30 Marzo 2018
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FAGGIO SECOLARE UNICO “TESTIMONE” VITA SAN FRANCESCO PAOLA
Simbolo vivente del “Cammino” dedicato al Santo Taumaturgo
Fonte: ANSA.IT CALABRIA
PRESERRE (CZ) – 30 MARZO 2018 – E’ forse l’unico “testimone” rimasto della vita miracolosa di San Francesco da Paola, il faggio secolare sotto al quale il fondatore dell’Ordine dei Minimi amava riposare.
Ha più di seicento anni per sei metri di circonferenza ed è uno dei simboli viventi del “Cammino” dedicato al Santo Taumaturgo che da San Marco Argentano, esattamente dalla chiesetta dove l’umile frate si ritirò per un anno, conduce fino al Santuario di Paterno Calabro tra i pochi edifici di fede eretti da San Francesco in persona.
A puntare i riflettori su questo aspetto della storia e della spiritualità calabrese è il Meeting nazionale di Primavera delle Guide ambientali escursionistiche (Aigae), in programma dal 6 all’8 aprile a Gambarie nel cuore dell’Aspromonte.
“L’intero itinerario dedicato al Santo paolano – afferma Alessandro Mantuano, guida ambientale escursionistica dell’associazione – è segnalato con 110 pietre miliari elegantemente decorate con il ‘Sole’, simbolo del Cammino, una freccia gialla indicante la direzione da percorrere, i chilometri mancanti e una scena della vita di San Francesco, diversa per ogni pietra”.
Attraverso le montagne e sui sentieri percorsi sei secoli addietro dall’eremita calabrese, il “Cammino” si snoda lungo 111,7 chilometri tutti in corrispondenza con la lunga dorsale montuosa che si distende parallelamente alla costa del Tirreno cosentino.
Si parte da San Marco Argentano, più precisamente dalla chiesa in cui un giovane Francesco si ritirò per un anno; quindi si attraversano coltivazioni terrazzate di frutteti, e castagneti, con panorami sulla valle del Fiume Crati, per arrivare al piccolo borgo arbëreshë di Cerzeto.
Da qui, si sale per dolci rilievi macchiati da grandi e rigogliose faggete, con alberi monumentali, primo fra tutti proprio il maestoso faggio di San Francesco preferito dall’eremita per il suo riposo. A seguire si procede per il Laghicello, uno specchio d’acqua naturale contornato da faggi, famoso perché vi è rimasta isolata, forse dopo la fine dell’ultima glaciazione, una popolazione del raro tritone alpestre calabrese, un anfibio appartenente alla famiglia delle salamandre.
Poi giù, sul versante occidentale tra la macchia mediterranea verso il mare, fino alla Basilica-Santuario di Paola, cuore geografico e simbolico del Cammino da dove, poi, si risale ripidamente per l’ultima parte dell’itinerario, caratterizzata dai borghi che punteggiano le Serre Cosentine: San Fili, Cerisano, Mendicino, Carolei, Dipignano. Ultima, conclusiva tappa, è il Santuario di Paterno Calabro.
In possesso di tutti i requisiti di sicurezza e fruibilità, il “Cammino di San Francesco di Paola”, caratterizzato dalla presenza del faggio secolare (“ci piace pensare – chiosa Mantuano – che questo esemplare sia l’unico ‘essere’ ancora in vita ad aver conosciuto il Santo”), è inserito nei 41 itinerari dell’Atlante dei Cammini d’Italia, del Ministero dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo.