22 Luglio 2018
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SERRA, CUCINA OSPEDALE COTTA A DOVERE
Ecco il perché della chiusura del punto cottura del nosocomio
di REDAZIONE
SERRA SAN BRUNO (VV) – 22 LUGLIO 2018 – Emergono ulteriori dettagli sulla chiusura del punto cottura dell’ospedale di Serra, struttura dalla quale provengono i pasti destinati anche ai degenti dei nosocomi di Vibo e Tropea.
Il provvedimento è stato adottato dopo un blitz congiunto effettuato dal Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo e dal Nucleo antisofisticazione (Nas) dei carabinieri di Catanzaro,
L’iniziativa è partita proprio dai Nas che, nell’effettuare l’ispezione, hanno contattato il direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Asp, Cesare Pasqua, affinché li affiancasse nell’attività di controllo.
L’ispezione è stata effettuata intorno alle 10 di martedì mattina, 17 luglio e, da quanto è emerso, i pasti erano già partiti alla volta di Vibo Valentia e Tropea.
Alla base della chiusura del centro cottura – in uso all’azienda Dussmann Service, appaltatrice del servizio – ci sarebbero «carenze strutturali» e «igienico-sanitarie».
Secondo quanto dichiarato dallo stesso Pasqua, infatti, «non c’erano i requisiti igienico-strutturali», tali da mantenere aperto il servizio, visto che «a fronte degli 8 cuochi previsti, erano presenti soltanto due addetti alla cucina».
Rivelate una serie di problematiche anche con riguardo alla conservazione degli alimenti, tenuti tutti nella stessa cella frigorifera, così come per un congelatore a pozzetto del quale non è stato possibile evincere la temperatura di funzionamento in quanto privo di un termometro esterno.
Guasta anche la bilancia per la pesatura dei pasti. Inoltre, non c’erano percorsi adeguati e protetti per il trasferimento degli alimenti dalla cucina ai reparti. I pasti, infatti, piuttosto che raggiungere i reparti attraverso percorsi dedicati, viaggiavano tramite un ascensore utilizzato da tutti.
I controlli si sono estesi anche a Vibo che, tutto sommato, sono risultati accettabili, ma l’azienda Dussmann è stata comunque invitata a servirsi di un centro di cottura collettivo (che è cosa diversa da un ristorante) per garantire in modo efficiente il servizio ai degenti.