28 Gennaio 2019
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BLITZ ANTI DROGA DELLA GDF, 25 FERMI (AGGIORNATO CON NOMI)
Si tratta di soggetti in organico o contigui alla cosca di ‘ndrangheta dei Mancuso. Accusa è traffico internazionale di sostanze stupefacenti
di REDAZIONE
PRESERRE (CZ) – 28 GENNAIO 2019 – É in corso di svolgimento un’operazione del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro e dello Scico di Roma della Guardia di Finanza.
I finanzieri, coordinati e diretti dalla Dda di Catanzaro, stanno eseguendo 25 provvedimenti di fermo a carico di altrettante persone, organiche o contigue alla cosca di ‘ndrangheta dei Mancuso, accusate di traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
É fissata per le 11, a Catanzaro, nella sede del Comando provinciale della Guardia di finanza, la conferenza stampa sull’operazione condotta dalle fiamme gialle che ha portato all’esecuzione di 25 fermi a carico di persone organiche o contigue alla cosca di ‘ndrangheta dei Mancuso, accusate di traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
Ad incontrare i giornalisti saranno il Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, e, per la Guardia di finanza, i comandanti regionale della Calabria, generale Fabio Contini, e dello Scico di Roma, generale Alessandro Barbera.
Le indagini, coordinate dal Procuratore della Repubblica di Catanzaro, dott. Nicola Gratteri, e dal Sost. Procuratore dott.ssa Annamaria Frustaci, hanno consentito di disarticolare un’organizzazione estremamente complessa, dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, tra le cui fila compaiono esponenti di spicco della famiglia di ‘ndrangheta MANCUSO egemone sulla criminalità organizzata vibonese che, dall’area geografica insistente tra i comuni di Limbadi e Nicotera, hanno, man mano, esteso forti interessi delinquenziali nell’hinterland milanese. Nella rete degli inquirenti sono, di fatti, caduti i fratelli Salvatore Antonino, Giuseppe e Fabio COSTANTINO, pienamente inseriti nella citata cosca, così come il pluripregiudicato CAMPISI Giuseppe, personaggio dall’elevatissimo spessore criminale, rappresentante della famiglia ‘ndranghetistica di Limbadi in Lombardia, condannato per associazione mafiosa e ritornato sulla scena del crimine dopo aver finito di espiare una lunga condanna pari a 30 anni di reclusione per un omicidio mafioso. Giuseppe e Fabio COSTANTINO, al pari di MUSCIA Gaetano, risultano, tra l’altro coinvolti nella nota Operazione “Black Money” che ha duramente colpito la cosca di Limbadi.
L’inchiesta, denominata “Ossessione”, in relazione alla maniacalità manifestata dai principali indagati, costantemente assillati dal pensiero di essere monitorati dalle forze dell’ordine,ha dimostrato come i vertici del sodalizio fossero in grado di disporre di diretti canali di approvvigionamento di cocaina dalla Colombia, dal Venezuela e dalla Repubblica Domenicana, oltreché dall’Olanda.
Le indagini svolte dalla Guardia di Finanza hanno consentito di accertare anche che, seguendo un’ottica prettamente imprenditoriale, l’organizzazione, in attesa dell’arrivo delle partite di cocaina dal Sudamerica, con lo scopo di massimizzare il profitto, intesseva rapporti d’affari con un personaggio marocchino residente a Milano, in diretto contatto con i principali cartelli maghrebini, per l’importazione di massicce quantità di hashish.
La spiccata transnazionalità dell’organizzazione, che evidenzia nuovamente l’indissolubilità del trait d’uniontra la criminalità organizzata calabrese e i “cartelli” mondiali della droga ed una capillare diffusione sul territorio nazionale, fanno si che la consorteria criminale operi come una vera e propria multinazionale del narcotraffico, curando l’acquisto “all’ingrosso”, a prezzi assolutamente concorrenziali, della droga, direttamente dai produttori, per poi smistarla in territorio calabro e lombardo tramite una fitta rete di accoliti. In tale contesto, le indagini hanno fatto registrare come i vibonesi siano in affari anche con esponenti legati al clandei MAZZAFERRO di Gioiosa Ionica (RC), da anni trapiantati nel milanese e nel comasco, in grado di smistare importanti quantità di narcotico in Lombardia. Proprio a MAZZAFERRO Tonino i finanzieri sequestravano nel marzo del 2018 un chilogrammo di cocaina pura al 98%.
Un ruolo fondamentale era affidato, poi, alle donne: da “teste di ponte” per le comunicazioni tra gli accoliti, a co-finanziatrici, come nel caso della cittadina albanese KOTJA Elisabeta, a intermediarie di alto rango con gli esponenti dei Cartelli sudamericani. Spiccano, in particolare, le due venezuelane GARCIA REBOLLEDO Clara Ines e FORGIONE Gina, estremamente note nel panorama del narcotraffico internazionale, in grado di mettere in contatto i calabresi con inarcossudamericani.
Tra questi MURILLO FIGUEROA Julio Andres, noto narcotrafficante colombiano, ospitato dai calabresi a Milano per pianificare l’arrivo della cocaina dai paesi dell’America Latina. “Socio” della FORGIONE, il colombiano ha in passato collaborato con i “guerriglieri colombiani”, nonché con il famigerato Pablo Emilio ESCOBAR GAVIRIA, sanguinario capo storico del “cartello di Medellín” tra gli anni ’80/’90.
Solo una certosina attività di indagine ha consentito di disvelare compiutamente l’assetto organizzativo del sodalizio che, sfruttando le abilità di VISCOTTI Michele, esperto brokerdi origine pugliese, più volte recatosi in Sudamerica per contrattare prezzo e quantità del narcotico da inviare verso l’Europa, curava i rapporti con i produttori. Il sodalizio criminale, non solo poteva contare sulle descritte entrature nel florido mercato sud americano, ma era capace di tessere continui collegamenti con le principali piazze di approvvigionamento olandesi. La vasta esperienza del foggiano, infatti, gli consentiva di sfruttare conoscenze anche nei Paesi Bassi, ove godeva di saldi rapporti con fornitori di droga di primissimo piano.
Mentre VISCOTTI, dall’estero, contrattava su più fronti, in Italia, i COSTANTINO si preoccupavano di quello che nel gergo dei narcosviene chiamato “scarico”, ovverosia la possibilità di far uscire la droga dal sedimento portuale o aeroportuale d’arrivo grazie ad “agganci” utili allo scopo. Per tale delicato compito, il sodalizio contava su un personaggio originario della provincia di Reggio Calabria, CERAVOLO Francesco, in grado di far uscire il narcotico dall’aeroporto di Malpensa, evitando i controlli di rito.
Da segnalare, poi, che grazie ad una costante attività d’indagine, nonostante le estreme accortezze attuate dai trafficanti, nel mese di marzo 2018, i finanzieri riuscivano a penetrare in un deposito dove era stata stoccata la droga in Milano. Venivano, così, sequestrati oltre 430 kg di hashish, giunti in Italia dal Marocco, via Spagna, e una pistola, oggetto di furto, in uso proprio al COSTANTINO Salvatore Antonino.
Come emerso nitidamente dalle attività tecniche, gran parte della droga sequestrata era destinata a soddisfare le richieste dei finanziatori di stanza in Calabria, tra cui compare il pregiudicato vibonese NARCISO Antonio.
L’ingente quantitativo di droga sequestrato, in realtà, rappresenta solo una quota parte del prodotto commissionato dai calabresi al potente cartello di stanza in Marocco, in grado di assicurare costanti ed enormi forniture di narcotico. I fratelli COSTANTINO, di fatti, stavano trattando con l’organizzazione marocchina l’acquisto di una quantità pari a 3000 kg di hashish che, secondo i calcoli degli stessi affiliati, avrebbe portato nelle tasche dell’associazione un introito che si aggirava tra i 4 ed i 5 milioni di euro, da reinvestire nell’ancor più redditizio traffico di cocaina.
I sodali, pienamente ingeriti nel traffico internazionale di sostanze stupefacenti, hanno, inoltre, dimostrato di voler difendere i propri interessi, ove necessario, anche con le armi. Per tale scopo, un ruolo di fondamentale importanza era ricoperto da un soggetto di Varese, CUCCIA Carlo, con un passato da comparsa nella nota serie “Gomorra”. Mentre nella fictionall’indagato era stato attribuito il ruolo di “specchiettista”, nell’organizzazione vibonese al personaggio era demandato il compito di reperire le armi, unitamente ad un suo compaesano, MENOTTA Ivo, anch’egli colpito dagli odierni fermi.
L’operazione è il frutto di un intenso lavoro investigativo, durato oltre due anni, che ha visto i finanzieri della Sezione G.O.A. del Nucleo PEF./G.I.C.O, specializzata nelle indagini in materia di contrasto al traffico internazionale, con la collaborazione del Servizio Centrale d’Investigazione sulla Criminalità Organizzata, immergersi nei luoghi e nelle abitudini degli associati, tanto da carpirne a pieno l’organigramma ed il modus operandi. L’inchiesta, oltre ad infliggere all’organizzazione rilevanti perdite economiche, sia sotto il profilo dei capitali investiti che dei mancati guadagni, ha, così, consentito di identificare tutti i soggetti coinvolti, ognuno con un ruolo ben preciso. Lo spaccato che emerge in maniera lampante è l’estremaramificazione delle moderne ‘ndrineche ha consentito alla ‘ndranghetadi disporre di numerosi e floridi canali di approvvigionamento, che ne hanno notevolmente accentuato la pericolosità e l’invasività.
La vocazione transnazionale ha rinsaldato affaristici rapporti tra la malavita calabrese e quelle sudamericane, olandesi, spagnole e nordafricane, consentendo un abnorme ampliamento delle zone d’influenza, in molti casi, con l’esportazione del modello organizzativo tipico dei territori d’origine, nelle zone nazionali maggiormente sviluppate, determinando il predominio sulle similari associazioni delinquenziali nazionali e/o estere. Da delinquenza crudele e rurale, un tempo dedita essenzialmente alle estorsioni e ai rapimenti, la ‘ndrangheta ha saputo riciclarsi in una vera e propria holdingdel crimine, in grado di accumulare e gestire immensi patrimoni illeciti e di inquinare ogni settore del sociale.
Concordando con le conclusioni degli investigatori, questa Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Catanzaro ha emesso 25 misure di fermo di indiziato di delitto contestando, a vario titolo, reati in materia di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, aggravata dalla modalità mafiosa e dalla detenzione di armi, nei confronti di:
ACCURSIO Giuseppe, nato a Licata (AG) il 28.05.1953;
AQUILANO Damiano, nato a Tropea (VV) il 07.08.1984;
BOSCO Daniele, nato in Jugoslavia (EE) il 01.12.1977;
BOSCO Vito Jordan, nato in Libia il 07.05.1975;
CAMPISI Giuseppe, nato a Vibo Valentia il 20.01.1960;
CARUGO Gianfranco, nato a Cerro Maggiore (MI) il 29.05.1949;
CUCCIA Carlo, nato a Tradate (VA) il 12.07.1980;
FORGIONE Gina Alessandra, nata in Venezuela (EE);
GARCIA REBOLLEDO Clara Ines, nata in Venezuela (EE) il 27.10.1951;
KOTJA Elisabeta, nata in Albania (EE) il 19.09.1979;
LIMARDO Maria Antonia, nata a Briatico (VV) il 28.01.1965;
MANCUSO Francesco, nato a Vibo Valentia il 07.01.1989;
MARIANI Giorgio, nato a Genga (AN) il 31.03.1958;
MENDOLICCHIO Luigi, nato a Milano il 12.08.1965;
MENOTTA Ivo, nato a Tradate (VA) il 12.02.1980;
MURILLO FIGUEROA Julio Andres, nato in Colombia il 29.03.1975;
MUSCIA Gaetano, nato a Tropea (VV) il 20.04.1964;
NARCISO Antonio, nato a Vibo Valentia il 19.08.1961;
PAPAIANNI Gennaro, nato a Vibo Valentia il 14.02.1976;
PAPANDREA Salvatore, nato a Taurianova (RC) il 16.08.1946;
PILATI Fabrizio, nato ad Arona (NO) il 14.01.1969;
SAFINE Abderrahim, nato in Marocco (EE) il 17.01.1982;
SCAGLIONE Francesco, nato a Palermo il 23.07.1960;
STILO Giovanni, nato a Nicotera (VV) il 04.01.1949;
VISCOTTI Michele, nato a San Severo (FG) il 23.04.1946.