CARO ENERGIA, LE OTTO PROPOSTE DELL’IMPRENDITORE CALABRESE GIOVANNI SGRÒ ALLA POLITICA: «MISURE URGENTI E CONCRETE»
Autoproduzione, rinnovabili, incentivi straordinari e un tavolo europeo tra i punti del documento predisposto con il docente di Politica economica Vittorio Daniele
di REDAZIONE
SOVERATO (CZ) – 31 AGOSTO 2022 – “Otto punti contro il caro energia”. Misure urgenti che “la politica e i sindacati, unitariamente” possono indicare al Governo, da applicare subito per venire incontro alle esigenze di famiglie e imprese italiane.
A lanciarle, l’imprenditore di Soverato Giovanni Sgrò che ha predisposto il dettagliato pacchetto di proposte dialogando con il professore Vittorio Daniele, docente di Politica economica presso l’Università Magna Graecia di Catanzaro.
“Lo avevamo già detto a gennaio – è scritto in una nota firmata dallo stesso imprenditore, dirigente di Confesercenti Catanzaro – assieme a migliaia di imprenditori, commercianti, sindaci, da Nord a Sud, da Trieste a Soverato.
Ricordo Andrea Parodi, amministratore delegato di Fil Man Made Group, azienda tessile con 900 dipendenti in cinque stabilimenti a rischio chiusura per il caro energia. Nel 2021 a gennaio aveva pagato 350 mila euro di elettricità.
A dicembre la bolletta era già salita a 1,4 milioni di euro: quattro volte tanto in appena dodici mesi.
Nell’ultimo trimestre 3,5 milioni, la sua denuncia di ben otto mesi fa (quasi nove), rilanciata da tutti i media nazionali. In Calabria, quasi in contemporanea – spiega Giovanni Sgrò, titolare della catena di supermercati Naturium-Urban Market – eravamo stati noi a sollevare un analogo allarme.
Non volevamo pensare a chiusure o licenziamenti, ma, inevitabilmente, vedevamo schizzare i prezzi a scaffale, il nostro grido, accompagnato dal sostegno di tanti sindaci della zona. Che adesso torneranno in piazza al nostro fianco, da Chiaravalle Centrale a Soverato”.
“I mesi passati non hanno cambiato nulla – l’amara constatazione di Sgrò. – Poco incisivi gli interventi di Stato, per lo più sotto forma di credito d’imposta, a fronte di un aumento dei costi energetici che sta facendo saltare anni e anni di programmazione. Pagare 35mila euro di energia elettrica, invece di 9mila dello stesso periodo dell’anno scorso cambia tutto: blocca gli investimenti, ferma i progetti, congela nuove assunzioni”.
In queste ore Sgrò sta dialogando con sindacati, esperti di economia, università e associazioni di categoria con l’obiettivo di dare forza alle sue otto proposte “urgenti, concrete e fattibili” da mettere in mano alla politica regionale e nazionale “senza distinzioni di schieramenti”.
“Perché le divisioni rischiano di fare il gioco di chi, in Italia e in Europa, non vuole risolvere il problema” le sue conclusioni.
GLI OTTO PUNTI
- Adottare misure straordinarie di sburocratizzazione e incentivazione finanziaria per l’installazione di impianti energetici rinnovabili da parte delle imprese ai fini dell’autoproduzione.
- Adottare interventi straordinari per accelerare le procedure e la finanza del PNRR per la realizzazione di impianti fotovoltaici negli edifici pubblici: comuni, scuole, università, ospedali…
- Realizzazione di impianti di energia rinnovabile per le comunità locali o da immettere nella rete, con società in cui ci sia la partecipazione del settore pubblico (esempio, attraverso Invitalia).
- Credito d’imposta per una parte sostanziale degli incrementi del costo dei consumi energetici per le imprese in alcuni settori economici. Ciò anche per evitare che l’aumento dei costi di produzione si trasferisca, come sta già avvenendo, sui prezzi finali dei beni e servizi pagati dalle famiglie.
- Incentivi straordinari per il rinnovo delle attrezzature delle imprese e degli elettrodomestici delle famiglie al fine del risparmio energetico; garanzie statali per agevolazione sui prestiti bancari alle imprese che realizzano investimenti di efficientamento energetico sugli impianti o installano pannelli fotovoltaici.
- Ridurre a 5 anni (rispetto ai 10 attuali) il recupero delle somme per impianti fotovoltaici da parte delle famiglie, di cui al bonus 65%.
- Spagna e Portogallo hanno applicato, con successo, il tetto al prezzo del gas; l’applicazione del tetto è stata resa possibile grazie a un accordo stabilito a livello europeo. Convocare una riunione di emergenza a livello europeo per l’estensione dell’accordo anche all’Italia; procedere alla revisione della fissazione dei prezzi del gas nel mercato TTF (acronimo di Title Transfer Facility, è l’indice di borsa del gas naturale nel mercato dei Paesi Bassi, che permette il commercio di gas all’interno della rete olandese e in tutta Europa) da cui bisogna sganciarsi. Valutare che, nel contempo, si possano praticare prezzi del gas legati, almeno in parte, ai contratti di fornitura, cioè sulla base dei prezzi all’importazione, che sono notevolmente più bassi di quelli del mercato TTF.
- Revisione della determinazione dei prezzi dell’energia elettrica alla Borsa elettrica, attualmente legato al solo prezzo del gas.