31 Luglio 2016
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SQUILLACE (CZ) – “INNESTI CONTEMPORANEI”, IL PROGRAMMA DI OGGI
Apre “Erostrato”, di Jean Paul Sartrte con Alessio Bonaffini. Chiusura con “La marcia lunga” , di Saverio Tavano con Achille Iera, Soukaina Maktoum e Roberto Calimeri
di REDAZIONE
SQUILLACE (CZ) – 31 LUGLIO 2016 – Dopo la giornata inaugurale di ieri, proseguono gli appuntamenti al Castello Normanno di “Innesti Contemporanei”, il primo festival teatrale che ha come obiettivo la creazione di uno spazio ideale dove gli artisti possano esprimersi al meglio, in armonia con la popolazione di Squillace, autentico teatro a cielo aperto.
L’evento non riceve alcun fondo, è totalmente autofinanziato dagli artisti stessi, che hanno deciso autonomamente di donare il proprio spettacolo aderendo all’importante operazione di sensibilizzazione del territorio alla pratica teatrale e alle arti performative.
Si comincia alle ore 20.30 con “Erostrato”, di Jean Paul Sartrte con Alessio Bonaffini.
La messinscena di Erostrato, parte da Sartre e ci propone un viaggio nella lucida e graffiante logica di un personaggio definitivamente disgustato dal fatto che gli uomini non facciano altro che recitare un ruolo nel condurre i propri rapporti con gli altri. Un monologo denso e fortissimo, una parabola ascendente attraverso cui si sviscera il pensiero sartriano e che si consuma nell’atto finale. Per un teatro di pensiero, un teatro di parola.
Alle 21, 30, invece, spazio a “La marcia lunga” di Saverio Tavano con Achille Iera, Soukaina Maktoum e Roberto Calimeri, regia Saverio Tavano Nastro di Mobius Compagnia Teatro
Due storie, due lingue, due culture, il calabrese e l’arabo, si mescolano. U’ professuri, profeta di una fede riposta nel sogno di riscatto, punta sulla forza, sulla volontà, sull’identità da guadagnare col sacrificio fisico, un costante allenamento preparatorio per affron
La sua personale vittoria, affidata alle gambe della marocchina Soukaina non si riduce al mero taglio del traguardo, ma rappresenta in realtà la cucitura di una ferita col passato di un fallimento lacerante al quale non aveva saputo e potuto porre rimedio: la morte di Roberto, legato all’Ndrangheta, alla ricerca anche lui d’identità; non sa se dedicare la sua vita all’atletica o alla malavita. La giovane allieva marocchina, combattuta anch’essa tra un’identità ereditata e una da costruire, sarà il riscatto del professore, il capro espiatorio, il sogno in cui credere. Ma la marcia non è una passeggiata! È sudore, fatica. E’ una lunga marcia