25 Ottobre 2014
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CATANZARO – COLDIRETTI – L’aumento della percentuale di succo di arance dal 12 al 20% puo’ essere l’ancora di salvezza
Molinaro: «L’industria delle bibite approfitti dell’occasione e non ponga ulteriori ostacoli. Coca-Cola investa sulla vera italianità al cento per cento»
di f.p.
CATANZARO – 25 OTTOBRE 2014 – Proprio in questi giorni, su tutta la stampa locale e nazionale, la più importante multinazionale delle bibite, analizzando i dati trimestrali, attraverso il suo amministratore delegato parla di diminuzione del fatturato, di esuberi, di calo delle vendite dovute anche ad una percezione diversa da parte dei cittadini-consumatori, dei giovani che prediligono una alimentazione basata su una corretta informazione e l’utilizzo di maggiore frutta, poiché il pericolo dell’obesità e delle conseguenti ripercussioni sulla salute, come testimoniano tanti pronunciamenti della medicina, è il vero nemico di questi anni.
«Insomma, per essere espliciti, – commenta Molinaro presidente di Coldiretti Calabria – la Coca –Cola risente della crisi a causa di una sempre di più rinnovata e affermata attenzione ai cibi e bevande che fanno bene alla salute».
«E allora – prosegue Molinaro – ecco la ricetta che suggeriamo: fare tesoro dell’aumento dal 12 al 20% della percentuale di succo di arance nelle bibite, voluta dalla stragrande maggioranza di cittadini, amministrazioni comunali di tutta’Italia e sancita dal Parlamento Nazionale, non frapporre ostacoli e procedere ad innalzare la percentuale di succo, dichiarando in etichetta la provenienza».
«Non chiediamo la luna – precisa Molinaro – perchè questo è il vero investimento per il futuro e assume un valore straordinario se unito anche a dare un apporto sostanziale allo sviluppo economico e alle attività agricole. Un percorso di chiarezza e di eticità, una sicura pubblicità che raccoglierebbe consensi elevati e rilancerebbe il consumo delle bibite. Questo sì sarebbe un contributo fondamentale per cooperare ed evitare la catena di sfruttamento che caratterizza la stagione di raccolta degli agrumi che in parte è già iniziata».
«Siamo certi – sottolinea ancora – che in molti la capirebbero e questo potrebbe significare avere per davvero il cuore in Italia potendo contare sull’appeal dell’italianità del prodotto. E’ evidente che tutti si aspettano questa rivoluzione copernicana, che potrebbe segnare un esempio positivo nei rapporti tra la grande industria e l’agricoltura. Il tira e molla o le prove di forza messe in atto in questi anni sicuramente non hanno rafforzato bensì indebolito sui mercati la vendita per alcuni importanti marchi».
«Vogliamo ricordare – aggiunge Molinaro – che per ogni aranciata, che costa in media 1,3 euro a litro, all’agricoltore vanno solo 3 centesimi. Una situazione che come abbiamo fortemente denunciato con l’iniziativa “non lasciamo sola Rosarno coltiviamo gli stessi interessi” alimenta una intollerabile catena dello sfruttamento che colpisce gli agricoltori, i lavoratori ed i trasformatori. Il timore paventato poi, da alcuni industriali che ipotizzano un incremento considerevole del prezzo finale al consumatore viene smentito dal fatto che già oggi alcune importanti aziende produttrici di aranciate abbiano volontariamente da tempo innalzato la percentuale di succo a prezzi competitivi sul mercato».
«La Coldiretti Calabria – conclude Molinaro – ribadisce la propria disponibilità ad incontrare i vertici delle industrie delle bibite, poiché ha la netta convinzione che per davvero si può dare una svolta all’intera vicenda con effetti positivi per tutti e verrebbe da dire una campagna pubblicitari a costo quasi zero. E allora coraggio!».