13 Dicembre 2016
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PRESERRE (CZ) – LEGAMBIENTE, ANRTEPRIMA RAPPORTO PENDOLARIA 2016
Tra le 10 linee peggiori, la Calabria al terzo posto con la tratta Reggio Calabria-Taranto. Dal 2010 ad oggi, tagli nei servizi del -26,4% ed aumento tariffe del +20%. Su 129 treni, l’età media è d 22,1 anni: la regione al quarto posto tra i treni più vecchi d’Italia
di REDAZIONE
PRESERRE (CZ) – 13 DICEMBRE 2016 – Guasti tecnici, ritardi imprecisati e sovraffollamento mettono alla prova ogni giorno i pendolari che utilizzano il treno per raggiungere il luogo di lavoro o studio. Come ogni anno, all’entrata in vigore dell’orario invernale, Legambiente lancia la Campagna Pendolaria 2016 con una prima analisi della situazione del trasporto ferroviario pendolare in Italia con un focus dedicato ai treni regionali e locali, al pendolarismo ed alla mobilità urbana, nata per contribuire a creare un trasporto ferroviario regionale e locale moderno, per città meno inquinate e più vivibili.
Nel dossier di anteprima del Rapporto Pendolaria 2016 si evidenzia che complessivamente, dal 2010 a oggi, a seguito dei tagli sui trasferimenti da parte dello Stato, si possono stimare tagli nel servizio ferroviario calabrese pari al -26,4%, un aumento totale di tariffe del +20%. In regione, è di 335 il numero giornaliero di corse (Ferrovie della Calabria 162, Trenitalia 173).
Nella classifica delle 10 linee peggiori d’Italia, la Calabria è al terzo posto con la tratta Reggio Calabria-Taranto. I criteri oggettivi utilizzati per evidenziare la scarsa qualità del servizio riguardano: le proteste degli utenti per i problemi di ritardi e tagli dei treni, la tipologia dei treni utilizzati sia per capienza sia per età, la carenza di orari adatti per l’utenza pendolare, la frequenza dei convogli, la condizione delle stazioni.
La Reggio Calabria-Taranto, è una linea al Sud che potrebbe rappresentare la spina dorsale dei collegamenti tra le diverse regioni, i centri turistici e i porti, garantire un servizio di qualità per studenti, turisti, lavoratori. Ed invece la linea Jonica che collega Taranto e Reggio Calabria, tre regioni e tanti centri portuali e turistici è in uno stato di degrado incredibile, con tagli ai collegamenti e una situazione mortificante per i pendolari. Con il nuovo orario da Reggio a Taranto, vi saranno solo 4 collegamenti al giorno (di cui un solo Intercity diretto con oltre 7 ore di viaggio) e il treno più veloce impiega 6 ore e 15 minuti, con tre cambi a Paola, Castiglione Cosentino, Sibari.
Ma da Sibari il treno non c’è più, per cui si continua in pullman. I pullman in generale risultano più competitivi e, ad esempio partendo daVilla San Giovanni, impiegano 5 ore e 45 minuti. Eppure l’infrastruttura esiste dal 1875, con 470 km lungo la costa e un enorme bacino di utenza, pari a più della metà della popolazione calabrese. Purtroppo la linea continua a vedere ennesimi assurdi tagli al servizio, pari al 20% dal 2010, con la cancellazione di 2 intercity, 4 intercity notte, 5 treni espresso, 7 treni espresso cuccetta, 2 treni interregionali.
Continuiamo ad assistere da parte del Governo e delle Regioni all’assenza di qualsiasi idea di rilancio, che porta di fatto all’abbandono della linea jonica a vantaggio del trasporto attraverso pullman con investimenti stradali. La linea è a binario unico, ma l’obiettivo non deve essere solo il raddoppio (perché si può aumentare enormemente il numero di treni senza problemi) ma l’elettrificazione (oggi presente solo tra Taranto e Sibari) e il potenziamento del servizio con nuovi collegamenti e moderni treni, come dovrebbe essere scontato in un Paese europeo.
È bene ricordare come il taglio di 20 milioni di euro della Regione Calabria, a partire dalla metà del 2014, ha portato alla soppressione di altri treni regionali tra Reggio Calabria e Metaponto. Da quest’anno va meglio tra Sibari e Catanzaro con l’introduzione di 2 nuovi treni Swing diretti, ma la condizione dei pendolari su questa linea storica rimane critica e l’offerta inadeguata, anche a causa di una infrastruttura che necessita di un drastico ammodernamento.
Un altro dato sconcertante è proprio l’età media dei treni circolanti che in Calabria è di 22,1 anni. Ma ancora più sconcertante è che il 71,3% dei convogli ha più di 15 anni di età. In particolare è la fascia Jonica ad essere più colpita e penalizzata ma in generale, sia che si tratti di convogli gestiti da Trenitalia sia per quelli di Ferrovie della Calabria, si vedono circolare treni (circa 120 in tutto) che aggravano la già difficile situazione del servizio, creando molto spesso ritardi a causa di porte guaste. Anche i livelli di comfort dei pendolari sono desolanti vista l’assenza di climatizzatori nella grande maggioranza delle carrozze e dei guasti molto frequenti anche ai servizi igienici.