8 Novembre 2018
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SOVERATO, RICORDANDO LEANDRO
Presentato il libro “Un addio non detto non è mai la fine”, scritto dalla mamma Simeonova Reni Vaselinova
Articolo e foto di Gianni ROMANO
SOVERATO (CZ) – 8 NOVEMBRE 2018 – Ricordato Leandro morto a soli tredici anni investito da un treno.
Presso la sala consiliare del Comune di Soverato, alle ore 18, si è svolta la presentazione del libro “Un addio non detto non è mai la fine”, scritto da Simeonova Reni Vaselinova per il figlio Leandro.
Dopo il saluto dell’assessore Amoruso che ha espresso la vicinanza di tutta l’amministrazione comunale alla famiglia, in una sala gremita di gente, mamme, docenti, ragazzi, in un religioso silenzio, su invito del giornalista Fabio Guarna, ha preso la parola Reni che con molta emozione ha spiegato il perché del libro.
“Leandro non era uno sbandato, come è stato detto subito dopo l’incidente, era un ragazzo buono e rispettoso, che amava la sua famiglia e si fidava degli amici, non era spericolato, era semplicemente un adolescente come tanti che a volte trasgrediva le regole per sentirsi più grande” .
Si è poi rivolta agli adolescenti presenti in sala dicendo loro di non scherzare con la vita, che la vita è un bene prezioso e va rispettata, che non tutte le esperienze vanno provate, le più rischiose no, non conviene.
Successivamente è intervenuta la prof.ssa Sicilano, docente di Leandro che ha curato il libro insieme alla prof.ssa Bruzzese, ha spiegato la genesi del libro e ne ha esposto la sinossi, soffermandosi su Leandro bambino e sulle sue fragilità. Il ricordo straziante del giorno dell’incidente è stata letto e interpretato con voce rotta dall’emozione dallaprof.ssa Bruzzese, seguito da un lungo e sentito applauso.
Incisivo e proficuo l’intervento di Teresa Manes, scrittrice sensibile e profonda, madre di Andrea, suicida a soli 17 anni perché bullizzato, si è definita sorella di Reni nel dolore e nel coraggio di difendere con tutte le forze i figli da qualsiasi strumentalizzazione mediatica.
La Manes precisa poi che anche lei come Reni si è posta tanti perché, si è interrogata molte volte, si è scavata nel profondo ma non ha trovato risposta, solo un dolore senza fine.
Si è poi aperto un dibattito e notevole è stata la partecipazione del pubblico, molto applauditi gli interventi della prof.ssa Chiefari, di Flavio e Di Anna, amici fraterni di Leandro.