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PRESERRE (CZ) – SVILUPPO CALABRIA PASSA DAI BOSCHI


Riconoscere gli ecoservizi agli agricoltori attuando la strategia “Aree Interne” dei fondi comunitari. Coldiretti:«Creare convenienza economica e futuro alla politica forestale importante  delega al Governo per una nuova legge sulla forestazione»

di REDAZIONE

PRESERRE (CZ) –  8 LUGLIO 2016 –  Il patrimonio naturalistico ed ambientale della Calabria costituito da boschi costituisce una delle fondamentali risorse immobili, in grado di contribuire in modo rilevante allo sviluppo regionale.

Con i suoi 480.528 ettari di bosco, la Calabria si pone fra le regioni italiane con più alto indice di boscosità (31,87%) la superficie forestale è di 612.392 ettari. Della superficie a bosco, circa un terzo (ben 153.000 ha) deriva dalla forte azione di imboschimento svolta nella seconda metà del XX secolo per effetto delle leggi speciali per la Calabria.

Gli interventi di rimboschimento hanno riguardato principalmente le zone interne che rappresentano le aree potenzialmente a maggiore rischio idrogeologico. “ Occorre  – dichiara Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria – salvare la foresta calabrese minacciata dal mancato riconoscimento culturale, sociale ed economico di chi vive e lavora a difesa del paesaggio e dell’ambiente, nell’interesse dell’intera collettività riconoscendo agli agricoltori eco – servizi. La strategia “aree interne”  del nostro PSR e POR  -precisa –  prevede risorse importanti, e deve avvenire valorizzando la nuova visione. 

L’obiettivo è quello valorizzare il potenziale ambientale, economico ed occupazionale del bosco per cogliere le opportunità presenti per il Made in Calabria con il mercato del legno che ha subito processi di globalizzazione e mostra una crescente dipendenza dall’estero. Recuperare  interesse economico da parte dei proprietari, anche pubblici, alla gestione dei boschi è un segnale importante . Ci sono – prosegue – spazi di recupero dell’interesse a una gestione attiva delle risorse forestali nazionali, promuovendo l’associazionismo tra proprietari, (in Calabria lo abbiamo fatto con i Consorzi di Bonifica costituendo un Consorzio Forestale)  le filiere di approvvigionamento locale e in particolare quella delle biomasse a fini energetici. Da non dimenticare l’utilizzo dei prodotti forestali non legnosi, come funghi, castagne, tartufi, sughero, frutti di bosco, erbe aromatiche e medicinali, nell’ambito di strategie di marketing territoriale volte a valorizzare i prodotti di qualità tipici delle aree rurali.

E, naturalmente, le attività agrituristiche, ricreative, sportive e culturali: dall’educazione ambientale, ai parchi avventura, ai concerti e  musei in foresta. “Tutto questo – stima la Coldiretti Calabria – potrebbe portare in Calabria, circa 2mila posti di lavoro, oltre a mantenere quelli attuali visto che in montagna e nelle aree interne, più di un agricoltore su due (53 per cento) – sottolinea la Coldiretti – ha abbandonato l’attività nell’arco di 20 anni, determinando la scomparsa di ettari di superficie agricola. Il collegato agricoltura approvato ieri, nell’ambito della forestazione, – riferisce Molinaro – prevede la delega al Governo per una nuova legge che per i riflessi innegabili su un tema importante per la nostra regione, va seguita con particolare attenzione. Essenziale è anche la legge sugli ecoreati. Il rischio che non possiamo correre  – aggiunge Molinaro – è lo spopolamento della montagna anche dalla presenza degli allevamenti, che hanno garantito fino ad ora biodiversità, ambiente e equilibrio socio-economico delle aree più sensibili perché – spiega – quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere l’abbandono.

Insieme alla perdita di posti di lavoro e di reddito viene anche a mancare – precisa la Coldiretti – il ruolo insostituibile di presidio del territorio, nel quale la manutenzione è assicurata proprio dal lavoro silenzioso di pulizia e di compattamento dei suoli svolto dagli animali.. “Un rischio poi che sempre incombe – conclude Molinaro – è quello degli incendi dovuto all’abbandono e alle torride temperature e cambiamenti climatici”.

 

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