25 Febbraio 2020
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CORONAVIRUS, PRONTO A TORNARE A BORGIA LO CHEF PAOLO DODARO
Rimasto in quarantena a Roma con moglie e figlio dopo rientro dalla Cina
di REDAZIONE
PRESERRE (CZ) – 25 FEBBRAIO 2020 – E’ pronto a ritornare a Borgia lo chef calabrese Paolo Dodaro, 42 anni, dopo il periodo in quarantena passato a Roma con la moglie e il loro bimbo piccolo, a causa del rischio Coronavirus, dopo essere tornati dalla Cina.
In una nota la Segreteria Provinciale del MSI-Fiamma Tricolore porge “loro bentornato a casa al noto chef borgese Paolo Dodaro che, assieme alla moglie ed al loro bellissimo figlioletto, è atteso per domani, lunedì, a Borgia di ritorno dalla Cina.
Il saluto affettuoso di questa segreteria è vieppiù “necessario” in considerazione del periodo veramente difficile – precisano – per tutta l’Italia dove, meno di quarantottore fa, si è dovuto prendere atto che, nonostante le misure tempestive e draconiane stabilite dalle Autorità, misure che hanno consentito finora di tenere sotto controllo il corona-virus limitandone al massimo la diffusione, non tutti i cittadini abbiano ben compreso la esatta portata della situazione e, a volte, mostrino segni di un vero e proprio panico del tutto irrazionale a fronte di situazioni del tutto normali e certamente già attenzionate dai competenti organismi, anche sanitari”.
La segreteria ricorda e riporta le parole che lo chef in quarantena da Roma aveva detto qualche decina di giorni fa: “Siamo in quarantena al Policlinico Militare del Celio a Roma da sabato scorso. Con me, mia moglie e il nostro piccolo di otto mesi ci sono altre cinque persone arrivate da Wuhan.
Ogni giorno ci misurano la temperatura almeno un paio di volte, poi tanti test, sia del sangue che, con il tampone, nelle narici e nella gola. Per fortuna tutti i risultati sono negativi. Medici e infermieri ci visitano però sempre e solo con tute impermeabili, cappucci e mascherine” ha raccontato. Paolo si trovava in Cina, dove vive la famiglia della moglie.
“Abbiamo avuto sfortuna. Abitiamo molto più lontano da Wuhan, a Yueyang, ma avevamo qualche giorno di ferie per festeggiare il capodanno cinese. Stiamo costruendo un ristorante italiano, un progetto molto ambizioso che non so se riprenderò più in mano, forse è tutto perso”.
“Siamo sopravvissuti grazie all’orto, mancava anche il latte in polvere. Pechino sta facendo il massimo” ha rivelato ancora.
“Quando la polizia locale mi ha contattato – ha precisato ancora lo chef calabrese – spiegando che l’Ambasciata italiana avrebbe messo a disposizione della mia famiglia un passaggio per raggiungere Wuhan e rientrare in Italia non ho avuto dubbi. Anche la mia famiglia, dalla Calabria, spingeva affinché rientrassi.
E così, un paio di giorni dopo, un autista si è presentato davanti alla nostra porta per portarci via. Avrei voluto fare qualcosa anche per un mio amico australiano che era venuto con me e mia moglie a passare il fine settimana, ma aveva dimenticato il passaporto a Shangai e tuttora è bloccato in quel paesino”.