12 Settembre 2018
315
CAMPING LE GIARE, LA TRAGEDIA DIVENTA “MAGGIORENNE”
Ricordata la notte di diciotto anni fa quando il torrente Beltrame in piena causò la morte di 13 persone e un disperso
Articolo e foto di Gianni ROMANO
SOVERATO (CZ) – 12 SETTEMBRE 2018 – Dieci settembre 2000, dieci settembre 2018, la tragedia del camping Le Giare diventa suo malgrado,”maggiorenne” tanti sono difatti gli anni trascorsi.
E come ogni anno si è tenuta la commemorazione della tragedia sul luogo dove l’amministrazione comunale di Soverato ha posizionato una stele ad imperatura memoria. Presenti sul posto l’amministrazione comunale, le forze dell’ordine,le associazioni di volontariato e una rappresentanza di familiari delle tredici vittime,di cui una,quella di Vinicio Caliò mai ritrovata.
Si rinnova il dolore e non potrebbe essere altrimenti anche per la similitudine della tragedia che ha causato la morte di dieci escursionisti nelle gole del fiume Raganello nel comune di Civita(CS),anche in questo caso una onda micidiale composta da fango e detriti ha spazzato via tutto,vite,sogni e persone.
Il 10 settembre del 2000, esattamente diciotto anni fa, si verificava in Calabria l’ennesima “strage nel fango” in Italia. Il camping “Le Giare”, costruito a ridosso del torrente Beltrame, a Soverato , in un’area soggetta a esondazione naturale, veniva spazzato via da un’onda di piena.
Morivano 13 persone, fra cui turisti e membri di una colonia estiva formata da disabili e volontari. La piena arrivò prima dell’alba,causata in primo luogo da un tappo formatosi a monte del campeggio.
Le forti piogge cadute nelle 48 ore precedenti avevano ingrossato il torrente. Le piogge cadevano su un territorio colpito dagli incendi estivi, e l’acqua trascinava con sé tronchi e detriti: proprio questi oggetti andarono a formare una vera e propria diga. Quando la diga di detriti cedette, l’ondata di piena fu ancora più distruttiva.
La strage di Soverato riempì le prime pagine dei giornali italiani per diversi giorni, e si tornò a parlare, a soli due anni dalla strage di Sarno, della necessità di fare di più per ridurre il rischio idrogeologico nel nostro paese.
Sicuramente una strage della natura,ma l’uomo ha messo molto di suo,un campeggio che era allocato nell’alveo del fiume Beltrame, in barba alle leggi vigenti, l’incuria dell’uomo per quanto riguarda la pulizia di alvei di fiumi e torrenti asciutti in estate si riempiono con le piogge, l’ubicazione di questi fiumi e la discesa accelerano il loro corso, che diventano così vere bombe d’acqua incontrollabili e causa di sciagure,ma si continua a costruire e a cementificare il territorio,come se queste tragedie non abbiamo insegnato nulla.