BIODIVERSITÀ DELL’AGRICOLTURA, DEGLI ECOSISTEMI E DEL BIODISTRETTO COME FORMA DI GOVERNANCE: PROFICUO CONFRONTO AL GAL SERRE CALABRESI
Un appuntamento rivolto ad operatori del settore agricolo e al quale hanno preso parte diversi tecnici, essendo accreditato dall’Ordine degli Agronomi e Dottori forestali della provincia di Catanzaro per la formazione professionale continua
di REDAZIONE
– CHIARAVALLE CENTRALE (CZ) – 18 LUGLIO 2024 – Ad un confronto particolarmente qualificato, che ha offerto diversi spunti di riflessioni e l’indicazione di diverse linee di sviluppo, ha dato vita il convegno, organizzato dal Gal “Serre Calabresi” su “Ecosistemi dipendenti dall’agricoltura e dalle foreste (biodiversità e funzioni ecosistemiche): il biodistretto del Parco delle Serre e territori limitrofi”.
Un appuntamento rivolto ad operatori del settore agricolo e al quale hanno preso parte diversi tecnici, essendo accreditato dall’Ordine degli Agronomi e Dottori forestali della provincia di Catanzaro per la formazione professionale continua.
In apertura i saluti del presidente Marziale Battaglia che ha fatto il punto sull’attività del Gal e sullo stato di attuazione virtuoso del Pal Spes.
Ha informato sulla nuova Strategia di Sviluppo Locale che punterà in particolare sulla promozione della filiere, a valorizzare la qualità della produzione agroalimentare, a fare rete tra realtà locali, al miglioramento dell’offerta socioculturale locale e della qualità dell’accoglienza turistica nei territori, con ospitalità diffusa, osterie e botteghe del contadino e artigiane.
Ha annunciato la firma della convenzione con il Ministero del Turismo per l’avvio del progetto “Montagne del Sole”, per la creazione di una nuova destinazione turistica.
Ha evidenziato l’avvenuto avvio della Strategia nazionale per le aree interne (Snai), per l’area Versante Ionico-Serre, Sentiero delle Serre.
Ha informato ancora riguardo l’approvazione di un progetto di cooperazione transnazionale.
Il direttore del Gal, Carolina Scicchitano, si è soffermata sui contenuti del progetto “Tec – Territorial Center.
Un luogo tecnologico e di condivisione”, finalizzato ad attività di informazione, comunicazione, partecipazione e ricerca relativamente a diversi aspetti della ruralità, in una dimensione di cooperazione e di costituzione di reti rurali.
Attività finalizzate ad approfondire i temi delle colture agroalimentari locali, delle filiere, a promuovere la divulgazione dell’innovazione, delle buone pratiche e far conoscere le opportunità derivanti da programmi di sviluppo rurali.
Evidenziando come il convegno rappresenti il primo di cinque appuntamenti, ha anche riferito che i temi sono stati scelti in coerenza con la strategia complessiva del Gal. In riferimento specifico al primo incontro anche alla Snai, nella quale il biodistretto del Parco delle Serre rientra.
La parola agli esperti. A Vincenzo Carè, ricercatore del Crea – Centro di Politiche e Bioeconomia, Sede regionale della Calabria, il quale si è soffermato sul modello di distretto, come strumento di governance, facendo riferimento al quadro normativo, distinguendo i distretti agricoli in distretti del cibo, distretti rurali, biodistretti e distretti agroalimentari di qualità.
Ha evidenziato anche la funzione del distretto biologico nel Parco delle Serre: valorizzare l’agricoltura e i prodotti agroalimentari attraverso un modello produttivo rispettoso dell’ambiente, basato sull’agricoltura biologica che coniughi l’obiettivo principale del Parco di tutela della biodiversità e la necessità di incrementare il reddito degli agricoltori, rafforzando il legame del cibo con il territorio.
Ciò mediante attività di informazione, ricerca e innovazione, sostegno alle attività multifunzionali, servizi di consulenza e strategie di marketing mirate a promuovere i prodotti biologici agricoli.
Nell’intervento di Domenico Antonio Salerno, collaboratore di Suolo e Salute, la definizione di agricoltura biologica che «sviluppa l’approccio sistemico all’azienda agricola, vista come un organismo dove i vari apparati (suolo, colture, ciclo della sostanza organica, allevamenti, ambiente naturale, flora e fauna) sono funzionalmente legati ed interagenti.
L’agricoltura biologica è un approccio agricolo sostenibile che mira a produrre alimenti di alta qualità, preservando al contempo l’ambiente e la salute dei consumatori.
Questa forma di agricoltura si basa su principi naturali, escludendo l’uso di pesticidi chimici, fertilizzanti di sintesi, e promuovendo pratiche rispettose degli ecosistemi».
Fulvia Michela Caligiuri, commissario Arsac, ha evidenziato il lavoro che l’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese ha svolto negli anni per la tutela della biodiversità, delle potenzialità naturali del territorio, da valorizzare con un’azione condivisa e razionale.
Ha osservato come la regione abbia cambiato narrazione, con «persone che sono interessate ai prodotti e alla produzione».
Significativo l’interesse destato dalle cantine calabresi al Vinitaly, oltre 80 nel padiglione della Regione Calabria ed ancora un appuntamento con il fuori salone del Vinitaly, ospitato nella nostra regione, a Sibari.
In tal senso il ruolo forte dell’agricoltura in «una terra che ci dà tanto».
Angelo Politi, direttore di Confagricoltura Calabria, ha rimarcato come la biodiversità nella nostra regione, «ultimo lembo di terra della penisola», rappresenti «un’eredità da custodire».
«La Calabria, – ha affermato – con i suoi tre parchi nazionali, un parco naturale regionale e con il suo sistema di aree protette può interpretare un ruolo inedito e suggerire una nuova ermeneutica intorno ai temi della transizione ecologica e della conservazione della natura nello spazio-euromediterrano».
La Calabria, inoltre, detiene, «uno straordinario primato europeo in termine di diversificazione microclimatica e biodiversità: su 230 habitat censiti in Europa ben 74 si trovano nella nostra regione».
Ha ancora sottolineato «l’effetto “moltiplicatore di reddito”», dell’agricoltura multifunzionale, così come definita dalla Commissione Agricoltura dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico: «Oltre alla sua funzione primaria di produrre cibo e fibre, l’agricoltura può anche disegnare il paesaggio, proteggere l’ambiente e il territorio e conservare la biodiversità, gestire in maniera sostenibile le risorse, contribuire alla sopravvivenza socio-economica delle aree rurali, garantire la sicurezza alimentare.
Quando l’agricoltura aggiunge al suo ruolo primario una o più di queste funzioni può essere definita multifunzionale».
L’agricoltura multifunzionale anche nell’intervento di Domenico Vivino, del direttivo provinciale di Cia Calabria Centro, si è soffermato sulla realtà rurale che è costellata da piccole aziende, per le quali l’agricoltura biologica e la multifunzionalità rappresentano fattori importanti.
Valorizzare i loro prodotti significa riconoscerne la centralità.
La campagna con la trasmissione di antichi saperi, sia relativamente alle tecniche di coltivazione che di produzione, si eleva a centro culturale per il territorio.
Le aziende multifunzionali contribuiscono alla vitalità dei luoghi, anche da un punto di vista sociale, e a generare un indotto ed un periodo di attrattività in un arco dell’anno molto lungo.
Una considerazione che discende anche dall’esperienza della Cooperativa “Nido di Seta”, esempio eccellente di nuove figure che si mescolano alla tradizione locale, di incontro tra più culture.
Fabio Borrello, presidente federazione interprovinciale Coldiretti Catanzaro Crotone e Vibo, si è espresso in ordine all’agricoltura, quale collante e protagonista degli ecosistemi. «Solo riuscendo a garantire un adeguato reddito agli agricoltori – ha considerato – consentiremo la tutela dell’ecosistema.
Le aree interne hanno bisogno di incentivi, con una politica di fiscalità differenziata “no tax area” ed investimenti infrastrutturali. Bisogna evitare che il suolo agricolo sia consumato alla velocità di 2,4 metri al secondo con l’istituzione di una legge che preservi il suolo agricolo e contestualmente garantisca un giusto reddito ai giovani che si insediano in agricoltura.
Un aiuto potrebbe, innanzitutto, arrivare da un minor peso burocratico e dall’evitare la duplicazione delle incombenze sulle aziende agricole, un primo passo nel rafforzare il sistema produttivo calabrese che ha bisogno di fare rete rispetto alle sfide globali».
Una degustazione di prodotti tipici dell’area del Gal ha concluso l’appuntamento.