12 Ottobre 2019
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DAVOLI, L’INFERMITÀ NELLA BIBBIA E IL RAPPORTO DEI DISABILI CON I “SANI”
Convegno organizzato dall’Associazione Belarus, dal volontariato Vincenziano e dalla Parrocchia ortodossa di san Nicola di Catanzaro
di Gianni ROMANO
DAVOLI (CZ) – 12 OTTOBRE 2019 – Nello spirito dell’ecumenismo e dell’interscambio culturale in essere con i russofoni, nella Biblioteca Vincenziana di Davoli si è svolto un convegno dal tema “Disabilità e malattia: un punto di vista Cristiano”.
Il convegno, organizzato dall’Associazione Belarus, dal Volontariato Vincenziano e dalla Parrocchia ortodossa di san Nicola di Catanzaro, ha avuto come relatori Efrem Augello (iconografo), Padre Eugenio, Aldo Marcellino (presidente del volontariato Vincenziano di Davoli), la dott.ssa Maria Pia Faga e Maria Concetta Infuso (Emmaus).
Nel corso del dibattito si è parlato del rapporto dei disabili con i“sani” e i passi biblici che parlano dell’infermità.
I relatori hanno spiegato che il mondo dei diritti non può essere appannaggio solo dei sani”, perché una società che desse spazio solo per i membri pienamente funzionali, del tutto autonomi e indipendenti non sarebbe una società degna dell’uomo.
“La discriminazione in base all’efficienza non è meno deprecabile di quella compiuta in base alla razza o al sesso o alla religione, anzi, hanno spiegato i relatori, è una forma sottile di discriminazione spesso presente in vari progetti educativi che cercano di occultare e negare le deficienze della persona handicappata, proponendo stili di vita e obiettivi non corrispondenti alla sua realtà e, alla fine, frustranti e ingiusti.
Anche la persona portatrice di handicap, è la tesi centrale del messaggio, dovrà essere facilitata a partecipare, per quanto le è possibile, alla vita della società ed essere aiutata ad attuare tutte le sue potenzialità di ordine fisico, psichico e spirituale, attraverso l’impegno della società per assicurare condizioni concrete di vita, strutture di sostegno, tutele giuridiche capaci di rispondere ai bisogni e alle dinamiche di crescita della persona handicappata e di coloro che condividono la sua situazione, a partire dai suoi familiari. In un mondo dove si esalta la bellezza effimera e l’edonismo le disabilità sono spesso percepite come un problema da rimuovere o risolvere sbrigativamente.
Al contrario, la persona dell’handicappato, con tutte le limitazioni e le sofferenze da cui è segnata, ci obbliga a interrogarci, con rispetto e saggezza, sul mistero dell’uomo.
Proprio nelle situazioni più difficili e inquietanti emerge la dignità e la grandezza dell’essere umano, che, indipendentemente dalle condizioni in cui si svolge la sua vita e dalle capacità che può esprimere, possiede una dignità unica e un valore singolare a partire dall’inizio della sua esistenza sino al momento della morte naturale.
Dopo il dibattito vi sono state diverse e commoventi esperienze di persone disabili che, hanno spiegato, vivono la loro vita con serenità nella consapevolezza che la fede si rafforza con le sofferenze e li aiuta a vivere relazioni interpersonali ricche, feconde e appaganti.