8 Luglio 2020
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AMARONI NEL DESTINO, DON ROBERTO CORAPI: «FARÒ COME LE VOSTRI API»
Nella “Cittadina del Miele” ha fatto ingresso il nuovo parroco. “Raccoglierò il nettare per trasformarlo in miele”. Le parole dei benvenuto del sindaco. La formazione a Squillace con don Ciccio Laugelli, storico sacerdote originario di Amaroni
di Franco POLITO
AMARONI (CZ) – 9 LUGLIO 2020 – Segni e simbologia. Corsi e ricorsi storici. Emozioni e lacrime. Lettura del decreto episcopale di nomina e della benedizione papale. Fuochi d’artificio.
Per don Roberto Corapi l’ingresso ad Amaroni nelle vesti di nuovo parroco è un condensato di tante angolature.
Sembra una fiction dal titolo “Amaroni nel destino”.
Originario di Squillace, si è formato alla parrocchia del Carmine sotto i possenti insegnamenti di don Ciccio Laugelli, gigante per pensiero e azione della chiesa calabra, uno degli otto sacerdoti sbocciati nella “Cittadina del Miele”.
«Mai avrei pensato di fare il parroco nella patria del mio maestro», sottolinea nel suo primo messaggio davanti ai suoi nuovi fedeli nella prima celebrazione eucaristica in un gremito anfiteatro “Nicolas Green” dove è giunto in corteo.
“Nell’accompagnamento” ci sono le delegazioni dei Comuni di Amaroni e Stalettì, con i gonfaloni, il presbiterio e il segretario del Nuovo Cdu Mario Tassone.
E mentre il vicario generale dell’arcidiocesi di Catanzaro – Squillace, monsignor Gregorio Montillo, gli consegna le chiavi della chiesa di Santa Barbara, a Squillace si inaugura la novena in onore alla Madonna del Carmelo, a lui tanto cara.
«Prendi possesso della parrocchia – sottolinea il vicario – come fa un padre con la casa. Sii maestro di spiritualità, guida con gratuità di stile il popolo verso la salvezza, annuncia la verità.
Ama tutti, cerca tutti oggi non domani, entra con gioia nelle case, invita, incontra, fai circolare nuove idee, crea interessi e spazi nuovi.
Non accontentarti mai, accogli gli emigrati, stai vicino ai giovani e ai poveri, sii prudente e sobrio con i social perché la vera “fama” dipende da quanto siamo vicini al cuore di Dio.
Confida nella Madonna, qui tanto amata, e nella gloriosa patrona di Amaroni, Santa Barbara».
Le parole e le emozioni di monsignor Montillo sono idealmente anche quelle dei sacerdoti, dei diaconi e dei presbiteri che siedono dintorno.
Volutamente e discretamente lontano dal proscenio c’è don Antonio Scicchitano, il predecessore destinato alla parrocchia di Sant’Anna a Catanzaro Lido.
Li unisce il senso dell’allegria. Per tutti Roberto è “Don Smile”. Antonio, invece, è noto anche come “Don Giullare”. Se continuità doveva essere, il buon Dio l’ha servita mettendoci una bella dose di carismi, umanità e sorriso.
Basterà poco per plasmarsi nel paese dell’accoglienza. Il sindaco Luigi Ruggiero e l’amministrazione comunale gli danno il benvenuto e promettono collaborazione a tutto tondo. «La nostra casa sarà anche la vostra – sottolinea il primo cittadino – Il vostro arrivo è sinonimo di rinnovamento e una nuova speranza per il futuro.
Assieme a voi intendiamo rafforzare i valori su cui si fonda la nostra società civile, anche grazie a voi vogliamo che Amaroni rimanga il paese che conosciamo e amiamo, senza lasciare nessuno indietro».
Dalla nuova comunità a quella lasciata con il cuore infranto ma in totale obbedienza al vescovo Vincenzo Bertolone il passo non è breve, ma istantaneo.
«Stalettì e gli stalettesi presenti – evidenzia il sindaco Alfonso Mercurio, circondato dagli altri amministratori – dimostrano la stima e l’attaccamento per il “nostro” arciprete che anche qui scriverà pagine importanti».
Del “successo” che don Roberto otterrà ne sono certi Antonia Devito, Mario Muzzì e Rocco Antonio Devito, rappresentanti della comunità parrocchiale e della società civile che gli testimoniano auguri e stima.
Ne sono certi i fedeli assiepati sulle gradinate dell’anfiteatro a cui don Roberto dispensa i primi sorrisi.
Ne sono sicuri, con i loro messaggi, il vescovo Bertolone, don Antonio Tarzia e don Fabio Salerno.
Ne sono convinti i molti amici e parenti arrivati dalla vicina Squillace.
Tra loro anche mamma Carmelina, papà Mario, la sorella Rosetta e il fratello Gianfranco. «Per loro una giornata di grazia», ricorda don Roberto.
«Cristo Regni – aggiunge mentre ha un dolce pensiero per Agazio e Mario, gli altri suoi fratelli recentemente scomparsi – sono qui per costruire la nuova civiltà dell’amore, gioisco per essere arrivato in una terra baciata e benedetta da Dio per le tante vocazioni spirituali che ha generato.
Vengo con gioia per essere il pastore di tutti. Continuerò il percorso del mio predecessore a cui auguro di continuare a essere il buon pastore dove il Signore lo ha inviato.
Voglio essere il sacerdote di tutti e di tutto, a cominciare dalle tradizioni.
La linea guida privilegiata saranno i poveri, gli ammalati e i bambini».
Di sicuro porterà con sé la pastorale, tanto cara a Papa Francesco, di essere sacerdote della chiesa in uscita che va incontro all’uomo per salvarlo.
«Da innamorati di Dio non possiamo essere tristi – sottolinea ancora – dobbiamo infuocare le anime anche quelle fredde. Sin d’ora chiedo la collaborazione di tutti, nessuno escluso.
Amaroni ti amo fin da ora e sono certo che voi mi amerete come avete fatto con tutti i ministri che qui hanno operato».
Poi l’aneddoto conclusivo: «voi siete la “Cittadina del Miele”: sarò come un’ape che raccoglie il nettare e lo trasforma in miele».
“Amaroni nel destino”, fine della prima puntata.