CAMMINANDO TRA I RICORDI, DUE PASSI IN VILLA TRIESTE A CATANZARO
Riceviamo e pubblichiamo:
CATANZARO – 10 OTTOBRE 2022 – Scagli la prima pietra chi, tra i cittadini di Catanzaro, non ha mai fatto due passi in villa Trieste ovvero villa Margherita.
Chi ha i capelli bianchi e la ricorda come era un tempo, prima dell’ultima ristrutturazione, potrà confrontare i propri ricordi con la situazione attuale e, pur constatando che certe innovazioni sono state positive, proverà nostalgia per alcune carenze e anche disappunto per la condizione attuale della villa.
La nuova pavimentazione, di certo più adatta per un giardino pubblico, ne valorizza l’estetica e rende piacevole la passeggiata. Detto questo, i ricordi vanno alle cose perdute che non ci sono più. Il primo impatto è sulla scomparsa del calendario quotidiano, che un tempo veniva aggiornato, giorno dopo giorno, con una sapienza e una precisione certosina, da qualche diligentissimo giardiniere.
La data veniva composta usando delle piccole pigne, in uno spazio erboso e ricoperto di ghiaia bianca, posto al cospetto del busto di uno dei sindaci storici di Catanzaro: “il Senatore Giuseppe Rossi”. La composizione del calendario era quasi artistica, tanto che non si poteva fare a meno di fermarsi ad ammirarlo. Il tempo si sa cambia le cose, probabilmente il bravo giardiniere è andato in pensione e con lui il calendario di villa Trieste ha cessato di sfogliare la pagina delle date.
Oggi, nel vuoto di quello spazio, campeggia solo l’anno, che qualcuno, memore forse del suo uso passato, ha pensato di comporre. I ricordi vanno poi alle panchine, un tempo erano in pietra, quindi fatte per durare, c’erano anche delle poltroncine singole in terracotta che ispiravano la lettura.
Non a caso, alcune erano allocate proprio vicino la biblioteca comunale. Le panchine sono state poi sostituite con altre più moderne, realizzate con materiale leggero ed economico che si degrada facilmente e richiede più manutenzione (sic!).
Proseguendo per la passeggiata in villa, la curiosità non può che spingerti verso il laghetto dei cigni e delle papere, meta un tempo preferita dai bambini. Oggi si osserva quello che resta, cioè uno spazio vuoto cosparso di pietrame, con dei nuovi inquilini che scorrazzano indisturbati, simbolo dell’incuria e dell’insipienza dei tempi moderni.
Sarebbe costato molto mantenere il laghetto operativo con i suoi abitanti? E’ meglio lasciarlo nell’attuale squallore? Poco distante dal laghetto ci sono poi i bagni pubblici, un tempo aperti e sempre puliti, oggi invece rigorosamente chiusi e sbarrati.
Evidentemente, anche in questo caso, hanno avuto la meglio i calcoli economici, si è preferito risparmiare sui servizi ai cittadini, per poi magari sperperare sul superfluo.
Le balconate panoramiche, alle quali molti di noi amavano affacciarsi, in alcuni punti sono transennate, si presume per ragioni di sicurezza, mentre le nuove staccionate in legno, che delimitano il viale dai giardini, in certe zone sono crollate e non ancora ripristinate per la sicurezza dei passanti e, soprattutto, dei bambini.
Infine, l’area dei cosiddetti cento metri, come veniva chiamata dai catanzaresi, luogo un tempo preferito dalle coppiette in cerca di intimità, ha un aspetto decisamente abbandonato e trascurato. La città di Catanzaro ha il privilegio di essere immersa nel verde, circondata da boschi e da vegetazione.
Qualcuno a suo tempo ricordò come la pineta di Siano fosse il polmone della città. Questo naturalmente non vuole dire che i giardini pubblici, nel centro storico, debbano essere trascurati. Quindi, a maggior ragione, la sensazione di abbandono che si rileva in alcuni punti della villa Trieste è una mortificazione per la sensibilità dei cittadini.
Alla nuova amministrazione municipale, che dovrebbe rappresentare il rinnovamento e che, ovviamente, non ha alcuna responsabilità passata, chiediamo di prendere a cuore la gestione dei parchi pubblici, riservando a questi ultimi la necessaria attenzione per il loro mantenimento, cura e manutenzione.
Una menzione, al riguardo, la vogliamo fare al parco della biodiversità, che nella zona nord della città mette a disposizione dei catanzaresi una vera e propria oasi di verde aperta a tutti, giovani, anziani e sportivi. Un luogo ben curato, protetto e sottoposto a costante manutenzione.
E’ appena il caso di ricordare, che il parco della biodiversità, è stato realizzato grazie all’iniziativa e alla ferrea determinazione di uno dei catanzaresi contemporanei l’on. Michele Traversa, già sindaco e presidente dell’amministrazione provinciale.
Forse, per ridare ai giardini di villa Trieste l’antico splendore sarebbe il caso di ispirarsi all’operato di Traversa magari, ci permettiamo di suggerire, chiedendone la consulenza.