2 Maggio 2018
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REGGIO CALABRIA – CELEBRATA PRIMA FESTA LAVORO FNSI
Lavoro è diritto e non privilegio
di REDAZIONE
REGGIO CALABRIA – 2 maggio 2018 – La Federazione nazionale della Stampa (Fnsi) ha scelto Reggio Calabria per organizzare la sua prima Festa del lavoro.
“E’ la Festa di tutti i lavoratori, dei giornalisti in primis, ma non solo, quella che celebriamo oggi a Reggio Calabria che, al pari di tante altre realta’ del Sud, non e’ certo un’isola felice per quanto riguarda l’occupazione”, ha detto il segretario generale aggiunto della Fnsi, Carlo Parisi, aprendo i lavori nell’Auditoriom Nicola Calipari di Palazzo Campanella, “proprio per questo siamo qui, tutti insieme, su iniziativa della Federazione nazionale della stampa italiana, per ribadire il valore di un diritto sacrosanto, quello al lavoro.
Un diritto, si badi bene, non un un privilegio o un’opportunita’ concessi su base geografica o per conoscenza”.
“Quella odierna e’ un’iniziativa di grande respiro, aperta ai cittadini, alle istituzioni, a tutte le forze politiche e sociali, senza privilegiare alcuna bandiera – sottolinea Parisi – d’altronde quella che ci accingiamo a celebrare e’ la Festa del lavoro, dei diritti e della dignita’ del sindacato unitario dei giornalisti italiani”.
Ha osservato Carlo Parisi: “Se e’ vero che i giornalisti soffrono a qualunque latitudine, sotto lo scacco delle minacce e dei soprusi a vario titolo, e’ altrettanto innegabile che e’ al Sud che la sofferenza si fa piu’ acre.
E’ al Sud che il lavoro richiede, a tutt’oggi, i sacrifici piu’ grandi”. Poche chiacchiere, “bisogna agire – ha insistito – perche’, aldila’ dell’ironica provocazione di Otello Profazio, il Premio Tenco che oggi ci accompagna con le sue ballate, qui non ‘si campa d’aria’.
E lo dico soprattutto ai giovani, a quelli che guardano ancora con speranza e ammirazione alla professione giornalistica e non solo: abbiate il coraggio di difendere il vostro diritto al lavoro, la vostra dignita’, non chinate la testa davanti al prepotente di turno. E, soprattutto, non lasciate le porte socchiuse, che tanto piacciono alla criminalita’.
Perche’ il precariato e’ bene ricordarlo – ha concluso – e’ figlio anche del consapevole rifiuto di far valere i propri diritti: il lavoro va pagato e se lo stipendio non viene corrisposto va denunciato, va detto un sonoro ‘no’”.