco, fino al prossimo incontro. Con la certezza che Fabrizio è vivo. Anche se non si sa dove sia.