13 Marzo 2019
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AGRITURISMI, COLDIRETTI E TERRANOSTRA CALABRIA: «ANNULLARE TASSA CONCESSIONE REGIONALE
Imposizione e modalità diverse da provincia a provincia
di REDAZIONE
PRESERRE (CZ) – 13 MARZO 2019 – Il Presidente di Coldiretti Calabria Franco Aceto e degli agriturismi di Terranostra Adriana Tamburi, segnalano alla Regione Calabria l’illegittimità della tassa sugli agriturismi che “non trova alcun riscontro nella normativa e non si può utilizzare leggi riguardanti altri settori, per operare illegittime interpretazioni estensive in spregio di ogni disposizione legislativa.
La Regione – aggiungono – deve procedere ad annullare la tassa illegittima, che vede per di più l’imposizione a macchia di leopardo, registrando significativi squilibri e difformità di applicazione tra le province calabresi, che colpiscono quindi solo alcuni imprenditori ed escludono altri, oppure che registrano rilevanti differenze tra loro nella tassazione, con una forbice molto ampia, sino al 70%, e per anni di imposta differenti, alcuni per un anno di imposta ed altri per tre annualità.
Difatti, sottolineano i rappresentanti della Coldiretti, l’assimilazione con le categorie presenti all’interno delle tabelle del d.lgs. 230/91, agli agriturismi è del tutto illegittima ed arbitraria. Le tabelle, elencano categorie tassative, insuscettibili di qualsiasi estensione in mancanza di esplicito sostegno normativo rimanendo, altrimenti, operazioni ermeneutiche che esorbitano dalle competenze dei Dipartimenti.
Le norme tributarie – precisano – sono di stretta interpretazione, pertanto, se il legislatore non ha contemplato la categoria degli agriturismi nel D.Lgs. 230/91, ha semplicemente ritenuto di escluderla. In nessuna parte è richiamata la concessione regionale per l’esercizio dell’agriturismo, né in alcuna delle Leggi della Regione Calabria, che si ribadisce è attività agricola.
Ebbene se il legislatore avesse voluto assimilare gli agriturismi agli alberghi o ad altre categorie, avrebbe esplicitato la propria volontà inserendo la voce nel Titolo V sull’agricoltura, ove ha previsto la tassazione solo ed esclusivamente per talune categorie, e non per gli agriturismi.
Vi sono poi altre ragioni di sistema che confermano l’esclusione degli agriturismi da qualsiasi forma di assimilazione: gli agriturismi rappresentano attività connesse e complementari all’attività agricola e ciò trova conferma nella giurisprudenza di legittimità.
Gravissimo – ribadiscono Aceto e Tamburi – che si continuino a gravare gli agricoltori chiedendo il pagamento di una tassa che non riguarda il settore e che troverebbe giustificazione a parere della Regione nell’autorizzazione igienico-sanitaria. È evidente quindi che l’agriturismo è subordinato ad un atto che consente a colui che è iscritto nell’elenco degli operatori agrituristici di esercitare le prerogative proprie di una posizione soggettiva già legittimamente riconosciutagli.
Inoltre, le attività agrituristiche, sono conseguenti all’abilitazione determinata dall’iscrizione nell’elenco regionale di cui alla Legge regionale n. 22 del 1988 sostituita dalla Legge regionale 14 del 2009, che non subordina il rilascio della concessione regionale da sottoporre a tassazione in sede di emissione o in sede di rinnovo annuale.
Oltre al danno c’è la beffa: gli agricoltori per far annullare la tassa, sono costretti ad impugnare gli avvisi di accertamento contenenti pesanti sanzioni dinanzi alle commissioni tributarie, ciò colpisce ancora di più il settore, spesso costituito da giovani, minando così da una parte la multifunzionalità rappresentata dagli agriturismi e dall’altra la valorizzazione e distintività del cibo e del territorio.
“E’ arrivato il momento di far cessare questo pasticcio – affermano Aceto e Tamburi – con una presa di posizione coerente della Regione che deve puntare sul sostegno pieno, di un settore importantissimo in termini strategici ed occupazionali per la Calabria”.