14 Novembre 2018
137
SOVERATO, LA STRAORDINARIA ESPERIENZA DEL “MODELLO RIACE”
Su iniziativa Anpi presentato il libro “Il viaggio delle nuvole” di Giusy Staropoli Calafati
Articolo e foto di Gianni ROMANO
SOVERATO (CZ) – 14 NOVEMBRE 2018 – Un libro presentato per raccontare il modello “Riace”.
In un partecipato incontro presso la sala consiliare del Comune di Soverato in occasione della presentazione del libro “Il viaggio delle nuvole” di Giusy Staropoli Calafati, Edizioni Laruffa, un lavoro dedicato al “modello Riace”, in cui vengono raccontate le esperienze di straordinaria normalità vissute nel paesino calabrese dell’accoglienza.
L’incontro è stato fortemente voluto dall’Anpi di Soverato in collaborazione con la Libreria Incontro e ha proposto una riflessione approfondita sui temi dell’integrazione, della solidarietà e sui risvolti etici e politici che esse comportano.
Un folto pubblico ha seguito con attenzione e partecipazione il dibattito, moderato dal giornalista Pietro Melia con interventi di Bruno Valenti per la Libreria e Fausto Pettinato per l’Anpi sezione di Soverato.
Bruno Valenti, tra l’altro, ha richiamato l’esperienza analoga a quella di Riace vissuta a Soverato in occasione, vent’anni fa, dello sbarco di alcuni migranti curdi che qui trovarono rifugio e accoglienza.
Fausto Pettinato, coadiuvato da Stefano Montesano, si è invece soffermato sugli aspetti giuridici dei recenti provvedimenti governativi in materia di immigrazione, fortemente restrittivi rispetto alle politiche del soccorso e dell’accoglienza.
L’autrice del libro, su sollecitazione di Pietro Melia prima e dei numerosissimi e qualificati interventi del pubblico poi, si è soffermata anche sulla sua personale esperienza a Riace offrendo una testimonianza diretta degli effetti del sistema di integrazione realizzato da Mimmo Lucano a Riace e raccontando in dettaglio la quotidianità di un borgo in cui lavorano e convivono pacificamente uomini donne e bambini di colori ed etnie diversi.
Giusy Staropoli Calafati ha concluso l’incontro affermando che l’aspetto più bello della sua esperienza è stato quella del contatto con i bambini che rappresentano davvero l’unica speranza di cambiamento.