27 Giugno 2014
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CARDINALE (CZ) – TRADIZIONI E FOLKLORE – L’antico rito della tosatura delle pecore
L’antico rito della tosatura
All’azienda Rotiroti rivissuta una consuetudine senza tempo in una giornata di festa, aggregazione sociale e tuffi nelle tradizioni locali. Anche gastronomiche
Fonte: articolo e foto di Gianni Romano (Il Quotidiano della Calabria)
CARDINALE (CZ) – 27 GIUGNO 2014 – A Cardinale si rinnova un rito antico, la tosatura delle pecore. Una giornata di festa e di aggregazione che ha registrato come sempre la presenza di molti appassionati, tra questi lo Slow Food Soverato con l’instancabile Marisa Gigliotti, Giuseppe Rotiroti presidente del consorzio della nocciola, Piero Martelli, vice presidente del consorzio della nocciola e il sindaco di Torre di Ruggiero, Giuseppe Pitaro.
A fare da degna cornice alla tosatura l’azienda Rotiroti a Novalba di Cardinale per trascorrere una domenica in campagna. Ma soprattutto per vivere insieme ai pastori la tosatura delle pecore, uno dei momenti più intensi delle comunità pastorali.
E’ un rito quasi magico che permette di capire lavori e tradizioni di una cultura antica, di una cultura legata ai tempi delle stagioni. Si svolge a primavera (quest’anno a limite della fine della primavera per lo slittamento dei tempi climatici) quando il caldo incomincia ad opprimere le pecore e quindi bisogna intervenire per alleggerire gli animali dal vello.
Dopo aver assistito alla tosatura che i pastori del territorio hanno prestato la loro opera all’azienda Rotiroti, i soci della condotta Slow food Soverato Versante Jonico hanno visitato le stalle. La passeggiata guidata da Piero Martelli e Giuseppe Rotiroti, si è dilungata anche fino al noccioleto ed al nastro stradale della costruenda Trasversale delle Serre, che attraversa i terreni di pascolo dell’azienda. Reduci dal recente convegno organizzato a Torre di Ruggiero dal sindaco Giuseppe Pitaro, sulle nuove prospettive e sulla rilettura del paesaggio attraverso le percezioni visive, i soci Slow Food hanno potuto constatare dal vivo l’impatto dell’opera sull’ambiente e soprattutto la lentezza della sua realizzazione, causa di disagio e disorientamento tra le popolazioni interessate dal tracciato.
- La consegna dei premi
Prima del pranzo, alla presenza del sindaco Giuseppe Pitaro sono stati consegnati da Piero Martelli, del direttivo della condotta Slow Food di Soverato e da Marisa Gigliotti, referente del progetto Appennino per Slow Food Calabria gli attestati alla famiglia Rotiroti, che con i suoi componenti di più generazioni ha accolto lo scorso anno uno stage internazionale di un gruppo di studentesse dell’Università di scienze gastronomiche. L’esperienza aveva avuto come oggetto la conoscenza dei saperi contadini e pastorali della comunità e la comunicazione nei piani di studio e nelle attività professionali future delle laureande.
Dopo la tosatura, il pranzo preparato dalla famiglia Rotiroti è stato ancora una volta un tuffo nelle tradizioni e nei sapori contadini: affettati, pecorini, olive, zeppole, pane di Cardinale, la pasta con sugo di capra, la grigliata e tanti dolci tra cui quelli con la nocciola di Cardinale.
Nel pomeriggio, all’ombra della grande quercia, si sono anche avviati utili confronti tra il direttivo della condotta Slow Food (presenti Piero Martelli, Marisa Gigliotti, Carmelo Cuzzocrea, Domenico Cosentino, Lucia Vaccaro) ed i pastori, sul tema dell’utilizzo del vello tosato. Negli anni passati era una risorsa e nulla andava buttato, perché la lana opportunamente lavata veniva riutilizzata per cuscini e materassi. Dopo un periodo in cui il prodotto non più richiesto, veniva abbandonato o bruciato, ora viene regalato a chi rilascia l’opportuna certificazione che ne attesta il ritiro per lo smaltimento. Ma ci chiediamo: è possibile ridare valore all’intero ciclo, immaginando un reimpiego del cascame di lana che diventi occasione di reddito per il nostro territorio?
I presenti alla giornata di festa a Cardinale hanno dimostrato interesse e così ci incontreremo nei prossimi giorni con questa comunità di pastori che fa capo all’area dell’Ancinale, per iniziare un percorso insieme a Slow Food nella direzione di quella che oggi si chiama green economy ma che più semplicemente è il rispetto per la terra attraverso le azioni che i pastori hanno sempre fatto durante il loro lavoro.