5 Maggio 2020
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VIRUS: COLDIRETTI CALABRIA AI SINDACI: «NO A TARI SUGLI AGRITURISMI»
Aceto : “Strutture a rischio crack: servono azioni di sostegno concrete!”
di REDAZIONE
PRESERRE (CZ) – 5 MAGGIO 2020 – Il presidente della Coldiretti Calabria Franco Aceto, ha scritto ai Sindaci calabresi chiedendo l’annullamento del pagamento della Tari (tassa sui rifiuti) per l’anno 2020 per le utenze non domestiche delle aziende agrituristiche. Una forte iniziativa per alleviare le difficoltà delle imprese che si stanno aggravando di giorno in giorno a causa del Covid-19.
Gli agriturismi – scrive Aceto -sono tra le attività più duramente colpite dall’emergenza sanitaria con la chiusura forzata delle strutture, sia per l’attività di alloggio che per di preparazione dei pasti, a fronte del completo annullamento di tutte le prenotazioni sull’intero territorio.
Questo – aggiunge – ha comportato un’inevitabile riduzione dei rifiuti prodotti dalle aziende agricole e l’azzeramento della produzione dei rifiuti per la maggior parte di quelle agrituristiche che sono letteralmente ferme. Il fenomeno ha colpito anche il comparto delle fattorie didattiche dove il calo è del 100%.
Occorre mettere in campo ogni azione, per garantire la sopravvivenza di un prezioso presidio di servizi sul territorio, che vanno dal turismo esperienziale, alla promozione dei prodotti agroalimentari di eccellenza. L’emergenza sta colpendo un comparto che conta in Calabria oltre 300 strutture, quasi tutte condotte da donne, che per la quasi totalità, sono dedite alla ristorazione, e/o degustazione.
Da considerare- commenta il Presidente di Coldiretti Calabria – che la maggior parte degli agriturismi si trova in montagna e comunque nelle zone interne. Danni presenti e futuri quindi che in Calabria, ad oggi, si possono stimare in almeno 15milioni di €uro. Una situazione gravissima per le attività agrituristiche che hanno avuto la capacità di creare economie valorizzando i prodotti agricoli calabresi e garantendo al contempo importanti ricadute in termini occupazionali.
In aiuto dei Comuni viene anche l’Ifel, l’Istituto dell’Anci per la Finanza e l’Economia Locale, che con nota del 24 aprile u.s, ha già legittimato la riduzione da parte dei Comuni della TARI rivolta a specifiche categorie economiche, come gli agriturismi, anche sulla scorta della sentenza del Consiglio di Stato del n. 1162/2019, che ha dichiarato illegittima la tendenza di alcuni Comuni ad assimilare, ai fini della Tari, gli agriturismi agli alberghi o ai ristoranti.
La sentenza non lascia spazio a dubbi: agli agriturismi devono essere applicate tariffe specifiche che tengano conto, in primo luogo, della specificità dell’attività svolta, in quanto l’agriturismo è finalizzato dalla legge all’obiettivo primario di recupero del patrimonio edilizio rurale; in secondo luogo, occorre valutare la stagionalità dell’attività e la minor capacità ricetti zia. legata al numero massimo di pasti e posti letto.
Ciò nonostante- è il sottinteso di Aceto – la riduzione della TARI non è una misura sufficiente a fronteggiare l’attuale situazione per le attività agrituristiche. Difatti, occorre tener conto delle maggiori spese che dovranno essere sostenute dalle attività per la sanificazione dei locali e per la sicurezza dei dipendenti e fruitori, con una considerevole riduzione dei posti a sedere.
A fronte delle maggiori spese, il comparto sarà però incapace di ritornare a generare economie, per tutte le incertezze presenti e future. Sono molte le richieste anche istituzionali, come quelle provenienti da alcune Anci regionali, che hanno chiesto la cancellazione della Tari relativa all’anno 2020 per le attività economiche produttive chiuse.
Per tutte queste ragioni – conclude Aceto – Coldiretti Calabria, chiede ai Comuni di procedere alla cancellazione del prelievo sui rifiuti sulle utenze non domestiche degli agriturismi per l’anno 2020.