AMARONI (CZ) – “BANDITI SOGNATORI” E “IMPRENDITORI ERETICI” FESTEGGIANO LA BIBLIOTECA
Primo anno di vita della biblioteca comunale “Tiziano Terzani” celebrato ieri con una serie di iniziative organizzate dall’amministrazione comunale e l’associazione “Macondo”
di Franco POLITO
AMARONI (CZ) – 5 SETTEMBRE 2015 – Trecentosessantacinque giorni di aggregazione nel nome della cultura e dei libri. Tradotto, un anno di biblioteca comunale “Tiziano Terzani”. Per la comunità amaronese una tappa importante.
Per celebrarla, amministrazione comunale e associazione “Macondo” si sono inventati il “Biblioversario”. L’appuntamento, andato in scena ieri nel piazzale antistante la biblioteca, è stato un contenitore a più facce con un solo denominatore: il sapere come strumento per la socializzazione.
«Ed è proprio per raggiungere questo obiettivo – ha ripetuto più volte il vicesindaco e assessore al Bilancio Teresa Lagrotteria – che l’anno scorso ci siamo strenuamente impegnati per realizzare la biblioteca assieme ai ragazzi di “Macondo”. Con notevoli sacrifici abbiamo personalmente. ed a costi quasi a zero, rimesso a nuovo il piano terra dell’ex scuola primaria regalando un sicuro punto di riferimento alla comunità, ulteriore segno di crescita e sviluppo».
Crescita e sviluppo li vogliono tutti. “Macondo” da anni lavora per dare respiro a un nuovo modo di essere meridione e Calabria. Per l’associazione ha parlato Marta Monteleone illustrando il programma della manifestazione.
Intervistato dalla giornalista Carmela Commodaro, Domenico Marcella ha presentato il suo libro “#ZeroNoveCinque: signore catanesi rispondono”. L’autore ha illustrato le diciassette interviste alle “fimmini putenti” catanesi mettendone in risalto le diverse emozioni, legate dal comune filo della realizzazione dei loro sogni, e offrendo un suggestivo spaccato della città di Catania.
Dopo un’ora circa spazio all’apericena e alla proiezione del video “Anam, il senzanome” in omaggio a Tiziano Terzani. Poi “Jennu Brigannu. Storie di briganti calabresi” di Vincenza Costantino, spettacolo teatrale con Manolo Muoio e Ernesto Orrico. Un’ora tra ironia, sarcasmo e riferimenti all’attualità che si trasforma in un viaggio a ritroso nel tempo. Il punto di partenza è l’emigrazione. Quello d’arrivo il banditismo. In una Calabria immobile, “terra traditrice” che non vuole fare la rivoluzione come i francesi, l’unico modo per sfuggire alla miseria e alla “cafonaggine” del guardiano di bestie è diventare “bandito”.
Banditi, politici e popolo che Massimiliano Capalbo accomuna nel suo libro che ha presentato subito dopo. Il volume si chiama “La terra dei recinti”. Un libro che sfata diversi falsi miti. Per Capalbo i “recinti” sono quegli “spazi – zoo” appositamente costruiti dalla politica per garantirsi la sopravvivenza e in cui in tanti amano sguazzare per garantirsi favori e aiuti. L’unica via di uscita è fare come quegli “imprenditori eretici – ribelli”, lui compreso, che hanno rotto con il sistema e sono evasi dai “recinti”. Come dire, il lavoro c’è, basta inventarselo. Di fronte al bivio, è questa la strada da imboccare se la Calabria vuole salvarsi.
Non sono mancate le iniziative “collaterali” con spazi espositivi e divulgativi su librerie oltre allo scambio di libri usati. E nemmeno l’arte figurativa. L’artista Jorit Chi ha dipinto due splendidi murales raffiguranti Tiziano Terzani e Vittorio Arrigoni, emblemi del pensiero che “non ha confini”.