9 Agosto 2016
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PRESERRE (CZ) – “GLI SCOMPARSI” RACCONTATI DA MARIA GRAZIA CALANDRONE
I flussi dolorosi delle storie da “Chi l’ha visto?” in un libro edito da LietoColle
di REDAZIONE
PRESERRE (CZ) – 9 AGOSTO 2016 – Affrontando la lettura di un libro straordinario com’è questo di Maria Grazia Calandrone, Gli Scomparsi – storie da Chi l’ha visto, (Lieto Colle, Collana Gialla oro), bisogna avere chiari certi presupposti che sono poi fondamentali per cogliere alcuni dei tanti “sensi” che un libro così particolare propone.
I presupposti riguardano chiaramente il senso del percorso di una ricerca poetica già ben definita ma anche il peso di una biografia che alcuni flussi oscuramente dolorosi (che partono da lontano), finiscono per spingere l’interesse della poetessa verso storie come queste che lei ha deciso di raccontare in questa raccolta.
“Questo libro – spiega la Calandrone nella “nota dell’autrice” – è dedicato ad alcune vite incontrate grazie al museo dinamico dello schermo televisivo. Televisione, internet, realtà virtuale: mezzi nei confronti dei quali la scimmia nuda che siamo nutre sentimenti ancora sperimentali.
Ma Chi l’ha visto? ha raggiunto la parte di me più profonda e più viva, ovvero la rabdomante della poesia nella faccia più cruda della realtà.”
Ed ecco che la poesia viene fuori come identità possibile di un fantasma che è a volte al di qua, a volte al di là di se stessa:
“Di mattina alle sette/ già stavo al brefotrofio/ e mi hanno detto Non ci pensare, non tornare più, l’hanno portata/ via, né morta/ né viva. Io/ mi sono messa a sedere/ sulla panchina, non mi sono più mossa/ per giorni.// Gli oggetti (maneggiati, amichevoli /volumi sotto sequestro) parlano/ di lei sempre più solitaria e felice: lasciava/ gli orti di guerra tenendo/ davanti agli occhi/ niente, solo la foto. (La rete con il peso del glicine e il vento)