18 Aprile 2016
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SAN PIETRO A MAIDA (CZ) – POLITICA ED ECONOMIA IN DIALOGO PER LA PIENEZZA UMANA
Tema affrontato nell’ambito del terzo incontro della Scuola di Dotrrina Sociale della Chiesa
di REDAZIONE
SAN PIETRO A MAIDA (CZ) – Lo scorso 14 aprile si è tenuto a San Pietro a Maida presso il Centro Pastorale Sant’Anna, il terzo incontro della Scuola di Dottrina Sociale della Chiesa, organizzato dalla Diocesi di Lamezia Terme, alla presenza del Vescovo di Lamezia Terme S.E. Monsignor Luigi Antonio Cantafora e del direttore dell’Ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro, Don Fabio Stanizzo. Tema del percorso formativo di quest’anno è stata l’enciclica “Laudato sì” di Papa Francesco.
E’ intervenuto come relatore Bruno di Giacomo Russo, costituzionalista e professore all’Università degli Studi di Milano Bicocca. Il tema affrontato è stato la “Politica ed economia in dialogo per la pienezza umana”. Nella sua introduzione, il relatore, ha ribadito il valore sociale che questa enciclica ha voluto dare. Ma quello che colpisce fin dall’inizio e che questo atto si colloca perfettamente nella dottrina sociale della chiesa. Sintetizza quelli che sono i principi cardine della dottrina ma allo stesso tempo mette in evidenzia dei consigli pratici per far si che l’umanità si orienti verso quella che è la pienezza umana dell’economia.
La ricchezza dell’enciclica sta proprio in un concetto nuovo molto inclusivo: l’ecologia integrale che contiene quelle che sono le problematiche connesse all’ambiente in senso stretto e quelle che di riflesso sono le questioni economico sociali. Non è possibile pensare ad una ristrutturazione del mondo dell’economia senza pensare alla necessità di affrontare il tema della cura e della salvaguardia della casa comune. Papa Francesco in virtù dell’aspetto che caratterizza la dottrina sociale della chiesa, che non è un’ideologia ma che è attenta alla vita quotidiana, in diversi punti dell’enciclica offre i consigli necessari a formare un nuovo stile di vita.
Tra questi principi vi è la sostenibilità intesa nelle sue dimensioni più ampie: la crisi non è solo di tipo economico, ma sociale, ambientale e antropologico. Infatti quello che viene a mancare è la centralità dell’essere umano. Al centro dell’economia e della politica deve esserci l’uomo. Nel capitolo quinto dell’enciclica il Papa individua 5 linee di orientamento e di azione: il dialogo sull’ambiente nella politica internazionale, il dialogo verso nuove politiche nazionali e locali, dialogo e trasparenza nei processi decisionali, politica ed economia in dialogo per la pienezza umana e le religioni nel dialogo con le scienze.
Per quanto riguarda la politica internazionale, la valutazione che fa Papa Francesco è negativa. Uno dei drammi infatti che si sta vivendo e che le future generazioni non vivranno delle possibilità che hanno avuto le generazioni precedenti, quello per esempio di avere un lavoro stabile, ormai siamo nell’epoca della precarietà. Gli ultimi 2 secoli sono quelli in cui maggiormente abbiamo consumato e rovinato la casa comune. Cerca quindi di dare un giudizio molto severo sulle dinamiche internazionali, dal problema della biodiversità al problema del gas, a quello dell’acqua. Vi è quindi la necessità di inserire in questi sistemi internazionali concetti come l’onestà, il coraggio e la responsabilità. E’ necessario immaginare un sistema per cui si valorizzino le potenzialità dei paesi del terzo mondo come lo sfruttamento del sole, dando loro delle tecnologie fondamentali per poterlo fare. Non bisogna sfruttare questi territori, perché lo sviluppo parte dallo sviluppo ambientale. E’ qui emerge un tema caro alla dottrina sociale della chiesa che è quello della Governance, che Papa Francesco chiama governance dei beni globali perché bisogna finire di pensare che il danno ambientale causato in un determinato paese del terzo mondo sia del paese del terzo mondo. Bisogna avere una reazione globale più responsabile.
Ecco la necessità di avere un governo del mondo. In un passaggio Papa Francesco ci dice che il perseguimento di una politica volta al bene comune è difficilmente raggiungibile in una dimensione nazionale. Nel secondo passaggio Papa Francesco mette il dito nella piaga per quanto riguarda la democrazia elettorale. C’è bisogno di un rapporto tra società e stato basato su principi di solidarietà, di fratellanza ma dice che il diritto deve essere moderatore effettivo in una società sana, matura e sovrana. Il rapporto stato cittadino è fondamentale enunciando il principio di sussidiarietà che è poi il principio cardine della dottrina sociale della chiesa. La sussidiarietà è autonomia, responsabilità, attivismo civico. Ci dice Papa Francesco, mettendo in evidenzia le debolezze della democrazia elettorale , sono fondamentali i processi non gli spazi di potere da occupare. E’ qui attacca fortemente il sistema rappresentativo elettorale: questa politica referenziale non ha il coraggio di assumere le decisioni in termini di innovazioni ambientali perché ha bisogno di orientare elettoralmente il proprio elettorato senza preoccuparsi del dopo. La grandezza della politica passa attraverso grandi principi perché l’intento è il perseguimento del bene comune a lungo termine. Il potere politico fa fatica a stare in una dimensione nazionale. Non una democrazia prettamente elettorale.
A questo punto si affronta il problema della globalizzazione. Lui enuncia il perseguimento della glocalizzazione: fenomeno socio economico opposto a quello della globalizzazione. E chiede uno sguardo particolare all’istanza locale, perché è più responsabile e più vicina alla comunità. E include la legislazione municipale, aspettandoci di più dalle comunità e dalla dimensione locale. Di fronte alla globalizzazione dobbiamo procedere ad accordi locali per restare legati al territorio. Per quanto riguarda il dialogo e la trasparenza Papa Francesco si addentra nei meandri di quelli che sono i processi: l’analisi dei rischi dell’impatto ambientale andrebbe fatta prima degli interventi e parla della condivisione individuando il processo e parla di informazione oggettiva, di onere della prova. Chi vuole un progetto deve avere l’onere della prova e dimostrare che non abbia un impatto negativo sull’ambiente, è necessario per un vero sviluppo ambientale porsi delle domande quali per esempio sono i motivi, quali sono le conseguenze. Il Papa ci dice che la chiesa non ha nulla contro la tecnologia, così come la chiesa non vuole sostituirsi alla politica ma ci vuole una dimostrazione decisiva e bisogna lavorare su questo.
Nel quarto paragrafo Papa Francesco enuncia subito qual è il problema e cioè che la politica non deve essere servente all’economia, è chiaro che nel loro dialogo hanno le loro dimensioni però è necessario che non ci sia una sudditanza. La politica e l’economia devono essere a servizio della vita umana.
Lui parla di un economia reale capace di porre i problemi rispetto alla produzione e alla sovrapproduzione. Un mercato non è in grado di curarsi dell’ambiente e non si accetta il pensiero del mercato che massimizza i profitti. Questo mercato che porta benefici a tutti non convince e non è condivisibile. E’ il progresso che va messo in discussione, cioè i parametri di questo progresso. E’ necessario un’altra modalità di progresso e di sviluppo. Si deve accettare una decrescita.
Qual è il ruolo della politica si chiede il Papa all’enunciato 196. Bisogna pensare che la sussidiarietà sia il fondamento per creare una nuova economia, cioè quella civile, l’economia dei beni comuni, l’economia di cooperazione. Lui in più enunciati cita proprio la cooperazione e le cooperative, cioè l’idea che il perseguimento del profitto sia la condivisione fra i soggetti che portano al perseguimento del bene comune. Il dialogo tra politica ed economia deve avere al centro l’uomo.
Nell’ultimo argomento Papa Francesco parte dicendo che la scienza non è sufficiente a comprendere la vita, necessariamente la scienza ha bisogno dei principi etici. Della scienza abbiamo bisogno ma non è l’unica capace a dare una chiave di lettura. Ma un dialogo fondamentale è tra le diverse scienze, necessario ad avere una lettura più vicina alla realtà. Nel concludere il professore Bruno di Giacomo Russo ci ricorda come il Papa chiude questo capitolo basandosi sul primato della realtà che è superiore all’ idea, che rappresenta il fondamento di questo capitolo. L’obiettivo di Papa Francesco è di cercare di evidenziare un metodo inclusivo che ben si sposa con la dottrina sociale della chiesa.