14 Marzo 2018
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CATANZARO – NUOVA 106, MANNO: «IO L’AVEVO PREVISTO»
Grazioso Manno
“I lavori in corso sono ormai quotidiani: e chi li paga? Astaldi o li sta pagando l’Anas?”
di Fra. POL.
CATANZARO – 14 MARZO 2018 – «Per quella mia dichiarazione, nel 2007, con la quale nutrivo dubbi sull’affidamento dei lavori della nuova 106, resa in occasione della posa della prima pietra, Astaldi mi querelò con richiesta di risarcimento danni per 10 milioni di euro.
Vinsi in primo e secondo grado, battendo Astaldi in Tribunale. Oggi,a distanza di 11 anni, i fatti mi danno ragione. Adesso sono io che chiederò “il conto” ad Astaldi per i danni provocati a me, come semplice cittadino, visto che percorro la 106 tutti i santi giorni, andata e ritorno.
Anzi l’intera Calabria deve chiedere i danni ad Astaldi, in primis lo deve fare il Presidente Oliverio perché per “costruire” (si fa per dire) quel pezzo di 106, sono stati spesi centinaia di milioni.
E subito dopo essere stata inaugurata in pompa magna,ha cominciato a perdere pezzi giorno per giorno. I lavori in corso sono ormai quotidiani: e chi li paga? Astaldi o li sta pagando l’Anas ?
E si può sapere finalmente quanto era stato l’appalto iniziale,e quanto invece è costata alla fine? È arrivato il momento di stabilire tutte le responsabilità
E sempre ad Astaldi é stato affidato il macrolotto della nuova 106, Sibari-Roseto, per 1 miliardo e 350 milioni di euro. Una cifra enorme: ci si può fidare di Astaldi dopo quanto è successo. Io non mi fido: costruirebbero un’altra 106 che andrebbe in pezzi dopo poco tempo».
Così Grazioso Manno, presidente del consorzio di bonifica Ionio Catanzarese, dopo la notizia che la Procura della Repubblica di Catanzaro ha chiuso le indagini sui lavori nel tratto stradale di nuova costruzione della 106 che passa dallo svincolo di Borgia.
Indagati risultano un ingegnere progettista della ditta Astaldi, che ha eseguito i lavori, insieme a due tecnici collaudatori esterni di cui uno per conto di Anas.
I due sono accusati di cooperazione nel crollo colposo del muro di contenimento della scarpata adiacente alla sede stradale (articoli 113, 434 e 449 del codice penale).