BADOLATO (CZ) – Premio letterario “Parole nel vento”, vince “Intervalli di terza maggiore”, di Vito Falco
Serata finale con assegnazione dei premi venerdì scorso nel borgo antico di Badolato. Piazza d’onore per Maria Concetta Preta con “Bella di notte”. Terzo posto a “Il giorno del giudizio” di Anna Iaquinta. “Premio Chimirri” a Corrado Rotundo
Fonte: articolo e foto di Gianni Romano (Il Quotidiano del Sud, in precedenza denominato Il Quotidiano della Calabria)
BADOLATO (CZ) – 31 AGO 2014 – E’ “Intervalli di terza maggiore” del siciliano Vito Falco ad aggiudicarsi la quinta edizione del premio letterario della Provincia di Catanzaro “Parole nel Vento”, riservato ad opere inedite di narrativa. I vincitori del premio sono stati proclamati ieri sera, nel corso dell’evento finale della rassegna ospitato nel borgo di Badolato, al quale hanno preso parte, tra gli altri, il Commissario straordinario della Provincia di Catanzaro Wanda Ferro e, per l’amministrazione comunale, il commissario prefettizio Rosella Maria Feroleto.
La giuria presieduta dal critico letterario Antonio D’Orrico ha scelto l’opera inedita di Falco, insegnante proveniente da Menfi, in provincia di Agrigento, con le seguenti motivazioni: “In uno stile secco, puntuale, l’autore ci racconta un romanzo di formazione ambientato in Sicilia. Il fantasma di una giovane cugina americana che lo educò da bambino alla musica, e il dramma coniugale dei genitori di cui è impotente testimone sono i due momenti fondanti della storia. Anni dopo, con una poco gloriosa carriera universitaria alle spalle e il conforto dell’amicizia di alcuni ex compagni di scuola, il protagonista, Antonio, cercherà di ricomporre i frammenti della sua storia che lo porteranno – tra mito e realtà – a fuggire nel sogno riscattando la sua mediocre esistenza”.
Vito Falco si è aggiudicato un premio in denaro di cinquemila euro e la pubblicazione dell’opera a cura della casa editrice Rubbettino, partner storico del premio letterario. Premi in denaro anche per il secondo classificato (mille euro), il romanzo “Bella di notte” della insegnante vibonese, Maria Concetta Preta, e per il terzo classificato (cinquecento euro) “Il giorno del giudizio” di Anna Iaquinta, proveniente da Bisignano. La sezione speciale “Premio Chimirri”, riservato alle opere ambientate nel territorio della provincia di Catanzaro, è andata al romanzo “La spada, il labirinto, lo specchio” dell’artista catanzarese Corrado Rotundo.
La serata è stata presentata da Arnaldo Colasanti, affiancato da Floriana Borrino, ed è stata arricchita dagli intermezzi musicali del trio Beta composto dal prof. Gaetano Bongarzone (clarinetto), dal prof. Alessandro Sansalone (pianoforte) e dalla cantante Rosalba Scuteri, e dalla performance dei ballerini del teatro di Regensburg Claudio Costantino e Andrea Vallescar Garcia O’Meany. Le letture dei brani sono state a cura della Compagnia Teatro del Carro con Anna Maria De Luca, Luca Michienzi, Josephine Carioti.
“Con il premio – ha detto Wanda Ferro – abbiamo voluto dare spazio a tutti coloro che coltivano la passione della scrittura e difficilmente hanno la possibilità di pubblicare i propri lavori, e punta allo stesso tempo a promuovere il territorio attraverso la letteratura. Il premio ‘Chimirri’ ha ormai rilevanza nazionale, come dimostrato anche dai successi di critica come quelli ottenuti al Salone del Libro di Torino, e vuole contribuire a quel rilancio dell’immagine del nostro territorio avviato da tempo con le tante iniziative culturali promosse dalla Provincia, che ha continuato ad investire in cultura, come dimostra l’attività espositiva del Marca, il successo delle passate edizioni di “Intersezioni”, il patrimonio del Parco internazionale della Scultura che sarà ulteriormente arricchito dopo la convenzione siglata con la Direzione regionale dei Beni Culturali. La cultura rappresenta per il nostro territorio un autentico ascensore di crescita sociale e soprattutto un motore di sviluppo economico per la nostra città e per la nostra regione. E’ evidente l’importanza di una crescita culturale diffusa su un territorio come il nostro che, almeno da questo punto di vista, ha molte più luci che ombre. Negli ultimi anni il nostro territorio, grazie soprattutto all’impegno della Provincia, ha invertito una tendenza che vedeva l’incredibile assenza di ogni riferimento culturale, di strutture di livello, di una programmazione che non avesse il carattere della estemporaneità e dell’approssimazione. Questo patrimonio può contribuire concretamente alla crescita economica del nostro territorio. Sono convinta che sia vitale puntare risorse sulla cultura, ma anche coinvolgere in progetti che hanno reali ricadute sul territorio le realtà culturali più attive e vivaci”.
Wanda Ferro ha quindi ringraziato la struttura del Settore cultura dell’Amministrazione, la casa editrice Rubbettino, le associazioni culturali e i circoli di lettura che hanno animato le tante iniziative organizzate nei diversi comprensori nell’ambito della rassegna: “Abbiamo voluto organizzare il premio in maniera itinerante toccando i borghi più belli del nostro territorio, e in questa edizione la serata finale, grazie anche alla disponibilità della struttura commissariale, ha avuto la sua cornice naturale nel centro storico di Badolato, cittadina ricca di identità e molto aperta alla cultura.
Nei mesi scorsi il premio è stato sui diversi comprensori della provincia con i cicli di incontri, che hanno coinvolto anche le scuole del territorio, e che sono stati curati da diverse realtà culturali, dal Circolo Palomar all’associazione Gutenberg, al Circolo Placanica, allo Slow Food”. Le altre opere finaliste sono “Il respiro del vento” di Antonio Alvaro, “I papaveri viola” di Emilio Grimaldi, “Alone suite (invero)simile” di Domenico Loddo e “Il silenzio del mare” di Oreste Pace, selezionate dalla giuria della quale, oltre al presidente Antonio D’Orrico, hanno fatto parte Arnaldo Colasanti, Corrado lannino, Manuela Alessia Pisano, Ofelia Alati, Franca Cribari, Luigi Franco e Pierangela Raddi.
LE MOTIVAZIONI DEI PREMI
Intervalli di terza maggiore, Falco Vito – I classificato In uno stile secco, puntuale, l’autore ci racconta un romanzo di formazione ambientato in Sicilia. Il fantasma di una giovane cugina americana che lo educò da bambino alla musica, e il dramma coniugale dei genitori di cui è impotente testimone sono i due momenti fondanti della storia. Anni dopo, con una poco gloriosa carriera universitaria alle spalle e il conforto dell’amicizia di alcuni ex compagni di scuola, il
protagonista, Antonio, cercherà di ricomporre i frammenti della sua storia che lo porteranno – tra mito e realtà- a fuggire nel sogno riscattando la sua mediocre esistenza.
Bella di notte, Maria Concetta Preta – II classificato In un palazzotto romano già teatro di un delitto passionale avvenuto sotto il Fascismo, la storia si ripete e, questa volta, non in farsa. La vittima è una inquilina del palazzo, “bella di notte” e i sospettati sono tutti gli altri condomini. A svolgere un’indagine non ufficiale è un giornalista provato dal mestiere e dalla vita che diviene testimone e cronista di riferimento. Innamorato anche lui, come gli altri di “Bella di notte”. Il romanzo è l’occasione per un ritratto di assieme, tra sociologia e psicologia, degli inquilini del palazzo ma è anche forse un postumo e vago omaggio all’autore del giallo più irrisolto della letteratura italiana, Carlo Emilio Gadda.
Il giorno del giudizio, Anna Iaquinta – III classificato Veloce, scorrevole e delizioso romanzo ambientato a Bisignano, paese del cosentino che venera il Santo Umile in un apposito santuario. Umile appare a Gregorio, fraticello del convento annunciandogli l’imminenza di un terremoto. La notizia si sparge tra la popolazione del paese che cade nel panico. Il romanzo continua tratteggiando le figure e i destini dei potenti del paese e dei manovratori politici della zona. C’è chi pensa di approfittarne ma a pagare, alla fine, saranno solo i due personaggi più innocenti della storia, il Santo e il fraticello.
La spada, il labirinto, lo specchio, Rotundo Corrado – Vincitore premio Chimirri. Una storia vera, un’autobiografia generazionale più che personale di un gruppo di artisti attivo nella Catanzaro degli anni settanta. Il tono sembrerebbe più saggistico che narrativo ma, alla fine, l’esperienza, non solo formale ma anche politica ed esistenziale, viene restituita in tutta la sua problematicità.