13 Settembre 2014
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PRIMO PIANO – SQUILLACE (CZ) – CONTI DA SANARE – Il revisore dei conti “Il dissesto percorso obbligato”
Squillace, la parte sovrastante di piazza Duomo
Il revisore dei conti incaricato dall”attuale amministrazione comunale a formulare una relazione considera la scelta del dissesto <<la sola concretamente percorribile per ripianare i debiti>>
Fonte: articolo di Salvatore Taverniti (Gazzetta del Sud, 13 settembre 2014)
SQUILLACE (CZ) – 13 SETTEMBRE 2014 – Nuovo capitolo della vicenda sul dissesto finanziario del Comune di Squillace. Come un macigno, nel dibattito in corso, arriva la relazione dell’organo di revisione “sulle cause che hanno generato il dissesto”.
Un pronunciamento che è stato fatto proprio dall’amministrazione locale, presieduta dal sindaco Pasquale Muccari, e che sarà portato all’attenzione del consiglio comunale prossimamente. Il comune, lo scorso 7 novembre, aveva attivato la procedura di riequilibrio finanziario pluriennale, dopo aver valutato che, nonostante siano state adottate le misure correttive ad una difficile situazione economico-finanziaria, per una serie di motivazioni, peraltro comuni a molti enti locali, al suo superamento non sono sufficienti le misure previste dalla legge.
Il piano di riequilibrio vero e proprio è stato approvato nel gennaio scorso, con l’indicazione di debiti fuori bilancio per circa 1 milione e 700 mila euro, oltre a circa 3000 mila euro di passività potenziali, per controversie in atto. Sono emerse poi altre spese non coperte in bilancio per circa 300 mila euro.
L’amministrazione comunale attuale ha deciso di imboccare la strada del dissesto finanziario, incaricando il revisore dei conti a formulare una relazione, nella quale si parla di consistente massa passiva di debiti fuori bilancio, di immobilismo sull’attuazione del piano di riequilibrio pluriennale e, secondo quanto evidenziato anche dal responsabile del settore finanziario, di impossibilità a poter elaborare un bilancio di previsione in pareggio.
Una scelta ritenuta dallo stesso revisore «la sola concretamente percorribile, affinché l’ente possa riuscire a sollevarsi e a divincolarsi dai meccanismi che lo hanno portato ad avere una spesa strutturalmente superiore alle entrate e affinché si possa dare concreto avvio al processo di risanamento economico-finanziario del comune, adottando un efficiente processo di potenziamento delle entrate e di razionalizzazione delle spese».
Secondo il revisore dei conti, quando ricorrono le circostanze contemplate dalla legge, il consiglio comunale non può esimersi dall’adottare la dichiarazione di dissesto finanziario. Che prefigura un percorso lungo e difficile, non solo per gli amministratori, quanto per i cittadini, ai quali va garantita la continuità dei servizi essenziali.