“CALABRIA, LA PRIMA ITALIA”, A SQUILLACE IL LIBRO DI GERTRUDE SLAUGHTER INVITA A RISCOPRIRE L’ELLENISMO CHE C’È IN NOI
Nella sala consiliare una presentazione diversa dal solito per un libro di storia diverso dai soliti canoni
di Franco POLITO
– SQUILLACE (CZ) – GENNAIO 2024 – Un libro scritto con il cuore e con gli occhi materni di una donna che ha amato la Calabria e i calabresi.
Un libro che “rompe” con gli schemi della storiografia classica e invita a riscoprire l’etica della storia nella sua essenza di guida maestra delle vicende dell’uomo.
Dell’uomo di ogni epoca.
Dei calabresi, in particolare.
La traduzione in italiano, a cura di Sara Cervadoro, del libro “Calabria, la Prima Italia”, scritto nel 1939 dalla studiosa dell’Università del Wisconsin (Usa) Gertrude Slaughter nella sala consiliare a Squillace stimola l’orgoglio di chi affolla la sala e rincuora le afflizioni del pensare a una terra destinata all’oblio.
Il volume di Gertrude è un libro di storia diverso dai soliti libri di storia.
Come anche la sua presentazione nella “casa pubblica squillacese”.
L’evento è uno di quelli da far passare agli annali.
Per decenni il libro è rimasto nella sua dimensione linguistica anglosassone e nelle nicchie culturali degli accademici.
Lontano dalle biblioteche dei calabresi, ha soggiornato nei dibattiti tra pensatori.
Poi la verve calabrese di Domenico Lanciano, giornalista e presidente dell’Università delle Generazioni di Badolato, con il supporto del pofessor Lorenzo Viscido, docente squillacese che vive e opera a New York, lo ha affrancato dalla dimensione originale di testo destinato alla casta dei cattedratici internazionali e dalla lingua madre.
Franco Caccia, assessore comunale di Squillace alla Programmazione e al Turismo, il filosofo Salvatore Mongiardo filosofo, direttore scientifico del “Centro Studi e Ricerche sulla Prima Italia” di Squillace e Scolarca della Nuova Scuola Pitagorica di Crotone e l’editore Giuseppe Meligrana da Tropea “guidano” la sala (tra gli altri sono seduti l’assessora comunale a Squillace Mariella Trombetta, il generale della Guardia di Finanza Emilio Errigo e l’ex sindaclista e già primo cittadino a Davoli Gaetano Drosi che si appassionano e appassionano con il loro intervento oltre a prestigiosi esponenti della cultura locale e regionale) a recepirne il messaggio.
Che sta nell’invito a scuotere l’ellenismo sopito nell’animo di ciascuno.
A sbandierare l’orgoglio di una terra che ha dato ed ha (ancora) tanto da dare.
E’ questa la sua novità, non mera cronistoria ma affascinante mappa di un tesoro che adesso (tradotto in italiano) è alla portata dei calabresi.
Un ellenismo lontano, radicato in quei Lacini che al tempo di Pitagora abitavano fuori Crotone e osservavano, già prima che si insediassero le colonie greche, l’etica – matematica del “bene vivere”.
Un’idea che troverà più in là un ulteriore pilastro.
«Nel Golfo di Squillace è nata la libertà», è l’inno ripetuto da Mongiardo in una relazione che è recensione del libro e viaggio nella filosofia e nella vita di Pitagora come raccontata da Porfirio.
Un inno su cui si condensa l’opzione per la nascita di un nuovo pensiero di riscatto fondato su ciò che è stato e che è dentro ciascuno.
Ed è proprio l’interiorità dell’orgoglio a far da sigillo alle argomentazioni scientifiche.
La verità narrata che diventa scudo su cui ergere una nuova dimensione di calabresi.
Partendo da Pitagora, Cassiodoro, Tommaso Campanella, Gioacchino da Fiore, San Francesco di Paola, Bernardino Telesio, Guglielmo e Florestano Pepe.
Il libro li accomuna nell’aurea dei paradigmi per eccellenza.
Per coltivare una nuova idea di Calabria, dove nacque il nome Italia e dove, prima dei greci, abitarono i Lacini secondo quell’etica e quell’ellenismo che sono in ciascuno di noi.